venerdì 29 agosto 2008

Apre la SCUOLA D'ITALIA ad Amsterdam

Uno dice: le femmine che si annoiano. Che potendo, passerebbero i sabati a fare sciopping, andare ai workshop di danza, occuparsi di letterature, spupazzarsi i figli da un corso all'altro. Dalla terza settimana di settembre, anch'io.

Perché, e lo comunico ufficialmente e potete spargere la voce:

il 6 settembre apre la SCUOLA D'ITALIA ad Amsterdam.

Non solo gli Gnorpoli, andranno ai corsi per bambini il sabato pomeriggio (si chiama Oh che bel castello, dalle 14 alle 15) per giocare con altri coetanei in italiano e già che ci sono imparare un paio di quelle raffinatezze grammaticali e dettagli di storia patria che altrimenti gli mancherebbero. Che con i re di Roma non siamo andati oltre Numa Pompilio, e Giulio Cesare giusto perché leggiamo Asterix (su cui ho scritto una tesi, anni fa). Perché parliamoci chiaro, certe cose si imparano solo a scuola, non perché la mamma insegnante non ci metta la buona volontà a casa, ma perché per certe cose ci vuole una classe e una maestra simpatica che suona la chitarra e sa un sacco di canzoni e che non sia tua madre.
Non solo il capo ha deciso di riprendere seriamente in mano il suo italiano, che i trapassati e l'imperativo di volere a volte gli sfuggono, e si metterà seriamente a studiare nel gruppo di preparazione al CELI 5 del lunedì sera.

Non solo è la volta buona che io riesco a riorganizzare un corso di scrittura meditativa, che l'ultima volta che l'abbiamo fatto un paio di anni fa ci siamo divertite tanto e ci ha fatto tanto bene affrontare esercizi di scrittura che come prodotto secondario hanno l'effetto terapeutico/catartico e finisci per raccontre i fatti tuoi.

Ma forse, per la gioia di Silvia che l'ha tanto voluto parte il workshop di danza Taràntati che ho tanta voglia di seguire anch'io. Che un paio di balletti mi farebbero tanto bene. E sicuramente riparte il corso di teatro.

In tutto ciò non ho ancora perso la speranza di vedere al corso di olandese le mie amiche, che son brave a parlarne da due anni, ma non siamo mai riuscite manco ad organizzare mezza lezione di prova (Cinzia, Marghe, Nanda, ce l'ho con voi).

Il tutto a uno sputo dal Dam, che finalmente se devo aspettare l'ora di corso dei figli sto in un punto che mi permetta di spassarmela anche a me. Che noi madri italiane siamo così: ci manca la scusa per un'oretta di sciopping selvaggio al Bijenkorf il sabato pomeriggio, o le chiacchiere materne alla pasticceria più vicina (o, per gli interessati, il coffeeshop Bulldog è dietro l'angolo, ma me, farete fatica a trovarmici).

E ovviamente non sarei la vera unica certificata ed originale vittima della sindrome di wonderwoman se non avessi passato gli ultimi 11 mesi a lavorare come una pazza per organizzare tutto ciò. Ma lo considero una specie di figlio anche questo progetto, che con i miei amici e compari ce lo stiamo sognando da 5 anni. Adesso c'è.

Con chi vuole ci vedremo alla presentazione della Scuola d'Italia:

il 6 settembre, dalle 11 alle 17, alla Libreria Bonardi in Entrepotdok 26

per conoscerci, rivederci, raccontarci, cantare e mangiucchiare. Io ci sarò sicuramente dalle 14, fatevi riconoscere pliiis, se non ci conosciamo ancora pirsunalmente di pirsuna.
Altrettanto ufficialmente aggiungo che sappiamo che le prime mail che arriveranno saranno di persone che vogliono tener corsi nella scuola (e che prima di scrivere rimando al mio post precedente Se decidi di vivere ad Amsterdam insegnando). Per i corsi succitati siamo tanto, ma tanto provvisti, ma le buone idee le ascoltiamo tanto volentieri, hai visto mai.
Però contiamo anche su tante mail di corsisti interessati, che come tutte le iniziative non a scopo di lucro a cui mettiamo mano noi della Fondazione quelli di Astaroth, gli undici mesi di lavoro intenso non ce li pagherà nessuno, ma almeno l'affito del locale in pieno centro e le altre spese vive le dobbiamo pur mettere insieme.
Tutte le info, gli orari, prezzi, ecc. le trovate appunto su: http://www.ondaitaliana.org/ Ditelo per favore agli amici, parenti, vicini, e persino gli sconosciuti che incontrate per strada, perché no? si fanno due chiacchiere e si conosce gente nuova.

mercoledì 27 agosto 2008

Questo weekend: Uitmarkt

L'ho già detto un po'di tempo fa e lo ricordo; questo weekend ad Amsterdam c'è l'Uitmarkt. La presentazione dell'offerta culturale per la nuova stagione.

E quindi vi dico subito di tenervi da parte sabato verso le 14:30, al teatro Bellevue al Leidseplein un assaggio dello spettacolo di Beppe Costa.

A noantri fan di Annie M.G. Schmidt e/o figliomuniti Beppe Costa è universalmente meglio noto come l'ingegnere nel film Ja zuster, nee zuster con Loes Luca nel ruolo dell'infermiera Clivia, che gestisce una casa di riposo per tipi strani e un filino dissociati. Tra cui appunto l'ingegnere, che nella cantina della casa di risposo effettua esperimenti esplisivi finalizzati alla realizzazione della pillola per diventare buoni. Destinata all'arcigno padrone di casa. Insomma, a parte l'Uitmarkt chi mastica un po' di olandese e ama i musical anni '50 anche questo film se lo deve vedere.

Questi trascorsi comunque non dicono nulla sullo spettacolo di Beppe, di cui appunto potremo goderci un'anteprimina. Cioè, voi che ci andrete (e poi mi raccontate), che io sabato pomeriggio sono inchiodata da un compleanno di famiglia a Bakkum, campeggio balenare sulle dune di cui avevo anche parlato in precedenza, e mi perdo l'Uitmarkt.

Poco male, che Beppe la domenica verso le 16:30 è reperibile sempre al Leidseplein sul palco con band. Che quest'uomo farà anche l'attore per, tra gli altri, Orkater, ma in Olanda ci è arrivato come musicista eclettico e sembra ancora non abbia perso il vizio. Lì ho tutta l'intenzione di provarci a vederlo, e magari ci si incontra lì.

Ora uno dice; ma può essere che all'Uitmarkt di Amsterdam ci sta solo questo Beppe Costa? Certo che no, ci sono un sacco di cose interessanti e culturalmente imprenscindibili, ma per una volta che so che c'è qualcuno con cui sono in kissing terms, e che non ve lo devo dire?

Per il resto, visto che quest'anno la famiglia mi spacca l'Uitmarkt (Ennio se ne andrà a quello junior con la santa donna della mamma dell'amichetto J. che se lo tiene a dormire e poi li porta a farsi una botta di cultura), cercherò di andare almeno al casinone di apertura che mi fanno sotto casa venerdi sera, e stanno già da una settimana a impilar container e costruire un megapalco di fronte a scuola e asilo delle belve. L'anno scorso presentato benissimo da Dolf Jansen, questo qui con la faccia buffa, che è riuscito a farsi raccontare dal grande pianista cinese il cui nom mi sfugge, che lui gli è venuta da bambino la passione per il piano per via di un film di Topolino, che peraltro ve lo trovate su youtube e ci siamo belli che spicciati con il sincretismo culturale.

Ecco, questo mi mancherà un sacco con il trasloco. Che tutte le cose interessanti in questi ultimi otto anni me le facevano quasi sotto casa, sulla punta dell'isola meglio nota come Kop van Java.

Per cui, nonostante i lavori, questo weekend un'altra delle ultime botte di vita su Java eiland e dintorni, e così spero anche di voi.

Credits foto: Beppe Costa dal sito del Ro Theater, Dolf Jansen da quello di recensieweb.

martedì 26 agosto 2008

Istinto animale

Cos'è questa cosa che ti tirano fuori i figli, questo bisogno di fagocitarli, interiorizzarli, come ti metti dentro l'aria e l'acqua e il cibo per farli diventare parte di te?

Quello che siamo costretti a simbolizzare ed elaborare con un abbraccio stretto stretto, perché ci mancano i mezzi fisici per soddisfare questo impulso?

Io le belve me le porterei sempre spalmate addosso, come le scimmiette e i koala, come una crema idratante. Me li mangerei, ma mi tocca mordicchiarmeli piano, per non fargli male. I denti addosso però ogni tanto devo metterglieli.

Sono sicura che sono state scritte milioni di pagine su questo argomento. A me però non interessa, perché so già che effetto fa, ed è incredibile come fare un figlio ti tolga di botto tutti gli afflati di autonomia (hai il bisogno fisico di un altro e va bene così), tutte le schifiltosaggini, i fluidi corporei schizzano da tutte le parti e non pensi neanche un secondo a Mastro Lindo.

Molto più di una fase di innamoramento (che quella poi passa e ti cominci ad irritare per le caccole sull'asciugamano) perché questa dura un po' di più.

Però adesso sarebbe ora che le belve imparassero a pulirsi le terga da soli invece di presentarmisi ogni giorno con "Mamma, puliscimi il sedere", perché la strada dell'autonomia passa anche da quello. Conto molto sul bagno nuovo fornito di bidet che opa ci sta tirando su.

domenica 24 agosto 2008

Quanta musica trash degli anni ottanta e dintorni si può ballare su tacchi da 12? In ogni caso Bananarama, Bronski Beat, Mike Oldfield e in onore degli italiani presenti anche un Ramazzotti e Matia Bazar. E un paio di lambade, che Ruvy si è rifiutato di concedermi, ma messo alle strette dalla festeggiata gli è toccata pure questa.

Ho scoperto di essere altamente igroscopica: ma quando sei al caffé de Omval, all'angolo di un naviglio dell'Amstel, di fianco a un argine che si perde nel nulla su cui passano biciclette a due a due fino a mezzanotte, e l'occasionale motorino che maledici per il frastuono, con un pescatore irriducibile che poi si riprende le sue carabattole e se ne va senza aver preso nulla, al crepuscolo di questo spledido tempo novembrino in agosto, e siccome è agosto ed è una festa, ci vestiamo da festa agostana anche se poi le giunture ci ricorderanno, che, vivaddio se una tua amica compie 50 anni forse anche tu è ora che ti cominci a riguardare, insomma, tutta l'umidità (tanta) presente nell'aria me la sono assorbita e spero di rilasciarla in forme innocue, magari gocce di rugiada al risveglio.

Belle le feste dei 50 anni. Si tirano i bilanci e sono sempre in positivo. Non vedo l'ora che tocchi a me.

Non è mancata la canzone, con relativa presentazione dell'organizzatrice, la vicina in tal caso:
"No, perché oggi pomeriggio eravamo in giardino e a un certo punto la vicina si è affacciata ed ha chiesto: Ma hai già organizzato qualcosa per la vicina che compie gli anni (e ricordatevelo, in Olanda il titolo di vicino si una pochissimo, solo per quelli a destra, a sinistra e di fronte, ma vale più di un titolo di commendatore) e allora ho pensato che no, non avevo niente, ma in fondo sono tanti anni che facciamo feste e sicuramente avevo ancora un canzoniere e infatti eccolo c'era, però siccome tutti i nomi olandesi in genere sono Wil, Bep, Bart e Pinuccia, come dire, non rimava bene, allora è diventato pinoes, come Minoes, sapete, il libro e allora pregherei tutti gli Over 50 di mettersi da questo lato, e tutti gli Under 50 dall'altro e questo è il testo".

Un testo cattivissimo sulla musica di John Bronw giace nella tomba là nel pian. Che agli olandesi una fetsa, senza le cattiverie commemorative cantate male, non è festa.

Auguri Pinoes.

venerdì 22 agosto 2008

Attenti al lupo

Per la serie buttiamo tutto nel mucchio, tanto quanche fesso ci casca sempre, mi è arrivata questa inquietante mail. Che poi già solo la traduzione meccanica, ma come si fa?

Gentile Cliente,
Hai 1 nuovo messaggio di protezione.
Questo messaggio e destinato per i clienti di banche:Banca Popolare di Bergamo,Banco di Brescia,Banca Popolare Commercio e Industria,Banca Regionale Europea,UBI Banca Private Investment,Banca Popolare di Ancona,Banca Carime,Banca di Valle Camonica,Banco di San Giorgio.
Si prega di accesso al tuo Qui UBI Internet Banking.

Accedi ai servizi online
Servizio Clienti
Gruppo UBI Banca
-------------------------------------------------------
Non risponda prego a questo E-mail. Il E-mail trasmesso a questo indirizzo non puo essere risposto a.

La corsa di un bambino

"Andiamo a casa a prendere la tua bici?"

Mi ero dimenticata come corre un bambino entusiasta: una gamba ad est, una buttata ad ovest, le braccia levate al cielo e l'orlo avanzato delle maniche rosse che svolazzano al vento prodotto dalla corsa.

mercoledì 20 agosto 2008

Letture leggere



Eh, no, porcamiseria, come si fa a finire così in mezzo secondo in una di quelle serie che creano dipendenza totale?

In ritardo, ho scoperto anch'io la serie dell'Ispettore Kurt Wallander, scritta da Henning Mankell. Il Montalbano svedese, và. La cosa peggiore è che mio suocero è in possesso della serie completa fino ad ora, il che mi fornisce uno spacciatore affidabile. In olandese, ma vabbé.

Cosa dire: intanto che è interessante soprattutto perché mi fornisce un autore svedese, paese di cui so molto poco. Le ultime cose di un autore svedese che ho letto era Katy, di Astrid Lindgren, da ragazzina e mi era piaciuto moltissimo. Quindi in nome del sentimento di nostalgia di gioventù mi fa piacere leggermi tutti gli indirizzi in - gatan.

Oddio, quanto mi appassionano queste storie? Finora sono alla seconda, c'è questo povero detective che nella prima la moglie lo lascia, il padre esce temporaneamente di testa e lui comunque ha i sensi di colpa perché lo trascura, la figlia non si capisce bene cosa voglia fare della vita e lo evita, e intanto il crimine lo incalza, lui passa notti insonni, si fa beccare ubrico al volante dai colleghi che lo coprono ma sono pieni di disprezzo e ti rendi conto di come siano ferrei, per forza di cose, sull'alcolismo in Svezia.

E poi? Di quanti detective in crisi privata e/o professionale è pieno il mondo? Quanti indizi semina lo scrittore, per cui il lettore un pelo smaliziato può prevedere cosa accadrà? E quanti di questi indizi si rivelano azzeccati e quanto una piccola trappola per mantenere il povero lettore appiccicato al libro fino all'ultima pagina?

Mankell maneggia bene il proprio materiale, forse non è colpa sua se gli svedesi in fondo sono gente tanto introversa, noiosa e priva di grandi scatti passionali da sobria e capace di gesti inconsulti se si fa un paio di bicchieri. Però attraverso gli occhi dell'Ispettore Wallander ai suoi connazionali gli fa il pelo e il contropelo, specialmente nel secondo libro che sto leggendo, ambientato a Riga, in cui l'ingenuo scandinavo si trova a dover fare i conti con doppi, tripli e quadrupli fondi, e si rende conto che in fondo deve un attimo rivedere i propri parametri di giudizio.

Ma l'istinto, l'istinto infallibile delo sbirro letterario, è lo stesso a tutte le latitudini. E ti passa la voglia di raccontargli palle durante un interrogatorio.

lunedì 18 agosto 2008

Ringrazio la Beata Michelina

...che oggi per puro caso, in un taschino dimenticato del portafoglio, ho ritrovato la SIM-card, il computer è stato installato nel weekend e sembra funzionare, gli slovacchi continuano a ricostruirci casa e io piano piano mi sto rimettendo in careggiata.

E grazie per le coccole virtuali e reali, e le intercessioni ai poteri soprannaturali. Che non c'è nulla come un po'di pensiero positivo per rimettere a posto le cose.

The Monday morning blues...

... oggi spero di saltarlo. Dopo il weekend in campagna a riposarci, ammirare il nostro campione di nuoto privato (ho le foto, ma chissà quando le posto), farci una grassa mattinata in piscina con entrambi i mostri, che poi da ora di pranzo in poi hanno cominciato a dare cenni di stanchezza, si ricomincia con una nuova settimana che sarà bellissima, perché l'ho deciso io.

Intanto comincia che fra poco, depositati i figli a scuola, mi precipito alla Sint Olov's kapel, a fare da assaggiatrice per il miglior vino dell'anno. (Che già solo la mia presenza inquinerà i risultati non di poco).

E poi l'ordinaria amministrazione e domani sera radio. Il che mi ricorda che devo cercare qualcuno che mi guardi i figli, visto che il capo è in missione.

Oddio che palle, la settimana ancora non cominica e già riecco la routine. e il solito tempo grigiolino-invwernale, che non mi meraviglio se mi sento già novembrina.

Ma ribadisco, sarà una settimana bellissima perché l'ho deciso io.

nel frattempo vi ricordo che oggi scade il concorseo fenomenologia da spiaggia. Aspetto i vostri resoconti e su gentile richiesta di chi è andato in vacanza tardi, prolungo la scadenza. Continate a mandarmi le vostre osservazioni ed esperienze su tipi da spiaggia, vita da spiaggia, irritazioni da spiaggia, idiosincrasie da spiaggia a: orsovolante chiocciola gmail.com

venerdì 15 agosto 2008

Aaarghh!!!!

Il mio computer nuovo non è completamente installato e gira male su un demo, è lento e rompicoglioni come il vecchio e non abbiamo tempo di installare i programmi, che nel frattempo bontà loro sono arrivati. Intanto non posso mandar mail.

Non so dove e come, ma nel tragitto Italia-Olanda ho perso la SIM card olandese, ormail il contratto scade martedi, l'azienda è stata rilevata da un'altra, tanto vale rifare un abbonamento nuovo e forse, più conveneinte se riusciamo a informarci.

Io non sono mai in casa, quindi il fisso è inutilizzato, e si sta scassando anche lui. Meno male che i traslochi servono anche a rivedere le infrastrutture di base e forse, capire se troviamo un modo per tenerci i 4 numeri di casa e lavoro (non possiamo, già me l'han detto) e risparmiare sui costi telematici.

Stiamo tutto il santo giorno o ala casa nuova a misurare e decidere, che se non ci sei fisso i muratori a volte non sanno cosa vuoi ed è meglio che non facciano di testa loro.

continuiamo a non avere piastrelle, anche se ho visto un tipo che amo. 60x30, sono a macchie irregolari verderame ed rame, un po' come una lastra di rame ossidato. non costano poco, il capo non dice da subito no, adesso però devo fargli tutte le notti mentre dorme i messaggi subliminali per fargli dire si. Però se prendiamo quelle, devo cambiare il colore della cucina. e devo anche cambiare forno tout court, che quello che mi sono fatta convincere a mettere non lo voglio, punto.

Se però non ci spicciamo a decidere della cucina, non possiamo manco far spostare gli impianti. Non sappiamo quale sia il modo migliore per mettere il riscaldamento a pavimento in cucina. Pareri discordi da tutti i lati.

Gli infissi per i muri interni ordinati non c'erano, quelli che abbiamo preso in sostituzione sono piccoli per il muro che avevamo in mente noi, bisogna sfoltire il tramezzo. Basterà per contenere l'inquinamento acustico di due mostri in crescita?

Ieri opa ha constatato una perdita d'acqua dal tetto, dove avevano messo un'antenna o satellite.

I bambini hanno ricominciato la scuola ed a ragione si sentono un po' trascurati. Spero la piantino o li trito, che la ricerca di attenzioni negative ha effetti deleteri sulla fragile psiche parentale. Se non si danno una regolata comincio con il valium della buonanotte.

La spesa fatta ieri è rimasta in casa nuova stamane non sapevo cosa fargli per pranzo a scuola. La maestra dice che ieri Orso ha finito alla ricreazione delle 10 tutto il suo pranzo e a pranzo non aveva più nulla. Ma perché mangia ogni tre giorni, quello lì?

Il capo è felice della rapidità con cui procedono i lavori, ma non ha superato lo stress da lavoro e sa già che appena ricominicia lunedi, andrà male. Gli ho proposto di lavorare mezze giornate il più possibile da casa nuova sfruttando la connessione non protetta di qualche vicino. così risolve sul posto tutti i dubbi dei muratori ed io ho la macchina per gli acquisti di materiale edile al volo, che manca sempre qualcosa. spero glielo facciano fare, altrimenti se lo ritrovano in malattia per i prossimi 3 mesi. Il medico del lavoro ha detto di farsi le vacanze e vedere se le cse miglioravano da sé. La povera non si rende conto né che carico di iperlavoro c'è stato negli scorsi 5 anni, né che vacanze abbiamo avuto. Lo scoprirà presto, temo.

Ma quest'uomo è una roccia e no mi preoccupo troppo. solo quel tanto da starci sveglia la notte, a volte.

In tutto ciò il tunnel che in 8 minuti ci porta da casa vecchia a casa nuova è chiuso per lavori, e dobbiamo farci un quarto di giro di tangenziale più tutto il pezzo tangenziale-casa nuova ogni volta che si va avanti e ndré.

Marina ha cominicato a preoccuparsi seriamente perché non ci sentiva né rispondevamo ai suoi messaggi. Io senza cellulare e tutto il giorno in giro non posso chiamare nessuno. ho dato un paio di bidoni, un paio di rogne si accumulano e fra un po' urlo.

E questo weekend dobbiamo andare dai suoceri per l'esame di nuoto di Ennio domani e spero mia suocera si tenga, perché anche lei si sta stressando per la situazione e la preoccupazione per lo stress di suo figlio, e sappiamo come sono deleterie le madri che si preoccupano che sei stressato. in un millesimo di secondo centuplicano lo stress.

Io e il capo, straordinariamente, ci facciamo pochissimi scazzi. È che quasi non abbiamo il tempo di parlarci. però ci amiamo, anche se platonicamente, visto che ogni notte uno o due figli cercano calore e conforto nel lettone.

Mi si è abbassata enormemente la vista. Ho bisogno la sera di luci forti per leggere, ma la mia lampada sul comodino si è frantumata e visto che la camera è alta 4 mt., non abbiamo mai appeso una luce centrale. E in sala da pranzo dorme mio suocero.

Insomma, situazione disperata ma non seria. Spero nessumo mi cerchi per dei lavori, nessuno mi faccia commenti non richiesti, che il computer si rimetta in carreggiata, che le comunicazioni riprendano il corso normale e che il capo non mi esca di testa.

Quindi, se al telegiornale vi dovessero parlare di una donna che ad Amsterdam se ne è andata in aceto e ha comininciato a sparare sulla folla dall'obelisco in piazza Dam, posso solo dirvi con certezza: NON sono io. Per ora.

Dimenticatemi tutti per un po', mandate generi di conforto e viveri per corriere. O venite a fare gli ospiti autonomi, che così c'è qualcuno a volte che risponde al telefono.

giovedì 14 agosto 2008

Leitmotiv

Ho per caso messo in macchina Diventa demente degli Skiantos e alle belve è piaciuto moltissimo. L'ho dovuto far andare fino al rientro a casa.

Non so che gusti musicali avranno da adolescenti. Mi preoccuperò a suo tempo.

mercoledì 13 agosto 2008

Mattine

8.36, 15 gradi esco da scuola a consegne effettuate ed ha appena smesso di piovere. La pioggerellina schifosa, che ti bagna a rate e che mi fa cadere le palle sul pavimento appena apro la porta di casa al mattino per portare i mostri a scuola. Un padre elegante con doppiopetto e calzoni neri antipioggia tira giù una pargola dal seggiolino della bici. Ecco, vorrei un padre così, che va al lavoro in bici e per strada consegna i figli a scuola. E vorrei che non piovesse dalle 8.10 alle 8.30. Ma per ora non ho né l'uno né l'altro

Che oggi comincia la seccatura stabile del mercoledi: Orso va normalmente a scuola ma non prima delle 8.15, ma Ennio va consegnato entro le 8:30 a un'altra scuola che ci presta la palestra. Imparerò a volare, o Orso imparerà a tenersi le paturnie del mattino il mercoledi.

Per fortuna il capo questa settimana è in vacanza, così lui consegna Orso e io ho la macchina per portare Ennio e per fortuna questa scuola è all'angolo della casa di Ruvy, quindi so esattamente come arrivarci. Sotto la pioggerellina del cavolo che ci mette di malumore, o forse ci mette solo me e io lo passo in giro. che stamattina, persino opa lo ha notato, i bambini pareva si fossero fatti un'endovena di glucosio. Impossibili da tenere, però allegri, e contenti loro contenta io.

Parcheggio stretta, salutiamo la maestra che è già qui e tiene aperta la porta per indicare la strada a chi arriva dei nostri, Ennio suona per sbaglio il claxon mentre si divincola attraverso lo sportello, ci rido sopra, gli dico di rientrare a prendersi la borsa, ed ecco che sta a metà tra i sedili davanti e quelli dietro e piange. Si sente umiliato facilmente questo mio povero bambino, o perché teme di far figuracce, o perché urlo, o perché lo rimprovero, ci dovrei stare più attenta, o spiegargli che non serve (come se fosse facile).
Update: oggi mi ha spiegato che gli è successo da oma e che lei si è arrabbiata. Secondo me si è solo spaventata, ma quando oma si arrabbia, meglio stare alla larga anche a lei. devo spiegargli che io non sono sua nonna, già fatico a spiegarlo al padre, a volte, che non sono sua madre. Uomini.

Entriamo abbracciati, Laura ignora il malumore, che ne ha almeno uno al giorno che proprio non ha voglia di scuola ed entra piangendo in classe, aiuto Ennio a spogliarsi e gli faccio le coccole, gli dico 4 volte di mettersi le scarpe da ginnastica, ma non mi sente, preso dagli amici che stannno salendo, lo richiamo.

"Non devi urlare".
"Hai ragione, ma è perché sono italiana, io parlo forte".

La palestra è grande e attrezzatissima, il maestro di ginnastica giovane. Stanno tutti seduti in fila sulla panchetta, un po'spersi, con le gambette abbronzate contro le scarpine da ginnastica bianche.

È ricominciato anche quest'anno scolastico. E fuori ha smesso di piovere. Tutta vita e lavoro ininterrotto fino alle 18:30.

martedì 12 agosto 2008

Traumi bancari


"Buongiorno signora, sono XY della Rabobank, lei ha da noi un conto imprese per la sua ditta."
"Si". Non devo iperventilare, non devo iperventilare.

"Io sono l'incaricato di gestire il suo portafoglio, e siccome non ci siamo mai conosciuti di persona, perché lei ha aperto il conto prima che arrivassi, ho pensato di telefonarle, salutarla e chiedere se aveva osservazioni o commenti sul nostro operato".

Cautamente:
"Si infatti avevoi aperto il conto con un suo collega, ma credo che adesso sia in pensione e secondo me è pure andato in Italia", che li trovo tutti io, quelli che vogliono rifarsi una vita in Italia. No, comunuqe va tutto bene, se ho domande l'help desk funziona ottimamente, e comunque fra un po' trasloco e ho già visto la filiale in cui mi trasferiro'".
"Va bene, comunque se avesse bisogno, non si preoccupi, chiami tranquillamente e poi magari quando trasloca ci mandi una comunicazione."

"Non mancherò, grazie e buon lavoro".

Non mi possono fare questo. Io sono una che alle prime sessioni di breathwork aveva capito di non fidarsi del mondo. Io sono sempre sulla difensiva, come Assurancetourix che sta sempre aspettando che gli cada il cielo sulla testa. Per me vale: nessuna nuova, buona nuova. Lasciatemi perdere che mi vengono le palpitazioni.

Richiama il telefono. Stesso numero. ma che vuole? No, non rispondo non ce la faccio. Magari il povero sta chiamado tutti i suoi clienti e si è sbagliato e poi ci imbarazziamo in due. Va bene, rispondo.

"Signora, stavo notando che lei ha un conto di vecchio tipo. invece con il nuovo conto imprenditori le possiamo offrire esattamente gli stessi servizi, carta di credito, operazioni via Internet eccetera, il conto corrente privato che lei ha già e pure un conto risparmio. Lei non ha un conto risparmio da noi, vero?"

Mentire. bisogna sempre mentire per salvarsi, mai ammettere l'evidenza. Non te lo dico che ho un conto risparmio altrove che mi conviene, anche se lo saprai benissimo vedendo il numero di conto dove dirottiamo gli extra e da cui li preleviamo nei periodi di magra. Voi sapete tutto di me, vi odio.

"No, non ho un conto risparmio da voi".
"Allora guardi, per lei non cambia assolutamentnte nulla, però le costa un po'di meno. Le mando un nuovo contratto lei lo veda con calma e me lo rimandi firmato. come dicevo, se le costa meno, perché tenersi il conto di vecchio tipo?"

Non ci posso credere. Ripeto, non ci posso credere. Ma pure le banche qui devono sorprendermi con effetti speciali e farmi venire i coccoloni? Io non ci sono abituata, sono fragile e ho un sacco di traumi nascosti che mi rendono a volte sgradevole.

Magari avrei preferito pagare di più il conto di vecchio tipo ed evitare tutto questo ottovolante emotivo. Però adesso alla mia banca voglio un po' più bene. Nonostante il suo essere banca. Sto solo cercando di capire dov'è la fregatura.

Condizioni lavorative Italia-Olanda


(questa busta blu è quella delle tasse. Quando arriva respiro sempre un po'più rapidamente, ma a volte mi dice che mi rendono dei soldi.)

Evidentemente l'autunno caldo incipiente, o le vacanze, stanno spingendo molti a riconsiderare la propria vita (noi per esempio abbiamo fantasticato di tornare un paio d'anni a vivere in Italia, follia, ovviamente, con una casa appena comprata e da ricostruire).

Un sacco di persone mi scrivono per informazioni su come si vive in Olanda. Io parto dal presupposto che ho solo la mia esperienza da raccontare, in quanto non sono un'esperta, e che questo penso di farlo bene o male nel blog. Però mi è sembrato utile condividere donmande e risposte specifiche in un ingegnere delle telecomunicazioni trentenne in Italia, per farci un attimo mente locale.

Ripeto, non sono un'esperta, ma credo che se cominiciamo così e chi vuole rispondere, dall'Olanda o dall'Italia con i propri dati concreti, creiamo una scorta di informazioni che poi ognuno può interpretare ed utilizzare come crede.

Non sto manco più a mettere le mani avanti. dico solo che se non arrivo a rispondere personalmente a mail private, è proprio perché non ce la faccio. però tutte le mail mi ispirano a capire quali argomenti possono essere utili e mi fa piacere ogni tanto, come qui, condividere informazioni. Qui sotto seguono le osservazioni italiane in corsivo con i miei mumble mumble dopo.

Per esempio in Italia si puo' dire che i salari siano bassi (non ci schiodiamo molto dai 1100 euro in media, salvo straordinari ovviamente), pero' mi pare che in italia si godano di piu' "privilegi", per esempio assistenza sociale e sanitaria, che in europa e' in generale privatizzata, quindi ha un costo superiore (che incide sul salario superiore).Ho il medico di base gratuito, come tutti i cittadini italiani.

Si, è bassino per un laureato che qui in genere prende di più. Se non sbaglio anche dai 1800-2000 euro. Non sono poi così d'accordo con la storia dei privilegi. Si in Olanda si paga un fisso mensile per l'assicurazione sanitaria, però la copertura di base è completa, compresi i medicinali. L'assistenza in ospedale è senz'altro superiore. In Italia c'è talmente tanta gente che si rivolge a strutture private (qui scarsine e soprattutto per le cose 'frivole'), il che dimostra che il pubblico non li soddisfa. Certo, stiamo parlando dell'assistenza di base. Certo, dipende da cosa vogliamo nella vita. Se vuoi antibiotici per ogni starnuto, scordatelo, non te li danno per il tuo bene. Certo, a volte te li danno tardi e li maledici per essere così cauti. Io partorire in Italia, mai, né nelle strutture pubbliche né in quelle privgate. Ma se avessi una gravidanza a rischio, chissà? Anche il discorso analisi. In Italia c'è chi ha la fissa di farsi controllare i trigliceridi due volte l'anno solo per lo sfizio, che poi se li ha alti non è che cambia dieta, si rifà le analisi due mesi dopo. Qui sono calvinisti, però partono anche dal presupposto che finché stai bene, è inutile interferire. Sicuramente ci sono meno sprechi, e per questo il sistema può offrire di più a tutti.

Comunque l'assicurazione privata non è costosissima e molti datori di lavoro ne rimborsano una parte tra i vari benefici. Non siamo assolutamente a livelli americani.

Le faccio il mio esempio.
Contratto tempo indeterminato, metalmeccanici 5° livello. Azienda di 49 dipendenti (elettronica). Lordo mensile (da contratto): 1457 (dal 1°gennaio 2009 saranno 1494, dal 1° settembre 2009 1524, in base al nuovo contratto appena rinnovato)
Netti: Circa 1100

Gesù, è davvero poco. Qui a orecchio direi che 2500-2800 euro netti per un ingegnere trentenne è più realistico.

Dovrei iniziare a costruirmi un fondo pensione, in quanto il sistema pensionistico italiano e' prossimo al collasso (ho gia' una stima di 80 euro/mese circa per integrare il mio attuale stipendio)

Qui è un po' la prassi, integrare. Esiste una pensione minima che tocca a chiunque abbia vissuto (non necessariamente lavorato) in Olanda dai 18 ai 65 anni. chi è arrivato tardi, come me, prenderà di meno proporzionalmente. schemi pensionistici ce ne sono di tutti i tipi, noi abbiamo preferito uno schema di risparmio + assicurazione sulla vita allegato al mutuo, che in ogni caso ci garantisce di poter estinguere il mutuo ed eventualmente, fra 30 anni, contare sul valore della casa.
Mio marito che è lavoratore dipendente ha cambiato diversi schemi a seconda dei datori di lavoro, il che non è mai una buona idea. C'è sempre la possibilità di integrare quello che ti offre il contratto, oppure fare direttamente qualcosa da sé. Ma io - e tutti - troviamo estremamente difficile capire cosa ci conviene, e ogni volta bisogna informarsi, magari con un consulente, e scoprire cosa è meglio.

Maturo 6 ore al mese di permessi retribuiti (se esco/entro prima).
Maturo 12 ore al mese di ferie retribuite, escluse festivita' (Natale/Pasqua, 2 giugno, 1 maggio, ecc...)

Se non sbaglio qui si parte da 28 giorni di ferie, più un tot di feste comandate. 16 settimane di maternità di cui le prime 4 obbligatoriamente alla fine della gravidanza, permessi parentali a volte. È molto diffuso il part-rtime tra le donne, anche senza figli da accudire, e tra i padri, ma è un fenomeno più recente e molti ancora sostengono di non poterselo permettere per la carriera. Cosa in parte vera per tanti lavori, bisognerà abituarsi

Lavoro 40 ore settimana,
Qui spesso si considera la settimana di 38 ore. Alcuni amici che lavorano nel pubblico e anche in certe aziende, possono scegliere per esempio di lavorare 4 giorni x 9 ore, e così riescono ad avere un giorno libero e uno stipendio quasi completo. Oppure lavorare 36 ore, in cui ogni due settimane hanno un giorno libero. Diciamo che per il part-time, data la sua diffusione, i datori di lavoro sono sicuramente più flessibili che in Italia, ma anche qui ci sono dei limiti dovuti all'azienda o alla funzione

posso fare straordinario (circa 10/11 euro/ora). Facendo 1 ora al giorno in piu' arriverei a 1250 netti di stipendio credo (credo che chi ha mutuo/figli sia costretto a farle, con Berlusconi saranno anche detassate)
Qui invece tassano tutto, quindi gli straordinari in genere si preferisce recuperarli in tempo, piuttosto che in soldi. Anche l'uso privato dell'auto aziedale e in più bisogna tenere il conto dei km, anche i regali di Natale o per ricorrenze che non possono superare un certo valore, altrimenti vengono tassati anche loro. In genere il sistema tasse funziona bene anche per il fatto che stanno molto attenti a non far passare delle forme di benefici che potrebbero essere un compenso sotterraneo. Le tasse si fanno pagare, ma non infieriscono troppo, ci si può parlare e ne vedi comunque l'utilità. Nonostante gli olandesi si lamentino per sport, i servizi ci sono e in genere funzionano

Potremmo parlare per giorni e non venirne fuori, e io lavoro da troppo tempo in modo autonomo (senza pensione integrativa, maternità ecc. ma mi sta bene così) per saper bene come funziona per i lavoratori dipendenti. Chiederò al capo, ma se qualcuno ha altre info, ce le mettete nei commenti? avverto subito che cancellerò d'ufficio tutti i casi troppo particolari, e terrò invece gli esempi che possono essere utili a tutti. Quindi il parto horror con 3 giorni di travaglio, cesareo all'ultimo minuto, errori medici con denuncia in corso all'ordine sono drammi umani, che contano su tutta la mia compassione, ma onestamente non vale allo scopo di quello che vorrei discutere qui.

E comunque, mandatemi anche le esperienze di questo tipo, che prima o poi vorrei fare un post su maternità in Olanda.

domenica 10 agosto 2008

Treni, deviazioni e corse sostitutive

Ultimamente la lettera e relativa risposta e controrisposta su Repubblica sul confronto treni olandesi-italiani. Ci aggiungo la mia.

"Ma siamo arrivati?"
"Si, adesso scendiamo, poi saliamo in stazione con la scala mobile e poi prendiamo il treno ed arriviamo ad Amsterdam".

Un genio. Mio marito è un genio, a me il dettaglio della scala mobile non sarebbe mai venuto in mente.

Che non solo atterriamo ad Eindhoven e ci tocca prendere un taxi che la navetta per la stazione è in ritardo e siamo gli ultimi della fila. Non solo ci annunciano che tra Den Bosch e Utrecht ci sono lavori e ci trasporteranno per bus. Non solo siamo carichi di bagagli, che tra i saldi e le cose che avevo lasciato a lavare ci siamo riempiti, ma abbiamo anche trovato una pecorella smarrita.

Una signora sopra i 60 anni, che all'annuncio che dovevamo scendere dal treno e proseguire in bus ha cominicato a ripetere con voce lamentosa:

"Ma io devo andare ad Amsterdam. Devo andare ad Amsterdam. Io devo andare ad Amsterdam".

"Ma è normale secondo te questa signora?"
"No", fa il capo.

Penso ai bambini che stanno per arrivare a casa con opa. Alla seccatura di doverci trascinare tutte queste borse. al dubbio se non troveremo traffico in autostrada. A che ora arriveremo a casa. E ignoro la signora.

"Porcaccia miseria. Io devo andare ad Amsterdam. Porcaccia miseria".

Manco ci guardiamo per consultarci, io e il capo. Che ormai ci conosciamo bene e so cosa sta per dire.

"Signora, noi andiamo ad Amsterdam. Lei viene con noi e prendiamo l'autobus."
Io con la mano libera le prendo la valigia, montiamo sull'ascensore più lento che abbiamo mai visto, poi riscendiamo all'altro lato e ci mettiamo in fila per l'autobus.

"Porcaccia miseria. La mia amica in Limburgo, poi devo telefonarle. Porcaccia miseria. Lei si preoccupoava che devo prendere l'autobus e poi il treno. Io devo andare ad Amsterdam".

Alla fila si aggiunge una ragazza marocchina con il velo, un bambino per mano e uno piccolo attaccato al marsupio. Tengo d'occhio il grande, se si allontana o scappa via lo placco per riconsegnarlo alla madre. Che chissà perché, fino all'anno scorso tutti i miei viaggi con i bambini erano dei faticosi esercizi fisici, e per fortuna qualcuno me li riportava, quando ero bloccata da bagagli e cose varie.

"Porcaccia miseria, non ci voleva"
"Vero", concordo.

Finché si tiene sulle frasi standard la signora la capisco. Ma poi mi perdo. Per fortuna il capo le dà retta. Pare abiti in comunità ad Amsterdam e sia andata a trovare questa amica in Limburgo. È veramente sconvolta da tutti questi cambiamenti.

Mi rendo conto per l'ennesima volta come avere dei limiti (una caviglia slogata, un pancione, un bambino che si rifiuta di camminare) e cercare di fare una vita autonoma e soprattutto mobile sia un grosso guaio quando capitano gli imprevisti. Ci penso un po' sopra.

Se dio vuole arriva il pullman, la signora non si fida a lasciare la valigia sotto con le altre.

"E se poi non la trovo?"
"Ma c'è il suo nome sopra?"

Il capo rivolta un etichetta e legge, ma è una calligrafia faticosa.

"Rita", faccio io, "è la signora Rita".
"Lei si chiama Rita?" chiede il capo, sempre con il suo tono tranquillo, determinato e misurato, da quando lo sento parlare con la signora.
"Si".
"Allora non c'è problema, quando scendiamo leggiamo il nome".

La signora non sembra convinta, ma la ragazza in divisa da ferroviera che aiuta a caricare i bagagli, tranquilla e decisa le dice:
"Dia qui, signora, le prometto che ci penso io".

Saliamo. Durante il viaggio la signora prosegue con le sue giaculatorie, ogni tanto parla al capo che l'ascolta. Poi arriviamo ad Utrecht e deve andare in bagno. Prima di arrivare alle toilette vediamo che tra due minuti parte un treno.

"Signora, saliamo sul treno così possiamo usare il bagno lì".
Ci trasciniamo giù con lei e tutte le valigie giù, troviamo posto vicini, quando il treno parte il capo mi spedisce con lei alla toilette. Poi mi accorgo che la porta si è incastrata ma non chiusa e ci tengo un dito sopra, per evitare che le si spalanchi al primo scossone.

Mentre stiamo per arrivare ad Amsterdam, ripete la storia di telefonare alla sua amica per tranquillizarla sul cambio di percorso.

"... perché c'erano due persone che mi hanno aiutata, abbiamo preso l'autobus, poi di nuovo il treno e siamo arrivati ad Amsterdam."
Ci pensa.
"Non è stata poi una cosa così terribile", si dice.

All'atrio le chiediamo di nuovo se si ricorda come arrivare a casa o se vuole che l'accompagniamo. Si, lo sa, la vediamo immediatamente molto sicura di sé, ci ringrazia e ci salutiamo.

"In fondo, non l'avrebbero mandata da sola in treno dal Limburgo ad Amsterdam se non fosse in grado di cavarsela".
"Massì, è solo l'incertezza dei cambiamenti che l'ha stressata", dico io.

Non dico che quando alla stazione ci hanno annunciato il contrattempo mi stavano per cadere le braccia. Che l'essere in balia dei mezzi pubblici stressa parecchio anche me.

Però dopo oggi, mi dico che se proprio un giorno mi tocca, spero di finire come Iris Murdoch. Con un marito che mi accudirà pazientemente quando e se avrò l'Alzheimer.

Apparizioni

"Questa è un'apparizione", esordisco mentre Monica mi apre la porta.
"Ma quanto mai".

Purtroppo ho il brutto vizio di fare 3000 cose contemporaneamente, o perché la vita mi ci costringe o perché mi perdo. Ed è una brutta cosa, perché ho sempre l'idea di trascurare gli amici. Per cui a volte faccio quete visite lampo, almeno per vederci 30 secondi, toccarci un'attimo, aggiornarci al volo. a volte arrivo a sedermi un momento.

È cominciata quando in estate lavoravo in albergo anche 16 ore al giorno (e non saltavo neanche mai una sessione d'autunno, forse saper fare 3000 cose contemporaneamente serve). Allora a volte, tra una commissione e l'altra, passavo al volo da Monica (magari con la macchina carica di verdura che il cuoco aspettava maledicendomi) per farmi vedere ed eventualmente mettermi d'accordo per qualche uscita (erano tempi pre-cellulari). Quando poi sono andata all'estero, ancora peggio.

Comunque risale a questo il nome di apparizioni che Monica dà a queste mie visite. Appaio, annuncio, mi bevo un succo di frutta se me lo offrono e scompaio.

Un po' come quella tipa lì, la sapete, la modella dei pittori, che la vedono ovunque, e che stimola grandi flussi turistici in località fino a quel momento disperse nel nulla. Solo lei non si fa più vedere. Io invece niente, non solo mi tocca muovermi io, ma ad Amsterdam i miei amici ci vengono poco. e se ci vengono, fanno apparizioni anche loro. Devo essere una portatrice sana di apparizioni.

venerdì 8 agosto 2008

Mannaggia a la zappa...

... (si dice da noi quando qualcuno fa danno, per esempio con una zappa), e a chi te l'ha messa in mano (tanto per dire che la responsabilità individuale non esiste poi davvero. Se uno è labile di suo, chi lo conosce e gli sta vicino deve proteggerlo da sé stesso, nascondendogli gli oggetti pericolosi. Per esempio la zappa. O il telefonino).

Insomma, sono scomparsa per un po' perché partendo per il mare ho messo via le cose inutili, tra cui la tesserina con i codici magici della SIM italiana. Poi, visto che la uso poco, per comprare la ricarica, ho sventrato il telefonino per vedere cosa c'era scritto sopra. Così si è spento e per riaccenderlo avevo bisogno del codice PIN, che non ricordo e non ho cambiato. Abbiamo sbagliato 3 volte (il capo che conosce i suoi polli ha tentato con 0000 e con 1234, io con quello che credevo di ricordarmi). A quel punto l'aggeggio mi ha chiesto il codice PUK.

Ora, io non so voi, ma quando qualcuno mi fa domande così intime e personali, poi ho reazioni strane e inconsulte. Mi sono detta: 'affanculo. Il telefono resta spento.

E così mi sono goduta tre giorni in missione piastrelle con il capo, inframezzate da bagni nel mare della mia infanzia e cene con gli amici e i parenti, mi sono strafocata di pesce anche se non era molto chiaro se il fermo biologico fosse già iniziato o no, e mi sono rifiutata di attaccare il laptop a Internet, che non avevo voglia e avevo troppo da fare.

E non sono neanche andata a Fano a sentire le insolite note, che mi dispiace proprio tanto, ma non mancherà altra occasione.

Che dire, tre interi giorni senza telefono e computer.

Ragazzi, questa si che è vacanza. Anche se non eravamo venuti in vacanza.

E sulle piastrelle non ci siamo manco chiariti le idee, ma vuoi mettere, io e il capo, per la prima volta in Italia senza figli, praticamente due fidanzatini.

Le belve mi mancano, come no. Ho visto per la prima volta da quando è nato il figlio di mio cugino, un bambinone di otto anni, che mi sembra abbia qualcosa di Orso tra occhi e naso, e me lo sarei mangiato i bacetti, per compensare. Ho evitato, per non creargli il truma da zia pazza. Che già li vedo poco questi nipotozzi.

Ho ricevuto due non-inviti a fare da madrina di cresima a mia nipote (si, quella che non parla con nessuno, però si cresima) e da testimone all'altra mia coppia di amici contraria al matrimonio ma che è costretta a sposarsi per i soliti motivi pratici di chi vuole condividere la quotidianità, il possesso di una casa e un cane, e forse il desiderio di riprodursi. Non me lo hanno chiesto che sanno come sto messa nei prossimi mesi.

Mi fa piacere. Però mi dispiace. Ecco, se qualcuno si chiede cosa voglia dire andare a vivere fuori, sono anche queste rinunce affettive. Oltre all'uso saltuario di SIM con cui non sei davvero in intimità, e che te ne fanno di tutti i colori.

domenica 3 agosto 2008

Le meraviglie della scienza e della tecnica


No, dico, adesso conservano il DNA di tutti i minorenni che sono venuti in contatto con la legge. Bello.

Quindi tu ad 11 anni litighi a scuola e tiri i capelli ad un'amichetta, la mamma si incazza, e ti schedano per aggressione (è successo).

Oppure esci con un amico che rimane coinvolto in una rissa, resti nei paraggi per vedere se devi aiutarlo, ma non partecipi, e qualunque osa accadrà in futuro sei schedato con DNA e tutto come un soggetto che continua a frequentare il luogo del delitto (una piazza con discoteche e locali). (Anche questo ragazzino qui, ha la colpa di continuare a voler andare in discoteca a 16 anni. Fa male, no?)

Gli avvocati e i genitori sono incazzati neri, i giudici finora avevano una misura di discrezionalità che usavano con il buon senso, adesso tutto questo è finito.

Quindi attenti a non prendere un taxi se alcune ore dopo qualcuno aggredisce il tassista: ci sono i tuoi capelli, sei il primo/a che vengono a cercare.

Attenti a non buttare una cicca per strada sulla Leidsestraat quando fai shopping, perché se a sera qualche ubriaco e impasticcato fa casino, sei sempre tu il primo che vengono a cercare.

Esagerati, ti dicono, anche adesso i dossier dei condannati vengono conservati per 30anni. Ma stiamo parlando di adulti e di fatti penali. Non di bambini e ragazzi che ancora possono imparare dai propri errori, e non di ragazzate.

Tanto il nocciolo duro di ragazzini incorreggibili, recidivi e che sai che si danno alla piccola criminalita, la polizia li conosce benissimo e sa dove abitano. Non gli serve il DNA per trovarli.

Non so, tutta questa idea di creare un mondo più sicuro per i nostri figli mi è sempre sembrata sospetta. Ma il nostro di mondo, non lo era già abbastanza? I pedofili ci sono sempre stati e i figli all'oratorio ce li mandavano tutti, gli stronzi c'erano pure e continuano ad andare avanti pure loro.

Meno male che nessuno oggi può venire ad arrestarmi per tutte le mazzate che davo ai maschi alle elementari. (Sarei in galera metà del tempo). Così mi tocca educare i figli alla non-violenza e giuro, è difficile. Non mi sento credibile.

sabato 2 agosto 2008

Gay Pride e Uitmarkt


E pure quest'anno sono riuscita a perdermi la parata in barca del Gay Pride. Peccato, ci tenevo tanto, soprattutto a quella dei pompieri.

Mi sa che è una di quelle assuefazioni amsterdammesi: dei miei amici diretti interessati non ce n'è uno che non sia in vacanza altrove questo weekend. Il fatto è che con tutto quello che succede qui e che vorresti vedere, poi va a finire che la vita quotidiana ti assorbe e decidi piuttosto di andare a fare la spesa o a dormire presto.

Pensavo al discorso telefonico ieri con la redattrice di Living: mi vogliono per una loro rubrica di 4 ritratti a tema, e questa volta il tema è: la mamma, visto che il numero è dedicato all'Italia. Vogliono parlare di cucina. e certo, io sono una professionista italiana in Olanda, una giornalista italiana in Olanda, un'imprenditrice italiana in Olanda, un'attrice italiana in Olanda. Ma chissà perché, devono parlare di cosa cucino ai figli.

Ma perché non parliamo per una volta di altro, perché dovete sempre intervistare il solito ristoratore. L'Olanda è piena di italiani che fanno i ricercatori, che stanno meglio qui perché si possono sposare anche se omosessuali, che lavorano in campo culturale, nei media. Pare l'abbia convinta una cosa sola: un italiano omosex per il tema la mamma. La vede come un rifugiato per motivi politici. Be, che se lo trovi lei, uno che le viene a dire che è scappato in Olanda per vivere la sua gaytudine in libertà e che adesso spignatta felice. Poi mi dico io, i pregiudizi.

E allora lasciamo perdere i gay e pensiamo ai figli. Adesso devo vedere se riesco a smistarli per l'ultimo weekend di agosto, l'Uitmarkt, che è la vetrina di tutte le manifestazioni culturali della stagione entrante: concerti, teatro, film, happening, tutto gratis. Ti prendi il programma, decidi cosa vuoi vedere (ed è moltissimo) e ti metti in fila.

L'anno scorso allo Stadsschouwburg con Ruvy ci siamo visti una parte delle Tragedie romane (da Shakespeare) del TCA. Una produzione teatral-multimediale spaventosamente complessa, bellissima (ma noi l'avevamo già fatto, nel nostro piccolo, 4 anni prima con Giochi di Mano).

Insomma, salto il Gay pride ma mi tengo pronta per l'Uitmarkt, di cui dirò ancora a suo tempo. Per l'ultima volta che ce l'ho davanti casa, prima del trasloco.

Innamorarsi secondo Orso


"Innamorarsi è che ci sono un ragazzo e una ragazza e si danno un bacetto e poi esce un cuore".

"Allora se io ti do un bacetto" e intanto bacio Orso "il cuore dov'è?"

Ci pensa.
"Il cuore non esiste davvero".

Stamattina Orso si è svegliato con un umore di contrappunto, e neanche i bacetti fanno presa. Poi però siamo andati alla vasca delle palle e gli è passata. Adesso sono partiti con opa e domani il capo e io facciamo la toccata e fuga in Italia con la scusa di sceglier piastrelle e fare shopping vario.

Per una settimana ci daremo bacetti e cercheremo di vedere se sorgono automaticamente i cuoricini. che baciarsi fa comunque bene contro lo stress.

venerdì 1 agosto 2008

Innamorati

"Voi siete innamorati", constata Orso mentre approfittando di un momento di pausa al picnic per i 51 anni di Silva all'Oosterpark mi abbraccio e mi coccolo il capo, che mi è mancato tanto.

"Si, gli fa suo padre, e tu? tu sei innamorato?"
"Io mi innamoro solo delle bimbe piccole"

"Speriamo che crescendo gli passi, commenta oma al telefono, altrimenti finisce alla voce pedofilia".

Comunque l'amore è la cosa più bella del mondo.