mercoledì 30 marzo 2011

Numberuanitudini

Nr. one o Gnorpo grande sta crescendo un sacco. In una settimana è passato dalla 134 alla 140 e mi sa che non ha intenzione di fermarsi prima dell' estate. Le scarpe comprate quest' inverno ai saldi e in crescita sono le uniche gli gli entrano. E tutto il lavoro intensivissimo degli ultimi mesi, che non sembra, ma ci abbiamo lavorato come in miniera su questo bambino io e il capo e i nonni, si vedono tutti.

Luned`^, e sicuramente non per sua scelta, però si è rassegnato, ha smesso di andare dalla terapeuta, con la rassicurazione che se un giorno dovesse star di nuovo male o pensare di averne bisogno, pu`ø sempre tornarci.

Ora, io non so bene che tipo di cognizione abbia avuto lui sulla terapia, a parte che è talmente positiva che suo fratello ha fatto il diavolo a 4 quattro per riuscire ad andarci anche lui (comunque Orso non ci va per la terapia, ma per una pecetta veloce di controllo).

Di suo mi dice che giocano e mi racconta i giochi che fanno. Di lei so le cose che ci riferisce nei colloqui insieme al capo, a scuola e per e-mail. Ma lui capisce davvero che non è solo per giocare che lo portiamo da lei (e che paghiamo, sa anche questo, non so bene come)? Boh.

E l' ultima mail mi dice:
"Ennio mi ha spiegato che quando la mattina gli viene il mal di pancia non è che stia veramente male ma è che non si sente di andare a scuola perchè la trova noiosa. Vostro figlio è veramente un grande".

Anch' io lo trovo un grande, ma l' ho sempre saputo che con un po' di aiuto lui le cose che lo scocciano le sa dire. E questo era il nostro unico progetto educativo concreto quando con il capo abbiamo deciso di avere figli, lo aveva formulato lui. Arrivare a costruire un rapporto di fiducia con i tuoi figli in modo che sappiano sempre che ci sei per loro e che se c' è qualcosa che non va sei la prima persona a cui lo vengono a dire nella fiducia che troverete insieme una soluzione.

Io per esempio alcune delle cose veramente importanti della mia vita ai miei sul momento non sono mai riuscita a dirgliele, convinta che non mi avrebbero presa sul serio, o per non ferirli. ancora ci torno su queste questioni con mio padre e mi faccio delle grandi litigate. Se non chè mio padre è morto nel 1995 e direi che se mi decidevo prima magari era meglio. Con mia madre per fortuna le abbiamo sviscerate per dritto e per rovescio senza sensi di colpa e pippe. Si fa sempre a tempo a imparare.

Vista così direi che ci stiamo riuscendo benissimo, con tutti gli alti e bassi della nostra umanità e tirar su due figli che corrispondono un po' alla nostra idea di genitorialità e filialità. Non ci siamo mai aspettati che fosse facile ed in effetti è un gran lavoro che facciamo soprattutto su di noi.

Però il gran regalo sono due figli con cui mi diverto così tanto, ma così tanto.

martedì 29 marzo 2011

Primo giorno al parco e nonnità di Orso



Il martedi ormai è il mio unico giorno lungo in cui combinare qualcosa al pomeriggio con i bambini al doposcuola. C' era una volta anche il lunedi, ma il lunedì era diventato il giorno della terapeuta con mansarda piena di giochi bellissimi.

Insomma, oggi c' era da fare parecchio, il sole, ma la mattina mi sono trascinata tra un dovere e l' altro con la pecundrìa, tanto ho tutto il pomeriggio, mi dico. E alle 15, con la maschera di semi di lino all' anice che mi stava parcheggiata in frigo da due mesi spalmata in testa, mi stavo facendo un aggiornamento veloce con Graz prima della doccia quando chiama la scuola.

"Sono la maestra di Ennio, lui ancora non è stato ripreso" .
"Come, dove quando" la maschera mi sgocciola sul collo " ma è martedì, hanno il doposcuola".
' Si ma oggi è chiuso per il corso di formazione" .

Cavolo, è vero, avevo vagamente visto-sentito qualcosa, ma perchè non mi mandano una mail, mannaggialloro, che le bacheche sono talmente 1.0.

" Arrivo subito, ma allora anche Orso sta da qualche parte in giro?"
" Avverto io anche per lui" .


Poi arrivo ed entrambe le maestre stanno al sole con i miei abbandonati, che si precipitano a giocare, mentre io cerco di riportarmeli. Vogliamo andare da Nemo a comprare il robottino a molla promesso a Orso, e allora perchè non andare allo zoo che abbiamo la carta ma negli ultimi due anni ci siamo andati pochissimo. Poi guardo l' ora e decidiamo di andare al parco che almeno non chiude fra mezz' ora.

A giocare nel nostro fortino preferito e con la pompa per costruire dighe e sbarramenti (i bambini olandesi confrontati con acqua e sabbia non costruiscono un castello, costruiscono le dighe, sappiatelo).

Andandoci in bici e skelter, che vanno fatte girare queste ruote.

A confrontarci con dei ragazzetti di cui Ennio è diffidentissimo, Orso si mette a piangere perchè uno comincia a pompare acqua mentre lui aveva deciso che sulla sua diga non ci va l' acqua e mi tocca chiedergli se per favore vuole giocare senza far scorrere l' acqua e poi Ennio mi dice che erano i ragazzi che mesi fa, sotto casa, gli avevano chiesto di riportarsi lo skelter a casa loro in prestito, che lui si è rifiutato e se l' è data a gambe.

Primavera, dolce stagione. E abbiamo persino scoperto dei pescetti baby inaspettati nell' acquario di Orso, regalo di compleanno.

" Ma dobbiamo dare un nome ai pesci" dicevo io.
: Ce l' hanno già".
" E come si chiamano?"
"Pesce uno, pesce due e pesce tre" .

Da tre settimane quell' acquario sta un po' provvisorio, ho cambiato una volta l' acqua e ogni volta che ritrovo in giro una di quelle bellissime pietre che io e Orso raccogliamo con passione, ce la ficco dentro almeno mi tolgo il pensiero di dove metterla e se buttarla. Il sasso arreda tanto in un acquario, ma volevo informarmi su qualche alghetta, quelle robe che ne fanno un ecosistema autopulente, invece nulla, acqua, due sassi e un po' di mangime quando ci ricordiamo e anche in questo lager la natura segue il suo corso e ci nascono i pescetti.

Non c' è dubbio, è primavera.

Il mio secondogenito è diventato nonno putativo. non so se preferivo la crisi di mezza età.

lunedì 28 marzo 2011

Soddisfazioni di primavera


Mi è bastato seguire un paio di partite di Ennio per capire che dall' anno scorso è migliorato moltissimo e che in difesa è davvero bravo.

Nel weekend siamo stati dai nonni, mi sono alzata per colazione e alle 10 mi sono rimessa a letto fino alle 13 (interrotta 4 volte dai figli e 2-3 dal capo, che questa gente non ha l' hobby del pisolo.

Ho rivisto con enorme piacere Marcello e conosciuto i suoi compagni di teatro e capito che quando fai ilm magistero all' Aquila, vuoi o non vuoi di vista ti conosci anche se lo scopri 23 anni dopo. mi ha fatto bene parlare con loro di cosa rappresenti per noi fare teatro e poi vederli all' opera. intanto un pubblico enorme, per le circostanze, con parecchi bambini, spettacolo bellissimo e oggi in macchina gli Gnorpoli mi raccontavano le parti che gli erano piaciute di più.

E grazie alle trasferte Amsterdam-Groningen ho iniziato e sono a buonissimo punto con un golfino all' uncinetto fatto tutto a occhio e senza modello (ma chi l' ha mai fatto un golfino all' uncionetto? E ai ferri saranno 20 che non ne faccio). E devo solo fare una piccola correzione che forse manco serve, ma per tigna la faccio.

Godiamoci queste piccole soddisfazioni di primavera.

sabato 26 marzo 2011

Oggi a Groningen, alle 15, a cura della Dante Alighieri Groningen. Ci saremo anche noi con gli Gnorpoli per stare con questi amici aquilani in tournee.

giovedì 24 marzo 2011

Cosa cova nel nido




No, non sono incinta, che certi titoli meglio disambiguarli subito.

Ma ho deciso ufficialmente che sono uscita dai due anni di buco nero, ho deciso che da oggi sto bene e lavoro costruttivamente, e se mi rincazzo di nuovo per le stronzate, datemi un calcio (o mandatemi un fiore, a scelta).

Quindi mi sembra bello condividere con voi una delle cose che mi stanno entusiasmando e occupando la testa adesso.

Voi, nello specifico, cosa sapete dell' Europa dell' Est? E tra tutti quanti, lo sappiamo dove finisce l' Europa? A nord nel polo nord, a ovest nell' oceano atlantico, a sud in braccio a Gheddafi ("un piedino ella tiene nelle onde calde fin quasi a toccar l' Africa/ e la testa e le grandi chiome, poggiate sulle Alpi" era il testo di un dettato fatto alle elementari sul tema: guarda l' Italia).

E a est? Cosa c' è a est di paperino? Pensiamoci bene, perchè sono proprio i confini sfilacciati ad est quelli dove sono sempre siuccesse le cose più interessanti, quelle che ci hanno segnati, palesemente e segretamente, come Europa e come europei.

Allora, lo sappiamo dove finisce l' Europa? cosa c' è a est?

Voglio scrivere uno spettacolo su questi confini fluttuanti e cercare di rispondere alla domanda. All' inizio, un anno fa, quando ho avuto la scintilla, ho pensato a una storia della Polonia nel '900 come bignamino per capire cosa c' è in Europa.

Eh, ma se cominci a parlare della storia di Polonia si parte da Bona Sforza, passando per i cavalieri teutonici, le spartizioni, e la Germania e la Russia e L' Austria felix, ci entra e si esce dalle repubbliche baltiche, si ingloba e si risputano l' Ucraina e la Bielorussia. La Moldavia, diobono, la Moldavia, cosa ne sappiamo?

Non so se lo sapevate, ma a un certo punto la Polonia era uno stato enorme con confini che arrivavano al Mar Nero (e il Mar Nero, adesso che ne stiamo parlando, è Europa? Intanto ci sta Yalta).

La cortina di ferro ha avvolto per decenni come se fosse un territorio indifferenziato una grossa fetta di Europa, che noi non lo sapevamo, ma loro sempre europei si sono sentiti, che nei secoli guardavano più a Berlino, Parigi e Londra che non a Mosca. In Polonia abbiamo avuto le dinastie svedesi e quelle ungheresi.

Vi sembra ancora che la Ue sia un grosso progetto politico-commerciale astratto? è perchè non conosciamo e non abbiamo mai veramente voluto conoscere i confini a est. Cioè, scusate abbiamo tutta l' Europa davanti a noi e stiamo a dibattere sul sole delle Alpi e i crocifissi nelle scuole?

Come dice sempre l' amico Ruvy, mio fratello di sangue e teatro, tocca sprovincializzarsi.

Io comincio da qui e non lo faccio con Ruvy stavolta. Lo faccio con Kata e il suo complesso di musica ungaro-klezmer-gipsy swing. Loro il repertorio musicale ce l' hanno già, io i testi in italiano li ho e adesso me li cerco o riscrivo o traduco. Vogliono la prima ad ottobre. Toccherà muoversi, se voglio ricominciare a cantare pure io. Tanto il repertorio yiddisch me lo canta Isa.

Tutte le collaborazioni sono uscite fuori tra domenica e ieri e ho pure già fatto una prova. I testi che mi hanno ispirata finora erano " La mia Europa" di Czeslaw Milosz, i due libri di Helena Janeczek, quello di Olek Mincer, e soprattutto, riordinando lunedì la libreria, Isaac Babel che mi si è aperto tra le mani con una citazione che mi serve. I.B. Singer di cui parlavo pochi giorni fa con Giulia. Bruno Schultz, Ida Finbk, " Vedi alla voce amore". Il memoriale di deportazione di Ciocia Janeczka che andavo traducendo. mi sembra di vedere da subito che l' Europa da est parte dalla Galizia.

E siccome è un progetto allo stato magmatico, se avete testi, canzoni, spunti o idee, racconti piccoli e grandi e ricette, fatemelo sapere, come sempre, su orsovolante presso gmail.com. Visto che l' Europa è una cosa che stiamo facendoci insieme.

Aperto il concorso per un titolo, almeno un working-title, a tutto ciò.

mercoledì 23 marzo 2011

Per sfinimento

Allora, ho fatto un lavoro da 100 euro. Ne ho anticipati, rendicontati e fatturati oltre 200 di spese. Ho effettuato telefonate a sfinimento per degli interi quarti d' ora. Quando vedo il numero sul display comincia ad alterarmisi la voce. Perchè sono discussioni in base al fatto che: vedo dagli orari del buono parcheggio e del documento che per i primi due uffici ci ha messo in fondo un ora e mezzo. Cioè, le pulci al sesso degli angeli, diobò. Ho ceduto perchè non lo reggo più un altro travaso di bile. Ma ho la tentazione di passare tutto al tritadocumenti e dirgli di trovarsi qualcun altro e rifare il tutto. O di spedirgli la documentazione compresi allegati, 11 pagine, in 11 buste diverse, visto che stavolta il corriere lo pagano loro. Tutti con l' urgenza dhl.

Ci credete che sono riusciti a chiamarmi a ora di cena per farmi calare la tariffa da corriere da 100 a 50 euro? Una multinazionale con non so quante società off- shore. Ma quanto costa il tempo mio e della povera impiegata a farci queste discussioni, povera donna, che ho alzato la voce (ma non urlato) quel paio di volte?

Qualcuno ha un barattolo di MOM da passarmi, che glieli allego ai documenti?

(E allora ho appena spedito una mail di naming adn shaming all' altra azienda che oltre a dovermi pagare fa il contrario, non mi telefona e mi ignora. Se per domani non rispondono ho già provveduto alla società di recupero crediti a cui darò il via).

Sono feroce, vi avverto. (ma solo per il lavoro pagnotta, che sul cotè creativo ho una notizia fe-no-me-na-le da darvi. Domani, quando ci ho dormito sopra).

(E no, non è un libro, ma potrebbe diventarlo)

Bello no, ma facile si



Lo slogan dell' ufficio imposte olandese è: non possiamo abbellirlo, ma possiamo semplificarlo. Con l' idea che se pagare le tasse in tempo è più facile che tentate di svicolare, uno fa prima a pagarle, e rischia di farlo persino volentieri quando si rende conto di tutti i vantaggi che ha e dei servizi alla comunità che ci si finanza (tranne la cultura, perchè adesso sono al potere le destre e secondo loro la cultura è un hobby di sinistra).

Però il cartello sopra mi ha uccisa. Praticamente siccome la dichiarazione dei redditi va fatta entro aprile, e se la fai elettronicamente tocca schiacciare Invia prima di mezzanotte, ti ricordano di tener presente l' ora solare perchè hai un' ora di meno.

Cioè, quando si dice la gente coerente.

(quelli del parcheggio invece sono degli stronzi, ho fatto un ricorso giustificatissimo per una multa che mi hanno fatto proprio mentre ero alla macchinetta a pagare e non me l' hanno accolta con una cosa preterstuosa. E siccome non posso spedire un nuovo ricorso per dirgli: cocchi belli voi non mi avete detto se i cinque minuti che ci ho messo per pagare me li accettate o no considerato che non ho il dono dell' ubiquita e a camminare aspettare, tirare fuori il portafoglio e rientrare quelli sono i tempi. volevo andare in tribunale, perchè quello ti dicono, se non sei d' accordo puoi ancora rivolgerti al tribunale pagando i diritti di cancelleria (che costano più della multa, ma li avrei pagati volentieri), ma a chi lo faccio un dispetto? A loro certo no).

Insomma, le tasse, se riesco a metter mano al mio casino contabile, le pagherò volentieri, ma quelli della Cition meglio che mi stiano ala larga, perchè viene voglia di rivolgersi all' ombudsman per quanto ti complicano la vita, perchè evidentemente il comune di Amsterdam tira su i soldi dove può, che sono tempi duri.

lunedì 21 marzo 2011

Terapia occupazionale e regalo per voi


Queste spillette in feltro e bottoni fanno parte della terapia occupazionale stamattina con Giulia, dopo essere stata 15 minuti al telefono con un cliente che non solo mi ha costretta a richiedere alla Camera di commercio (centro accanto alla stazione) un nuovo documento (vai, parcheggia, entra, prendi il numero, aspetta ed esegui), portarlo in Tribunale, che sta esattamente dal capo opposto della città e a quell' ora prendere il centro o prendere la tangenziale non fa la minima differenza, parcheggiare richiedere atendere ecc., e poi in Consolato (il lato del centro più incasinato da raggiungere dal tribunale lungo tutti i cantieri della futura metropolitana), che vi dico solo che ho un passaporto scaduto da tre anni e ancora non riesco a farlo pur di non andare a fare la fila in consolato (e poi perchè bisogna prendere prima l' appuntamento su Internet) per legalizzare la loro traduzione e poi farla venire a ritirare dal corriere.

Il tutto da farsi venerdì perchè per loro lunedi era tardi e si da il caso che io venerdì avevo una fiera da allestire per 10 espositori, con carichi non consegnati e rogne varie di suo, e invece sono uscita alle 8 e sono rientrata alle 14 solo per fare questo. E non avendo un buco di tre ore in cui farmi raggiungere dal corriere e colta da dubbio, ho aspettato a inviare perchè nel frattempo il cliente mi aveva detto per mail che in fondo gli serve per il 29 e c' era tempo.

E questi clienti che mi chiedono una cosa e poi c' è fretta e se non posso andare e portare e venire, e va bene 20, no, va bene anche trenta e siccome sono in giro per loro ci diciamo tutto per telefono e quando alla fine fatturo spiegando che almeno la benzina, il parcheggio e un rimborso me lo devono pagare, il tutto che va sempre a finire che è l' ultimo momento e mi tocca correre mentre in realtà il tempo passa e per quel giorno lì avevo altro da fare che ora mi tocca trascurare, ecco, mi sono poi ricordata venerdì nella fretta che uno così di cliente italiano l' avevo già avuto a natale e già allora avevo fatto una fatica spaventosa a farmi pagare). e allora se c' è tempo fino al 29 meglio che prima mi paghino e poi mando il corriere.

Ovviamente sono stati chiusi giovedi e venerdì, ma che ne sapevo, chi tace acconsente, perchè gli avevo detto di chiamarmi se non volevano che facessi così. Infatti volevano che lo facessi gratis.

Ora, io sono orgogliosa di me stessa. Perchè ho esordito dicendo che mi meraviglio che loro che sono una azienda (con tutte le società off-shore, che sarà legale ma eticamente io le trovo reprensibili, ste ditte che risparmiano sulle tasse e sulle sfigate come me e la segretaria, poretta pure lei che mi ha telefonato per giorni) come fanno a pensare che io che fatturo 70 euro l' ora me ne vado gratis una giornata a spasso per loro. Perchè la prima volta il timbro in consolato gli ho detto che costa 30 euro se mando qualcuno che conosco e invece per la successiva hanno insistito che andassi pirsunalmente di pirsuna e ho finto che fosse perchè volevano essere sicuri che avvenisse per tempo. Mentre invece sono i soliti cumenda descritti tanto bene da Aldo Busi che già che pagano una modella per farsi fare un catalogo decente pretendono pure di scoparsela e si offendono se quella non ci sta. O. io sono traduttrice. mica galoppina.

E il più sfigato dei corrieri in bici per quel percorso e quei tempi lì si prende 25 euro a indirizzo più 30 euro di attesa l'ora. E io devo spiegargli questo, che mi contestano il prezzo? E perderci 20 minuti 20 al telefono?

Ho fatto la stronza e per tagliar corto ho detto che mi dicano loro cosa vogliono pagarmi e gli rifaccio la fattura, o si cerchino un' altra persona e facciano rifare tutto intanto che io mi tengo in perdita le spese varie di bolli, dirittti e cancelleria, oltre che benzina e parcheggio, perchè lo preferisco a una conversazione così squallida.

Poi meno male che ho fatto spilline, ma se penso che devo mettergli sul fax tutte le ricevute, perder mezz' ora a cercarle nel turbinio di borse della settimana scorsa con tutte le carte della fiera e spiegargli con le figure ogni voce della fattura giuro che mi vien male.

Per consolarmi ho deciso di fare un giveway, candy o detta alla paesana, un regalo. Le tre persone che nei commenti mi scrivono qualcosa di divertente, consolatorio o positivo - vanno bene anche le vostre avventure ancora più sfigate delle mie - che mi faccia un po' passare l' incazzatura, vi spedisco una spillina, perchè dopo aver anticipato 45 euro di corriere la settimana scorsa per accorgersi dopo che si sono scordati che alla traduzione legalizzata mancava l' apostilla del tribunale, ecco preferisco metterci un francobollo per spedirvela.

sabato 19 marzo 2011

E pure domenica sto da " Italia al Dente"

Questo weekend c' è Italia al Dente ed è l' evento che mi ha tenuta occupata da gennaio, quando mi sono messa in testa di organizzare uno stand collettivo sotto il nome Ambasciatrice d' Abruzzo.

Mi ha dato retta un sacco di bella gente e oggi eravamo lì, in attesa dell' apertura, io arrivata come sempre con l' adrenalina a 1000, una litigata con maschio alfa sull' introvabile maglietta del calcio, ma poi con le fiere sei lì, metti insieme le tue cose, tutti che ti fanno domande e non a caso visto che sono io il referente, ma alla fine cominciano ad arrivare le prime persone, Antonella attacca col workshop di pasta alla chitarre rompendo uova, Monique sistema il suo centro di fiori ai confetti di Sulmona, le donzelle posano davanti alle mia marmellatine e zuppine.


I sommelier musicisti tirano fuori chitarra e contrabbasso, poi arriva Cassandra con il violoncello, poi Marco con il sitar che ho scoperto si suona con un calzino si e uno no e il piede senza calzino fa da appoggio allo strumento.

Domani il trio d' archi e sempre il duo jazz.

È passato l' ambasciatore e ci siamo fatti una foto insieme, ho conosciuto un paio di persone carucce, assaggiato la marmellata di olive nere della bella ascolanina (e anche il suo cioccolato spalmabile all' olio di olivo, signore, dov' ero finora).

Ritrovato un paio di pazzi geniali che ho conosciuto nei ritagli di questa vita piena di gente e cose da fare, tra cui Flavio che mi ha fatto vedere il suo ultimo bambino, il Green Tearamisu, proprio così, un dolce cremoso verde con il the giapponese.

Poi tprno a casa, dò forfait sul letto su cui i figli e l' amichetto si stanno guardando lo Sponge biob della situazione sul PC del capo, alle 21:45 mi sveglia in cerca dell' informazione essenziale la protagonista della nuova avventura, perchè ancora non ho fatto a tempo a dirvelo, ma da giovedì sono la responsabile del settore Food di questo negozio online qui e appena finisce la fiera comincio a lavorarci.

Nel frattempo siamo in fiera anche domani, in KNSM-laan, pronta a rimangiarmi gli spaghetti alla chitarra fatti da Antonella al momento, le pizze ripiene di verdura, e se passate abbiamo un paio di vini buoni da farvi assaggiare.

giovedì 17 marzo 2011

Considerazioni storico-patriottiche



Voleva essere un post d' ampre, ma vedo che mi è venuto pieno di insulti. Sono amorosi pure quelli.

Lo dico sempre che ho avuto un' educazione risorgimentale, con zia Filomena che nel 1917 ha iniziato a insegnare e prima di lei suo zio Antonio che era ispettore scolastico. Insomma, di materiale scolastico d' antan ne ho visto parecchio nella prima infanza, il libro Cuore era una bibbia e poi diciamocelo, ho pure tutta l' eredità eroico-incosciente polacca, che anche loro nello stesso periodo tentavano di liberarsi dagli austriaci come noi e come scrisse Czeslaw Milosz, i polacchi sono sempre stati bravissimi a precipitarsi nelle situazioni più pericolose, inutili e senza speranza, spinti dall' eroiscmo e dalla incrollabile certezza che siccome erano nel giusto dio era al loro fianco. Che meno male che una roba del genere a noi italiani no ci ha mai sedotti più di tanto dopo l' impresa dei Mille, siamo troppo paraculi e diplomatici per prese di posizione del genere.

Io con il mito dell' Unità d' Italia, insomma, ci sono cresciuta e per me patriottismo non è mai stata una parola pericolosa, so che è una cosa profondamente diversa dal nazionalismo, che pure il signore non ci ha risparmiato, ma per fortuna siamo paraculi e anche quello non ha mai davvero fatto presa eccessivamente.

Cioè, alla lunga a noi italiani uno che ci viene a dire che siamo il popolo eletto che dovrà compiere l' alta missione storica, sono sicura che ci volteremo tutti come un sol uomo per vedere chi è quello alle nostre spalle di cui stanno parlando.

Missione eroica, chi, noi? Ma fatemi il piacere.

Eppure in tutto questo, una coscienza di italianitudine oltre e nonostante tutto, in un paese di campanili unificato dalla TV a noi non è mai mancata, come non mancava quella della Polonitudine ai Polacchi che sono diventati nazione solo con la Prima guerra mondiale. E non a caso nei nostri due inni nazionali si nomina l' altra nazione, anche i `polacchi, nella marcia di Dabrowski che è l' inno nazionale, dicono: dalla terra d' Italia alla Polonia.

Io ce l' ho.

Buon compleanno a tutti, pure quelle teste di cazzo dei leghisti che si fanno ancora prendere per culo dai propri rappresentanti, sperando che il signore li ravveda.

martedì 15 marzo 2011

M***erF***er 2

Bisticcio per il ritiro dal doposcuola, in macchina Orso minaccia di ammazzarsi.

"vuoi forse che mi uccida? Sei contenta, eh, se mi ammazzo?"
"No, non sono contenta e se lo fai davvero mi mancherai moltissimo, ma è un problema tuo se decidi di ammazzarti. Il mio lo sarebbe se ti ammazzassi io (e signore dammi la pazienza, 10 minuti fa avrei anche potuto farlo se non fossi sana di mente ed equilibrata) ma non ho nessuna intenzione di farlo perchè ti voglio bene e ti preferisco vivo (e anche un pochino meno testone, se si potesse)".

Evidentemente un paio di semafori dopo decide di lanciarmi il ramoscello d' ulivo.

"Mamma, io ti prometto che non dico più fuck, cioè, non dico, sai, le parole, veramente adesso forse l' ho detto per sbaglio" respira, fa mente locale "ma non dico più le parolacce".
" Orso" comincio, ma gli rido in faccia, cioè no nello specchietto retrovisore.

Inutile, come educatrice non valgo nulla.

(Però che ci posso fare se lui è un tale paravento? Uccidermi forse?)

Però può essere che ogni santa volte che li riprendo dal doposcuola mi fanno venire i capelli bianchi dal nervoso, prendere le multe per il parcheggio perche' per trascinarli fuori ci vuole il triplo del tempo e farmi ogni volta allungare il noleggio della macchina di almeno un quarto d' ora? E come se non bastasse, alla mia santa cazziata invece di stare allineati e coperti fino a casa o mi fanno domande compulsive o cominciano a menarsi e a urlarmi alle spalle mentre guido per il centro di Amsterdam all' ora di punta? No, io comincio a dargli i soldi per il taxi e che si arrangino.

lunedì 14 marzo 2011

Pavimento pelvico, incontinenza, rieducazione e lady-balls


Immagine trafugata dal sito http://www.suzanneschelhaas.nl

Ogni tanto ne ho parlato ma su richiesta riassumo. Il pavimento pelvico è l' insieme di muscoli che rivestono il fondo delle pelvi. Subito sopra ci stanno un sacco di organi tipo la vescica e l' utero che ci si appoggiano e se la gravità non è un' opinione, ci pesano sopra. Quando facciamo pipì basta rilasciare alcuni di questi muscoli e splosh.

In realtà, anche se molte di noi sbagliando lo fanno, non occorre spingere per liberarsi la vescica, basta lasciarsi andare.

Per tanti motivi diversi il pavimento pelvico, come tutti i muscoli esercitati poco o male, si indebolisce e allora può succedere che sotto determinati sforzi, tipo un colpo di tosse, una risata, sollevare dei pesi, si perdano delle gocce di urina. La perdita involontaria di feci o urina si chiama incontinenza.

Questo dell' incontinenza è un grosso tabù, specie per le donne di una certa età, però spesso si vive come una cosa inevitabile, mentre basta un minimo di rieducazione per arginare il problema in tantissimi casi. Quanto sia grosso il problema me ne sono accorta leggendo tra i commenti di un qualche blog la domanda: ma perchè mia madre improvvisamente è diventata una fanatica del salvaslip che manco io lo uso? eh, perchè psicologicamente il salvaslip, anche se ha la stessa funzione, è più accettabile di un pannolino da adulti. Sennò che li hanno inventati a fare?

Una tipica situazione in cui il pavimento pelvico viene sottoposto a uno stress notevole sono la gravidanza e il parto. Per questo ai corsi preparto ci insegnano tutta una serie di esercizi per rinforzare in muscoli, tipo il famoso ascensore che non ho mai capito bene come funzionasse, o altri che si basano sulla contrazione e il rilasciamento dei muscoli. Un esempio tipico per capire come farli questi esercizi è quello di cominciare a svuotare la vescica e quando siamo a metà interrompere. I muscoli che contraiamo in quel momento sono gli stessi che dobbiamo contrarre ritmicamente, quelle 10-20 volte tutte le mattine, a scopo prevenzione e manutenzione dell' attrezzatura.

Ora, io non so se voi siete di quelle che tutte le mattine riescono a fare il saluto al sole, 20 minuti di ginnastica, lavarsi tutti i denti uno a uno per due minuti a testa ed altre ottime e sane pratiche igieniche. Io per quanto mi riguarda cerco di ignorare la sveglia il più possibile per poi partire di corsa come se, dice la mia amica Betta che ha di queste espressioni da bolognese, come se avessi la Nimbus 2000 di Harry Potter puntata sul coccige che spinge. A sera svengo a letto, cara grazia se riesco a lavarmi i denti. Sullo struccarmi non mi pronuncio perchè proprio per questo motivo tendo ad evitare di truccarmi, con la scusa che lo stile Savon de Marseille mi si addice tanto.

Figuriamoci se mi ricordo di avere un pavimento pelvico che andrebbe esercitato. Anzi, siccome io sono un esempio da manuale di quello che dicono sul parto, che poi ti dimentichi tutto, ho infatti ricordi molto carini e empowering del mio primo parto, eccetto che chiunque altro che è stato nei paraggi se lo ricorda come un incubo assoluto, visto che avevo spinte leggerissime e inutili e che dopo due ore erano tutti pronti a cacciar fuori Ennio con le buone o le cattive.

(Un bel parto interdipartimentale, mi hanno detto in seguito, hanno cacciato gente da non so quanti reparti per venire ad assistermi), Il quale Ennio, povera stella, che fatica nascere, nel frattempo tutti i segnali di stress che poteva dare li aveva belli che dati, e proprio grazie a detti sintomi di stress l' equipe pronta a intervenire ha aspettato quell' attimo per ripulire la scena del delitto prima di attaccare la ventosa e a quel punto a forza di muscoli e testardaggine l' ho cacciato fuori. Uno sforzo spaventoso. Il risultato è che per un paio di anni mi sono ritrovata il pavimento pelvico fantasma, nel senso del piede amputato che ti senti ancora, ma al contrario: quei muscoli lì li avevo ancora, ma era come non averli perchè non me ne accorgevo.

Poi ho fatto un secondo figlio, io insisto che sia avvenuto per partenogenesi e pura testardaggine perchè per come stavo messa, non so bene cosa sia successo, se c' ero dormivo e se dormire è reato manco quello facevo, però dio esiste e anche Orso è nato naturalmente, a tempo record e due ore dopo stavo seduta sul pavimento di casa a gambe incrociate a presentare Ennio al fratello e mia suocera che chiede:
" Ma come fai a stare a gambe incrociate, non ti hanno messo i punti?"
si, me li hanno messi, ma cosa vuoi che sia.

Intanto continuavo ad alzarmi quelle due volte a notte per andare in bagno e dopo 4 anni una si sarebbe pure scocciata. Per fortuna uscì con Betta il discorso, che Betta mi ha portata in quel periodo a fare la qualunque, respirazione consapevole, camminate sul fuoco, weekend tra i boschi a farsi le terapie di gruppo per la ricerca del sè, che mi hanno fatto tanto bene a parte il fatto che il meccanismo degli esercizi era talmente trasparente, che non so se l' ho fatto bene il corso.

Con Betta commentavo il famoso articolo di Jacopo Fo sui muscoli vaginali e i vaffanculo che gli mandò mezza sinistra femmina italiana, della serie: e mò pure gli esercizi ai muscoli vaginali tocca farvi, brutti maschi sciovinisti e rompicoglioni, imparate voi invece a identificare al primo tocco il punto G e poi ne riparliamo (si, non proprio in questi termini, ma una roba del genere). Che io mi chiedo, ma le donne di destra se lo leggono Jacopo Fo o il discorso piacere, vagina e punto G lo hanno delegato a figure più meritevoli, tipo la Santanchè? No, mi piacerebbe saperlo, lo chiedo alle elettrici di destra che dovessero passare da queste parti.

Comunque stavo dicendo a Betta, scusate le infinite divagazioni, che se ci fosse stato un corso in cui in un weekend ti insegnano a recuperare il contatto con la muscolatura circum-idraulica, altro che il sè, io sarei stata pronta a partire e lei mi fa:
" Ma ci sono le palline".

Mi si aprì un mondo, nonchè mi toccò per la prima volta in vita mia a entrare in un sex-shop, perchè hai voglia a leggere sulle confezioni: raccomandate dall' associazione nazionale ostetriche, un' ostretrica una che ne ne parli la devo ancora beccare.

Sicuramente dipende dal fatto che oltre a funzionare come si deve queste palline, a volerci sprecare un po' di tempo e buona volontà, poi dipende perchè lo sappiamo tutti che ogni persona fa storia a sè, ma insomma, ci si può anche giocare e pure avendo un pavimento pelvico d' acciaio si possono tranquillamente usare a puro scopo di piacere personale.

O come diceva una coppia su un sito belga che ho cercato apposta (peccato mi si aprissero ogni due minuti delle finestre di chat con porcone di tutti i tipi che mi volevano conoscere, ma ho gentilmente declinato) non solo mettendole e andandoci in giro a far commissioni come sempre, una prova piacere, anche se non del tipo esagerato che hai orgasmi a ripetizione, dicono loro (e che peccato, l' orgasmo a ripetizione in fila dal macellaio onestamente è un' esperienza che mi manca) ma torni a casa la sera pronta a strappar di dosso le mutande al marito, e in più fa bene alla salute, dicevano loro, e io che le ho sempre viste e usate per la salute, ieri sera leggendo quel sito e cliccando la crocetta delle finestre di chat, mi chiedevo se sono io che sono fatta male.

Come sono fatte
In ogni caso, sono due palline di silicone sui 2 cm. di diametro tenute insieme da un cordino, rivestito o meno in silicone, e con un altro cordino tipo tampone per tirarle fuori. Internamente sono cave e hanno un contrappeso, il che fa tanto bene per stimolare la muscolatura involontaria che è quella fondamentale, e che essendo involontaria hai voglia a fare gli esercizi, quella reagisce ad altri segnali e bisogna fregarla di nascosto.

Come usarle
Le palline vanno lubrificate con l' olio di mandorle, la crema K-Y o quello che vi pare prima di venir inserite in vagina, da sdraiate e rilassate, ma aiuta anche stare sul bidè con tanta acqua che scorre, e vanno lubrificate entrambe. Se c' è attrito nell' inserirle fermatevi, rilubrificate e ricominicate, a insistere si rischia di farsi male, cosa che dura quel paio di giorni e impiccia i doveri coniugali, che già dopo aver fatto figli tocca seguire la botta di passione e privacy dove e come si presenta. (E penso che si capisca perchè una che come tocca letto a sera sviene si scorda di usarle).

All' inizio si possono tenere stando sdraiate (soprattutto perchè una che sta messa proprio male, tipo le neomamme, a volte come si alza le perde. Poi però ci si può girare per casa e nel momento che ci sentiamo sicure e se ci va, anche andarci in giro. Non credo che arriverò al virtuosismo dell' amica di Betta che ci andava a cavallo (anzi, alla sola idea mi vien male), ma il mondo è bello perchè siamo tutti fatti diversi.

Il sito che guardavo ieri avvertiva che il primo paio di volte che si usa può dare una sensazione come di stimolo a urinare, io non me ne sono mai accorta, ma forse è perchè in genere le uso da sdraiata mentre dormo. poi però passa.

Funzionano?
La prima volta le ho usate una settimana mentre dormivo e ho smesso di svegliarmi due volte a notte per andare in bagno. E scusatemi se è poco. Ora, dopo tanti anni dai parti, ho di nuovo un pavimento pelvico come tutti e mi scordo di usarle, anche se ho l' impressione che di tanto in tanto un ripasso non faccia male.

Ma io sono la persona meno indicata al mondo per tenere schemi e tabelle comparative, e in più ho proprio una resistenza mentale all' idea, un po' come mangiare le arance: se ci penso prima alla sola idea mi si allega la bocca, poi la mangio e non è vero che è acida come penso io (anche le arance le mangio poco). E allora se ne sono così entusiasta da raccomandarle a chiunque, nonostante le mie pippe mentali, qualcosa vorrà pur dire.

È igienico?
Una parentesi di coda anche a tutta la storia Moon Cup eccetera. Intanto la vagina è un ecosistema perfetto, lo so da fonte sicura. Il che vuol dire che è autopulente, meglio di certi forni, che se interviene qualsiasi elemento esterno a modificarne l' acidità naturale questa si ristabilisce automaticamente. In fondo mica ci facciamo sempre e comunque la doccia ogni volta che facciamo l' amore (o no?)

Le palline basta lavarle bene con l' acqua e asciugarle, io le tengo addirittura buttate in un cassetto con altre robe e non mi è mai venuto niente.

È un po' come il discorso del ciuccio: al primo figlio o comunque all' inizio stai sempre a sterilizzarlo, metterlo nelle borsine apposite, manco stessi in sala operatoria in un intervento a cuore aperto. Poi si passa alla fase che il bambino lo fa cadere, tu lo raccogli, te lo passi in bocca e glielo rimetti (una cosa che fino a che non ho cominciato a farla io mi faceva uno schifo profondo, è proprio vero, i figli ti cambiano).

E poi, adesso che con la scusa di scrivere questo mi sono informata in giro e ho letto un po', mi rendo conto che l' educazione anti-corpo e puritana inculcatami dal cotè Silvestrone, in particolare la santa zia Filomena, io forse davvero sto perdendomi qualcosa dalla vita, come a volte tenta con delicatezza di farmi capire il capo.

Forse devo cominciare a scendere a patti con l' idea di andarci dal macellaio una mattina. Se ce l' avessi un macellaio a distanza di sicurezza.

Però non sono l' unica: quando Wonderland ha chiesto su Facebook e sul blog di dirle quali erano stati i regali più utili per la nascita, io su entrambe ho risposto entusiasta, ma il commento è scomparso e io mi sono imbarazzata troppo per ripeterlo (aggiornamento, adesso che ho l' autorizzazione ci riprovo). Peccato, perchè trovo davvero che siano la cosa più importante da sapere sicuramente in gravidanza e dopo il parto ed è per questo che da quando l' ho capito alle neomamme non regalo altro. Finora hanno gradito tutte.

Se non ve lo regalano compratevelo, è un investimento che permetterà di risparmiare sui pacchi famiglia di salvaslip fra qualche anno. Anche perchè per vendere roba usa e getta ci sono intere lobby di produttori al lavoro, mentre le cose tipo moon Cup e palline, che hanno il notevole vantaggio di ridurre i rifiuti, tocca fare il passaparola.

Una mia amica mi ha raccontato della ricerca che ha fatto eseguire anni fa per conto di un' assicurazione sanitaria che voleva sapere se conveniva pagare la rieducazione o rimborsare i pannolini alle donne dopo la menopausa. Anche se la rieducazione emergeva enormemente vittoriosa, hanno scelto per i pannolini, sicuri che l' idea del tabù avrebbe frenato la richiesta di rimborsi. Come a dire che la qualità della vita delle donne `e l' ultima ruota del carro e se permettete, è sessismo e il personale che diventa politico pure questo.

Fate quest' atto eversivo, usate le palline e la Moon Cup.

(Cavolo, tutta questa fatica per scrivere e poi trovo su youtube un video della Valigia Rossa che spiega tutto, cercatevelo, io ho dovuto togliere il link perchè mi copriva il testo e faceva cose stranem, ma lo spiega benissimo e mostra le palline in questione).

Regalini per la classe di Orso (e i miei feticci, il sex-shop e la qualunque che ci si è infiltrata mentre facevo il resoconto)


anche questo compleannno orsesco si è svolto a puntate: domenica scorsa festeggiato insieme a zio preferito in un tranquillo weekend dai nonni.

"Orso, vieni con nonna in libreria a sceglierti un libro". Il tutto alle 16.48, i negozi al sabato alle 17.00 hanno la serrata.
"No, sto giocando".
"Dimmi almeno che libro vuoi".
"Un libro di guerra".

Mah. Siamo andate, io che mi chiedevo: ma cosa vuoi che abbiano in una libreria di paese, solo best-sellers e roba che si vende velocemente e cartoline illustrate. Il signore mi ha punita per lo scetticismo, perché la libreria Daan Nijman boekhandel di Roden è un gran bel posto con dei gran bei librai.

La sezione bambini era ampia e ben organizzata, infatti fuori programma mi sono comprata il Diavolo dei numeri di Hans Magnus Enzensberger, che avevo in italiano per i bambini, ma chissà in che scatola ancora da aprire si trova adesso, e quindi lo volevo fortissimamente per i ragazzi e me lo sono presa al titolo: De telduivel. (E la traduzione mi piace moltissimo, persino più che in italiano, che poi lo sappiamo che una traduzione va criticata solo se la leggi con il testo a fronte e io il tedesco non lo so, ma come piacere di lettura, che comunque è una qualità sottovalutata da una serie di traduttori fighi totalmente rovinati dalle scuole da cui provengono, e che io che gli voglio bene non sempre ho voglia di dirglielo).

Per Orso non sapevamo, la sezione 7 anni era ben fornita, nulla di che, ma a me questi raccontini finalizzati che vanno tanto per i bambini di adesso non mi convincono. Io cerco sempre il classico per la goventù, anche se scritto ieri l'altro, quello che ti alzi di nascosto di notte con la torcia perché devi assolutamente finirlo.

"Vuole un libro sulla guerra" fa la nonna.
"Chiediamo a Daan" fa la signora, e ci manda il capo.

Io intanto annusavo una serie di bellissimi libri di cucina per bambini, ma mia suocera è della scuola che bisogna adempiere ai desideri dei bambini, anche se i bambini per primi non sanno bene cosa vogliono, perché bisogna indirizzarli.

"Per sette anni di guerra non ho nulla, e forse dovremmo dire: per fortuna, ma ho un'altra cosa".

E ci torna con uno di quei bellissimi libroni illustrati che pesano 7 chili, in svendita, con 5000 anni di storia illustrata delle armi. Armi ad asta, armi da taglio, armi da contusione, tutte. Orso ne è assolutamente estasiato. Ecco, da questo riconosci il libraio di razza.

Ho pagato al volo il mio libro ed ho persino fatto a tempo ad andare a comprare due bottiglie al cognato compleannardo di fronte, un rosso di Lungarotti e un Barbera d'Alba Beni di Batasiolo, che non so se piaceranno a lui, ma io conosco entrambe le case e piacciono a me.

Poi oggi il cinema. E alle 2 di notte mi riduco a preparare i regalini per la classe, con cose comprate e scelte da lui allo Xenos mentre prendevamo la torta, che alla fine a quest'ora ho dovuto rinunciare a fare il pop-corn preventivato per via del rumore e allora nei sacchetti ci ho messo uno dei fischietti caramellosi da lui comprati all'epoca del compleanno di Ennio, una delle mie biglie giganti (non so perché continuo a comprarmi biglie che proibisco ai figli, poi stanno lì in una scatola e non capisco perché ho questo feticismo, ma stavolta le ho sacrificate con gioia, quelle verdoline, non quelle rosse o blu che erano poche e bellissime e me le tengo io), uno dei miei bastoncini alla cannella, glucosio puro che mi sbaferei a botta di mezzo chilo alla volta salvo poi star male, la cannuccia arzigogolata voluta da lui ieri e il sottobicchiere a forma di leone con su scritto Orso 7 con pastellone a cera perché non mi ritrovavo l'uniposca (altro mio feticcio proibito ai figli, qui si vende solo in due negozi specializzati, Vlieger sull'Amstel e un negozio di oggettistica da fumetti e fantasy sulla Zeedijk) e fissati con un nastrino di raso giallo residuato bellico del negozio di bomboniere di mia madre.

E alle maestre due placemat grandi con lo stesso leone e 3 bastoncini alla cannella. Per coerenza dovrei portare anche qualcosa di sano da bere in classe domani, ma i succhi di pera che avevo preso a tale scopo la settimana scorsa ce li siamo finiti in proprio e mi sa che lascio perdere.

Basta? Basta, per questi 7 anni basta. Adesso appendo il festone con il 7 (già che c'ero ho preso anche quello), e vedo di rimettermi a dormire (i regalini li ho fatti ora perché dopo cena, mentre guardavano sul nostro letto l'episodio canonico di sponge bob con traduzione simultanea dall'inglese del padre, ricatto che funziona sempre per farli arrivare dentolavati e impigiamati in termini brevi, io dal freddo mi sono messa sotto le coperte e mi sono addormentata vestita dicendo che ai sacchetti ci pensavo domattina. Avevo un tale freddo che solo le braccia fuori dalla coperta che reggevano una rivista mi hanno stroncata. Adesso sto invece benissimo e il glucosio in circolo dei bastoncini alla cannella che mi sono sbafata mentre impacchettavo, mi hanno svegliata come un grillo).

PS Meriterebbe un post a parte, ma al ritorno mentre recuperavo la bici in piazza Dam, sono entrata nel sex shop women friendly di Christine le Duc sullo Spui, angolo Rokin, sperando di comprare tre set di ladies-balls per le tre neomamme che devo andare a trovare. Io ci entro sempre un po' intimidita, perché di fondo sono imbranata e timida sul sesso, anche se ho un linguaggio da marinaio arrapato, nei momenti buoni.


C'era la solita sciura tipicamente Amsterdammer sui 50, con la messa in piega biondissima e l'eyeliner, che non le aveva in negozio, ma poi mentre le chiedevo il numero di telefono per chiamare la settimana prossima e vedere se erano arrivati, visto che me ne servono tre, ci siamo messi a chiacchierare dell'uso degli stessi. Mi ha detto che era felicissima di avere del feedback perché ne vende molti anche a donne incinte per fare gli esercizi.

Io ho confermato che sono una mano santa per i muscoli involontari (anche se il mio set poi non lo uso mai per pigrizia), che trovala un'ostetrica che te li raccomandi, non c'è e tocca fare proselitismo in giro.

E come detto su Genitori crescono recentemente, la cosa fondamentale non è tanto rimettersi in sesto il pavimento pelvico dopo un parto (e le pipì che per i primi 3 anni di vita del bambino ti fai turbo senza accorgertene, perché non hai mai tempo di stare in santa pace in bagno) quanto l'incontinenza che ti afferra 25 anni dopo. Che secondo me anche le vispe e arzille sessantenni dovrebbero inizire a usarle, ma trovamene una delle nostre mamme che ci sentono da quest'orecchio. Loro usano i salvaslip che sono meno brutti da comprare dei pannoloni da adulti e via. E allora meglio che ci sentiamo noi.******Fine azione di proselitismo*****

domenica 13 marzo 2011

Compleanno orsesco

10 bambini urlanti, gli studenti che il caffe del cinema Kriterion comprensivi contro l'invasione, Il festeggiato e sua madre che arrivano in extremis in taxi con giusto giusto Il prezzo della corsa in moneta e 35 centesimi finiti al volo nel bicchiere delle mance sul bar. Il tutto perche non ho pensato alla torta e siamo scappati in bici al Bijenkorf a prenderla solo Che le torte del Bijenkorf non sono adatte al trasporto su due ruote..

Grazie a qualche genitore rimasto ad aiutare abbiamo cantato, soffiato, manco una foto al solito, portato in bagno chi ci dovend andare, litigato per i posti ("tutti vogliono sedersi vicino a me perche sono Il festeggiato") Ed e iniziato " Toy story 3".

Ultimo giorno di seiennitudine del cucciolo. E ce lo stiamo dicendo e coccolando da ieri.

giovedì 10 marzo 2011

Ami l'Olanda? Vieni a Milano

Ricevo dall'amica e collega Dorothé Beekhuizen questa mail sulle prssime attività dell'associazione cultural italo-olandese Erasmus. Ci sono in programma cose bellissime e specialmente le attività pe il 30 aprile festa della regina, in piazza Duomo, a cui vi consiglio caldamente di partecipare.

Se inoltre volete sostenere l'associazione e tutte le bellissime attività di cui si occupa, qui sotto il messaggio e le istruzioni di Dorothé. Non ci dimentichiamo di quante attività meritevoli e bellissme hanno luogo grazie a gente che ci crede e che ci investe del suo in termini di tempo, soldi e passione. il minimo da fare, se amiamo un paese, è di partecipare quando possiamo alle iniziative proposte. Se oi uno vuole anche diventare socio, chi sono io per oppormi?

*****
Cari/e amici/che e interesssti/e

Come tutti sapete: i soci sono il pane quotidiano per ogni associazione e vi garantisco che la nostra ERASMUS è affamata, anzi molto affamata. Le idee per eventi culturali non ci mancano, ma i soldi per realizzarli, sì.
Per i prossimo mesi abbiamo in cantiere una serie di serate letterarie al “Bistrot del tempo ritrovato”. Inoltre, in collaborazione con il Consolato Generale dei Paesi Bassi e con Le voci della Città sono stati programmati: un concerto dell’organista Aart Bergwerff in Duomo (29/04), la performance di 4 organetti (i famosi draaiorgels) in piazza del Duomo (30/04) dove si organizzeranno anche dei giochi tipicamente olandesi per i bambini, nonché il concerto (bevrijdingsconcert) dell’orchestra Capita Selecta in occasione della festa di liberazione (05/05), anche se il concerto avrà luogo il 06/05 nella Basilica di S. Vittore.

Potete immaginarvi quanto vi saremmo grati se quest’anno vi decideste ad associarvi pure voi. Sono ottimista di natura e amo facilitare la vita delle persone ed è in questa ottica che vi allego la RAS (Richiesta Ammissione Socio) dove troverete tutte le informazioni necessarie.

Un caro e speranzoso saluto.

Dorothé Beekhuizen,
Presidente Erasmus Associazione Culturale

Il modulo RAS si può richiedere per e-mail a Dorothé all'indirizzo qui sotto.

tessera primo socio: € 25, famigliari del socio €5; studenti € 10
Coordinate Bancarie: IW Bank SpA – c/c n° 110286115 intestato a ERASMUS ASSOCIAZIONE CULTURALE
ABI: 03165 - CAB: 01600 - CIN: P - IBAN: IT25P0316501600000110286115

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Dorothé Beekhuizen
Tel. +39 02 4401756
Cell. +39 3488226322
dorthebeek@gmail.com
presidente@erasmusassocult.org

mercoledì 9 marzo 2011

Classe 2002: richiamo



Con la precisione di un' operazione militare oggi pomeriggio nelle Sporthallen Zuid sono stati chiamati per in giro di vaccinazioni 11.500 novenni.
"Cavolo, Gerard, sono rimasta impressionatissima da questo sfoggio di efficienza olandese".
" È per via del passato coloniale", mi fa imperturbabile.
No, dico, guardate le diverse file, con ognuna all' inizio la capofila che ti faceva segno di passare e a ogni postazione un addetta con la paletta rossa o verde che indicava se avevano finito.

Dal parcheggio alle sale sportive l' avevo sentito dire da alcune persone, quelle con la radio in macchina:
"Ma sai che siamo nel notiziario? Tangenziale sud di Amsterdam bloccata a causa delle vaccinazioni".

Confermo. Per fare il curvone all' uscita 108 ci abbiamo messo mezz' ora e pensavo di avercela fatta, poi la combinazione di semafori e traffico per andare a destra e passare sotto il viadotto dell' autostrada stessa, ci ha preso altri 20 minuti. In macchina con noi un' amica di Antonella, a cui avevamo lasciato i figli piccoli, lei con le due grandi, una coetanea di Ennio, l' altra che era voluta venire per guardar soffrire la sorella. Cara.

"l' amica di mamma quando da piccole l' hanno fatta loro è svenuta" informa Ennio le ragazze.

Vero, me l' ha chiesto per strada a conferma, in quanto una delle infinite volte di: mi racconti una storia che ancora non conosco, gli avevo raccontato di quella volta che ci fecero uscire da scuola. attraversare piazza Matteotti e andare in comune per una bolgia infernale di madri e figli da vaccinare, e secondo mia madre io tutta sicura e sorridente le ho lasciato la mano e sono andata da sole a farmi scorticare la spalla, mentre gli altri piangevano e lei era stata così orgogliosa di me.


Istruzione privata per la mia mamma

(Mà, se vuoi lasciare un commento clicca su commenti, ti si apre una finestra, tu scrivi e firmi e poi sotto scegli il commento anonimo che si fa prima).

La mia amica Franca invece era svenuta, cosa per cui l' ho invidiata per anni, perchè all' epoca svenire a proposito e a sproposito era il sintomo incontrovertibile della VERA principessa. Cavolo, io non sono mai svenuta.

Se lo è ricordato e io che non voglio dargli il patema che la sua mamma non aveva paura di niente, mentre lui magari un po' preoccupato lo è, gli racconto di quando una volta con Daniela abbiamo portato Dario unemmezzenne a vaccinare o fare un test allergie, una cosa del genere, che poi si è scoperto che era il coniglio, e lei è la madre romagnola spaventosamente viscerale ed emotiva, piangeva, tremava e le veniva a lei da svenire per interposta persona, per cui io che all' epoca di bambini non sapevo nulla e per questo ero serena come un Buddha, le ho preso Dario in braccio distraendolo e raccontandogli storie mentre lei era fuori a star male, e il disgraziato rideva e manco si è accorto di niente.

" E perchè lei piangeva?"
"Perchè quando pensano che i figli soffrono, le madri piangono" .
"Allora ti metti a piangere anche tu per piacere?"
Gliel' ho promesso solennemente.

Poi le bimbe, la bolgia infernale, mentre pagavo il parcheggio li ho spediti avanti e abbiamo fatto bene, perchè già fuori c' erano un 150 metri di fila, che all' interno, fatta serpeggiare con abilità ne facevano altrettanti per i corridoio e ancora un bel po' nel capannone. tutto transennato e indirizzato da un' addetto con la maglia gialla della ASL a ogni incrocio difficile.

Noi ovviamente non avevamo la busta con il foglio giallo e siamo andati ai banconi appositi dell' amministrazione (stamattina mi chiama il capo: oggi Ennio ha la vaccinazione ma non so dove sono le carte, cercale. Poi chiamo il GG & GD che sarebbe la ASL e chiedo lumi e mi dicono: porti un documento d' identità o il libretto vaccini e l' ho fatto. E adesso vado a chiedere il duplicato, nessun problema, ecco qua.

Poi tutte le file con i tavolini sono coprete da un grosso paravento ed è un' ottima idea, perchè come lo superiamo e aspettiamo che si liberi uno dei tavoli vedo Ennio guardare attentamente una serie di bambini piangenti, sofferenti e incerottati che si alzano. Non so più cosa dirgli.

Poi arriviamo al nostro tavolo, dietro una persona con tutte le borse termiche che prepara le siringhe, davanti tre sedie, quella in mezzo vuota e una signora materna da un lato che spiega a Ennio, che nel frattempo si sta tirando su le maniche, cosa sta per succedere, con tono calmo, mentre l' altra, dall' altro lato, sta sistemando una siringa nel vassoio.

" Dai, ti faccio la foto da far vedere a papå, posso fargli una foto?"
Concedono.

Tre secondi dopo, incerottato e tutto, siamo pronti ad andarcene. Anche la bimba davanti a noi è già pronta. Mentre li dirigiamo verso l' uscita, io sconvolta dall' efficienza di fare due punture contemporaneamente così soffri una volta sola, e dal dispiego di mezzi, uomini - cioè, anche un mucchio di donne - e logistica per vaccinare nel modo più breve ed efficiente possibile tutti questi bambini.

"Ti ha fatto male?" chiede alla bimba. Mi piace sentire che si occupa degli altri, in questo mi ricorda tanto il padre, che senza farsene accorgere sta sempre a preoccuparsi, lenire, prevenire, consolare.

Usciamo in questo pomeriggio di sole, dietro le transenne la fila fuori è uguale a prima, sui marciapiedi si incrociano genitori e figli che vengono e che vanno. Tiro fuori il megasucco di frutta per consolarli, io sono distrutta. Gli ingorghi, le code, lo stress.

Però ho conosciuto Laura con le figlie che mi sembra un bel tipo. recupero Orso a cui avevo lasciato una missione importante prima di lasciarlo:
"Orso, tu lo sai, vero, che Mattia ti vuole tanto bene perchè sei il suo amico grande? tu lo devi difendere e aiutare perchè lui è piccolo", che al piccolo di casa secondo me a volte fa bene ricordargli che la piccolezza non è una qualità assoluta della vita.

E insomma, abbiamo fatto pure questa.

Dolcezze


Voglia di primavera significa anche sperimentare con dei dolcini veloci e carucci e soprattutto non troppo grassi e goduriosi. Goduriosi andante, ecco.

Sciogliere due tavolette di cioccolato bianco in un pentolino di acqua e agar agar, versare in una teglia, si rapprende in secondi. Ci avrei potuto aggiungere dell' acqua di rose per profumarlo, ma stavo cucinando per le belve in attesa di una branco di sommelier AIS con cui fare una degustazione con cena improvvisata e troppo al mondo non si può pretendere.

Il secondo strato caff'e, zucchero e il solito agar agar, spargo sul primo strato delle perle al cioccolato, verso sopra il secondo e quando si rapprende lo taglio a mano o con la formina da biscotti e li impilo a torretta, da servire con il caffè.



Poi certo, avere l' amica tortifera significa non solo che ti porta in casa una torta mimosa del genere per la festa della donna, appena fatta e si sa che il sapore cambia con il passar dei minuti e quindi in negozio una torta così, appena appena in fase di assestamento, non l' assaggerai mai. ma che ci ripensi immediatamente sull' utilità del concetto di sano e non eccessivamente calorico se si parla di dolce. E così ci siamo sbafati pure questa.

martedì 8 marzo 2011

Master and servant


"Sei lo schiavo più stupido che abbia mai avuto".
"E tu sei il padrone più stupido che io abbia mai avuto" risponde Ennio felice.

Le derive che stanno prendendo le conversazioni tra i miei figli e Zio Preferito, non so se devo preoccuparmi.

Adesso comunque che Zio Preferito ha un quarto nipote, comincia a diventare dura la vita per averne l' attenzione esclusiva e totale.

Perchè nel frattempo è arrivato anche Florian, il fratellino di cugin Bruno.

Quattro maschi pure in questa generazione, decisamente c' è qualcosa di compulsivo nel cromosoma Y dei maschi Diga di qua.

Per fortuna che c' è il cugino Diga di là che ha due femmine.

Tutt' altra cosa:
Amichecca finalmente è andato in sauna con uno con cui si chattava da un anno senza mai incontrarsi ed ha sfogato l' ormone, meno male perchè non se ne poteva più. Però si lamenta della vita dura:
"Guarda, qui ad Amsterdam sono tutti passivi, non se ne trova uno attivo manco per sbaglio" .
"Caro mio, e se lo vuoi attivo mi sa che ti devi accontentare di me. Non ti sei accorto che al mondo solo le donne sono attive?"

Con questi due nanetti taaaaaanto politicamente scorretti ribadisco che lo so che è l' 8 marzo e allora senza pretendere la mimosa gialla dal capo, che povero, non fa parte delle sue tradizioni la festa della donna, senza dirgli niente mi sono combinata due amiche a cena con prole e seminatori tra le 18 e le 20. Poi figli a letto e noi botte di vita.

E auguri a tutti i nuovi diplomati AIS degli ultimi due giorni, ragazzi, è stata dura ma siete stati bravissimi e sono orgogliosa di voi. E soprattutto degli olandesi che si sono fatti la degustazione tutta in italiano!

lunedì 7 marzo 2011

Fiat lux



La cosa più radicalmente percettibile fra la fine di febbraio e l' inizio di marzo è quanto in fretta si stanno allungando le giornate. E a volte c' è pure il sole, come oggi che uscita da una saletta buia dove si sono tenuti gli esami AIS per i nuovi sommelier, esco fuori alla fine e il sole splende, l' aria è frizzante e c' è questo odore di fumo di legna in giro, appena appena, ma è la prima cosa che sento.

I bulbi mi spuntano come dannati, il melo caccia le gemme, le gazze in giro saltabeccanti moltiplicano in maniera esponenziale e anche se tocca comunque infilarsi berretto, sciarpa e guanti, è comunque tutta, ma tutta un' altra cosa.

Persino Ciccio, il nipote del mio compare, da Fuoco Vivo mi ha fatto la pizza a cuore.

Non so da voi, ma qui gira decisamente aria di primavera.

Il clima migliore per organizzare un compleanno come si deve a Orsetto mio bello. Che oggi mi abbia chiamata la sua maestra del coro per chiedermi di parlare con lei e la direttrice di lui giovedì dopo la lezione, mi mette un pochino d' ansia, ma supereremo pure questa.

sabato 5 marzo 2011

In biblioteca


Orso ha pubblicato nel suo blog un video di cosa hanno fatto ieri in biblioteca loro.

Da quando Ennio il venerdì ha le prove del coro in conservatorio, sarebbe, mi dico ogni volta, una splendida occasione per passare con Orso un pomeriggio nella biblioteca centrale che gli sta a fianco. Poi il tempo, la logistica, vado a prenderli da scuola, in macchina, non ho pi`¨la bicicarro per caricarne due in una volta, che vi devo dire? Ci riusciamo poco.

Questa settimana ci sono stata due volte, giovedì mattina con la classe di Ennio a vedere uno spettacolo teatrale BELLISSIMO di pirati e cacciatori degli stessi (e di cui non so nulla, titolo, compagnia boh, perchè è stata una di quelle cose last-minute, manco avevo capito che ci si andava per il teatro. Ci siamo andati passando per questa stradina sconosciuta lungo il cab=nale con alcune abitazioni galleggianti creative a fianco e un ufficio tecnico del comune imboscato in fondo. con vista sul New Metropolis di Renzo Piano.

Ieri avevo l' amante virtuale in visita per il weekend e pover' uomo lo abbandoniamo sabato e domenica, mi sembrava carino proporgli un caffè in biblioteca, che è un posto che piace da matti anche a lui.

"Ci vediamo ai traghetti, così con due bici riprendiamo i bambini, ce ne portiamo uno a testa dietro" .

Mah, gli ospiti. all' ora dell' appuntamento era in muesumplein, alle 15 era a farsi una birra e mi ha comunicato che col cavolo che veniva a scuola, troppo lontano, al massimo ci raggiungeva in biblioteca. Gli ho dato il rompete le righe, noi ci organizzaziamo per conto nostro e tu goditi la città senza far conto di noi, il tutto per resistere alla tentazione di sfancularlo.

Se diovuole dopo aver giocato congelandoci davanti a scuola, a piedi, di corsa, strani e stracarichi arriviamo in biblioteca, consegnamo Ennio al coro e con Orso ce ne andiamo in biblioteca, al caffè del 6 piano, godendomi piano per piano la splendida vista della città dalle vetrate enormi, con il sole che splendeva e una strana foschia che lo velava, da schiantare su una delle poltrone messe lì e guardare fuori fino all' ora di chiusura.

Al caffè Orso ha voluto una sessione di bacetti, poi ho incontrato due figuri che si stanno preparando all' esame da sommelier lumando le pupe l`^e nel terrore da esame (questo lunedi) mi chiedevano come orocedesse, come fosse il commissario ecc, e uno nella confusione mi fa:
" Ma esattamente cosa chiedono all' esame anale"
e a quel punto ho capito che conta che gli vada di culo, quell' esame lì (ho tanto riso, ma dopo, non davanti a lui. Anche perchè costui è il tipico galletto italiano sempre a far battute sulle donne eccetera, mentre sia io che l' amichecca - quella che da qualche mese mi ha preso in simpati a e mi racconta di tutti gli uccelli che sa succhiato in vita sua, non che io ci tenga a saperlo, ma so che alla gente faccio spesso di queste simpatie a pelle e mi raccontanto quello che NON voglio sapere) ecco, sia io che l' amichecca siamo fermamente convinti che si tratti del tipico macho che all' occasione un giro di giostra altrove se lo fa pure e, aggiunge l' amichecca che di queste cose se ne intende, pare, comunque se ne intende più di me:
"è il classico tipo che alla fine te lo succhia pure" elemento su cui sospendo il giudizio, ma vabbè. ecco, con un tipo così il lapsus mi sembra rivelatore), ma sono comunque ragazzi simpaticissimi e carini e mentre Orso scompare chiacchierano un attimo.

Dal sesto piano ritrovo Orso nel seminterrato, sparapanzato a terra con una pila di libri e un giornalino, mentre io mi schianto su una delle bellissime poltrone di Gaetano Pesce (che io ho sempre chiamato, sbagliando, Big Mama, mentre invece è la Up, ma quel bel grembo accogliente che si vende con un puf tondo a cui è collegato da un cordone ombelicale a simboleggiare mamma e bambino, insomma, si capisce perchè un giorno butterò fuori il divano per avere questa unica poltrona in casa?

Recupero Ennio e passiamo il resto del pomeriggio a scialarci in biblioteca, specialmente quando no solo scorpo la sezione riviste, ma mi accorgo che pur essendo due mezzi piani sopra, ho perfettamente in vista i bambini. Li abbandono per godermi una rivista di arredamento casa e una di giardinaggio che mi ha dato due idee meravigliose per il giardino.

Scopro al ritorno che i bambini non li guardavo bene perchè con i cilindri morbidi hanno costruito una megascalinata da cui buttarsi nel cuscinone, che però ha i bordi duri (vedasi film di orso quando ci si schianta sopra di muso).

Poi arriva finalmente anche l' amante virtuale che si carica Ennio, io saluto l' ex-vicina suonatrice di celeste che era in conservatorio per un concorso concertistico e ci riaggiorniamo sulla sua idea di proporre alla nostra scuola di venire a fare qualcosa di musicale con i bambini. Torniamo a casa, ceniamo di corsa con pita e ripienini buonissimi e poi mi prende Antonella, con cui andiamo da Lucia per parlare di affari, la convinciamo a seguirci un attimo in un locale per fare l' analisi organoplettica al nuovo e recente amore di un' amica comune (guardarlo, annusarlo e se lei permette assaggiarlo, non ha permesso), finiamo per una birretta con confidenze al cafè de Ponteneur in Pontanusstraat, vicino al mercato del Dappermarkt, e consiglio anche a voi di passarci una di queste sere.

Decisamente ci dobbiamo andare più spesso in biblioteca. E farci queste uscite a forza tra madri che non escono mai, ma dovrebbero.

venerdì 4 marzo 2011

Puffo 2 (autunno/inverno)


Lui ovviamente se lo m etterebbe solo così, perchè:
" Mamma, ci vedo dai buchi" .

giovedì 3 marzo 2011

Il cappello del puffo


Mannaggia a Robert Castiglione che mi ha mandato un filmetto su youtube su come fare un basco all' uncinetto. Da allora faccio cappelli.

E siccome non ho mai saputo leggere uno schema in vita mia, ma faccio e disfo finchè non capisco il concetto o per pure culo mi viene bene, siccome come il Tessitore Persiano non offenderei mai dio con un' opera perfetta, visto che solo dio è perfetto e io al massimo perfettibile, mi arrangio sempre per strada.

così tornando in macchina dalla Polonia ho tirato fuori due gomitoli di mohair con l' intenzione di farmi un berretto un pochino più ampio sull' orlo che a me sta meglio un po' di volume lì. Ma poi il timore di dio, il fatto che il mohair è rognosissimo da disfare, insomma, ne ho fatto un cappello da puffo che ho rifilato a Orso, che lui la faccia da gnomo già ce l' ha.

Eccolo, con tutto l' orgoglio della mia umana imperfezione. che poi alle applicazioni migliorate ci pensa mio figlio.

mercoledì 2 marzo 2011

Noi che...Modelli di vita e scelte per i figli

Da quando abbiamo traslocato, nonostante i lavori mai finiti, il casino sempre in corso, le scatole da aprire e sistemare, le cose da buttare che magari mi ci vorranno altri 10 anni di analisi prima di riuscirci, i figli sconfortati, il capo sfiduciato e io col winterblues che sta finendo perchè oggi c' è il sole, com' è, come non è, mi è spuntata la sindrome della chioccia.

Cioè, io starei a fare marmellate, biscotti e centrini tutto il giorno (prima o poi vi faccio la sfilata dei miei berretti all' uncinetto, utlima mania compulsivo-creativa appresa da un filmino su youtube, e mia madre che ancora si ammazza dalle risate, ma io intanto rientrando dalla Polonia in macchina ho fatto un berretto da puffo (o rasta, dicono altre fonti) in mohair grigio a Orso e un set berretto/sciarpa traforata per me. In 1200 km. si può fare).

Non so se è un' avvisaglia di menopausa, ma anche l' aver meno lavoro mi scoccia poco, anche se a volte mi preoccupo per i soldi, perchè così ho più tempo per l' uncinetto. Secondi me però è tutta colpa del blog di Soulemama.

Ora, ci riflettevo a proposito di Soulemama e la sua scelta di vita idilliaca (pure il quinto figlio sta facendo, fa home schooling a tutti e quattro gli altri, ha l' orto, sferruzza, cuce e scrive libri quando non fa foto e vivono immersi nella natura, anche se ancora non capisco che lavoro faccia il marito, mo pure la fattoria si sono comprati e stanno ordinando pulcini e altri volatili). A me mi rilassa assai leggerla e mi ispiro pure.

E ieri leggevo da ZiaCris un elenco di cose belle che facevano da piccoli quelli della mia generazione che ai nostri figli non ci fidiamo più di fargli fare, e da un lato è un bel testo che lavora tutto sulla nostalgia e la poesia della calma e le piccole cose e le gioie semplici, dall' altro mi sembra un po' insultante nei confronti delle nuove generazioni che no, non vanno a scuola a piedi sotto il sole splendente (perchè sono 5 km. + un traghetto sotto la pioggia battente e il vento contro) ma fanno un mucchio di cose che averle io, all' epoca.

E mi rendo conto che la nostalgia per la vita semplice, le marmellate, e quanto stavamo bene prima signoramia non serve, perchè è vero, come si diceva recentemente su Genitori nella Rete tramite Facebook, che le nostre scelte impongono scelte di vita per i figli, ma, spero nel mio caso, queste scelte sono ragionatissime.

Io ho scelto di non far crescere i miei figli in un paesello dove si conoscono (e ti controllano e ti giudicano) tutti, ma in una città stimolante, dove succede sempre qualcosa e che ha moltissimo da offrire ai bambini (e a me). lo so da me che è stancante tutta questa vita da città.

Io ho scelto di portarli in giro questi miei figli, fargli vedere il mondo, conoscere un mucchio di gente, fargli imparare le lingue, insegnargli il coraggio e il piacere della differenza, anche se poi mi tocca farmi supportare dalla terapeuta che gli insegna a gestirsele le proprie differenze senza soffrirne troppo.

Io ho scelto di sgobbare come libera professionista per il piacere di portarli il giovedì pomeriggio al coro (costosissimo, con il solo stipendio del capo col cavolo che potrei fargli fare tutte le cose che fanno), un pomeriggio perso al lavoro, forse, ma che mi permette di dedicarmi a loro dandogli il senso di esserci anche di persona, a volte.

Io ho scelto di non avere sabati nè domeniche perchè tutti i giorni ti offrono qualcosa di buono e l' importante è imparare ad apprezzarlo. Se la domenica ti annoi e tutti i tuoi amici hanno impegni programmati in anticipo, che dirti, mi dispiace per i tuoi amici e i loro genitori, ma non per te che la noia è un diritto fondamentale del bambino e dell' adulto.

Io non sono tanto in grado, ma ho anche scelto che al diavolo tutti i discorsi sul grosso bisogno di struttura e regolarità di cui ha bisogno Ennio: riconosco questo bisogno e cerco nei miei limiti di non strutturatezza di dargli orari fissi per le funzioni fisiologiche e le attività, tanto c' è già pure la scuola che è strutturante per definizione e necessità di sopravvivenza. Ma riconosco e soddisfo anche la sua enorme curiosità, il bisogno di stimoli intellettuali, di sorprese, di indipendenza, di movimento. A costo di stranirlo un po' certe volte, ma almeno si diverte. A costo di non nascondergli le mie debolezze e i miei momenti no, ma la maschera della vita felice e perfetta non è un trucco in cui i tuoi figli cascano e allora tanto vale dirgli che è un momento, che passerà e che averli accanto mi rende felice a prescindere.

E al diavolo anche la disciplina ferrea che servirebbe con Orso, certo che non mi faccio prendere per il naso dalle sue furbizie di bambino dalla forte autonomia, ma gli regalo spazio, fantasia e un muro di sostegno contro le sue rabbie e le sue irragionevolezze che per il carattere felice e bellissimo che ha sono come delle nuvolette passeggere in un giorno di sole e io sono il vento che lo aiuta a spazzarle via più in fretta. E se proprio deve piovere, fa parte del ciclo naturale pure quello.

E il capo, anche lui che ha bisogno di ordine e tranquillità, ma che vita noiosa che rischierebbe di fare senza lo stress che gli procuro io, che lo stress produce endorfine, e adesso che l' ho un po' interiorizzato questo suo bisogno a me estraneo cerco di assecondarlo, perchè ho bisogno di lui come dell' aria, perchè io lo faccio volare in alto nei miei momenti buoni, ma ho bisogno che mi tiri fuori dalle fosse del winterblues quando ci casco dentro e solo lui sa come ritirarmi su.

Non ho avuto modelli per tutto questo perchè ci lasciamo vivere come possiamo, al meglio delle circostanze e delle nostre inclinazioni, ma apprezzo l' aiuto e i buoni consigli di chi conosce trucchi diversi dai miei. Soprattutto di chi mi ha insegnato che è inutile avere i sensi di colpa o farseli inculcare da chi ha fatto altre scelte.

Qui sotto il testo che va in giro, ora secondo voi abbiamo distrutto la vita ai nostri figli perchè li prendiamo sul serio, ci ragioniamo, non li picchiamo noi per primi e la maestra a scuola e poi anche il bullo della classe così figo? Perchè il futuro non glielo facciamo vedere al cinema ma glielo facciamo vivere? Perchè se ci fanno una domanda di cui non sappiamo risposta gliela cerchiamo insieme su google? Perchè non gli do' un bulletto ignorante, asociale ed emarginato perchè povero migrante italiano come Fonzie per modello? ehiiii.

Più lo leggo più mi deprimo se penso che infanzia sfigata ho avuto rispetto ai miei figli. Però nonostante questo, non penso di esser venuta su così male, poi mi stanno spuntando tutti i bulbi in giardino e anche se fa ancora freddo almeno fino a novembre il winterblues non ce l' ho più, per cui vi lascio schizzando energia da tutti i pori, fino al prossimo post in cui mi lamenterò.

*****Eccolo qui*** non mandatelo in giro per piacere o rischiamo che qualcuno se lo prenda a modello educativo per i figli****
- Noi, che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia.
- Noi, che a scuola ci andavamo da soli e da soli tornavamo
- Noi, che la scuola durava fino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con papà).
- Noi, che eravamo tutti buoni compagni di classe, ma se c'era qualche bullo, ci pensava il maestro a sistemarlo sul serio
- Noi, che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, mamma a casa te ne dava 2
- Noi, che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa erano guai.
- Noi, che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici.
- Noi, che la gita annuale era un evento speciale e nelle foto eravamo sempre sorridenti.
- Noi, che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet.
- Noi, che la vita di quartiere era piacevole e serena.
- Noi, che andare al mare nei sedili posteriori della 850 di papà o nella 1100 di nonno era una passeggiata speciale e serbiamo ancora il ricordo di un bagno "pulito" a Rimini o a Fregene.
- Noi, che alla Domenica andavamo sempre al ristorante, perché ogni papà poteva permetterselo.
- Noi che alla Domenica c’erano sempre le paste.
- Noi, che facevamo 4 mesi di vacanza al mare, da Giugno a Settembre.
- Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori, né computer. Ma avevamo tanti amici .
- Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo 2.
- Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.
- Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c'era Happy Days con Fonzie.
- Noi, che guardavamo allucinati il futuro con "Spazio 1999" .
- Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.
- Noi, che ci sentivamo ricchi se avevamo 'Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini'.
- Noi, che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
- Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.
- Noi, che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
- Noi, che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.
- Noi, che giocavamo a nomi-cose-animali-città.
- Noi, che ci divertivamo anche facendo Strega-comanda-colori.
- Noi, che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album Panini (celò, celò, celò, celò, celò, celò, mi manca!).
- Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, ma che a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo.
- Noi, che compravamo dal fornaio pizza bianca e mortadella per 100 lire (= • 0,050!) e non andavamo dal dietologo per problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
- Noi, che bevevamo acqua dal tubo del giardino, non da una bottiglia in PET
- Noi, che un gelato costava 50 lire (= • 0,025!).
- Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.
- Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 giri vinile (non nell'Ipod) e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede cos'è.
- Noi, che al cinema usciva un cartone animato ogni 10 anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro e solo di Disney.
- Noi, che non avevamo cellulari (c'erano le cabine SIP per telefonare) e nessuno poteva rintracciarci, ma tanto eravamo sicuri anche ai giardinetti.
- Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.
- Noi, che trascorrevamo ore a costruirci carretti per lanciarci poi senza freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.
- Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri fico.
- Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.
- Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c'è un francese-un tedesco-un italiano.
- Noi, che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
- Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.
- Noi, che il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween.
- Noi, che l'unica merendina era il Buondì Motta con i chicchi di zucchero sopra la glassa.
- Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.
- Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 lire.
- Noi, che si suonava la pianola Bontempi.
- Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren Prost , la Williams Mansell , la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!
- Noi, che la penitenza era 'dire-fare-baciare-lettera-testamento'.
- Noi, che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
- Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.
- Noi, che nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola.
- Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.
- Noi, che vivevamo negli anni di piombo, ed abbiamo visto le lotte sociali e di classe.
- Noi, che votavamo per i partiti della 1° Repubblica: MSI, DC, PRI, PLI, PSI, PCI, e non per 70 diversi gruppi dai nomi fantasiosi.
- Noi, che abbiamo trovato lavoro tutti e subito.

Noi, che siamo stati tutte queste cose e tanto altro ancora.
Questa è la nostra storia.

Se appartieni a questa generazione, invia questo messaggio ai tuoi amici e conoscenti della tua stessa generazione .

Ma anche a gente più giovane perché sappia com'era bella la nostra vita ... anche se si chiederà come abbiamo potuto distruggere fino a questo punto la sua ...