domenica 31 luglio 2011

Design

Venerdì dopo la piscina ho deciso di farmi un giro di piastrellari per prendere decisioni definitive sulla toilette a piano terra che prima o poi va completata e in particolare andare all' Outlet dove una volta ho visto una scorta di mosaici Bisazza scontatissimi. E approfittarne per andare in uno dei miei negozi di mobili rpeferiti, il Maupertuus a Groningen, messo su dal designer Vos. Non solo ci sono tantissimi classici del design, ma a me piace tantissimo proprio l' edificio, e ho deciso di portarmi Orso.

La decisione è stata azzeccata perchè mi ha seguita entusiasta all' idea che le piastrelle avrebbe potuto sceglierle lui. E l' edificio gli è piaciuto moltissimo, esattamente come prevedevo. Abbiamo anche scoperto una stanza per i bambini stupenda con bagnetto etno-mini, ma la scalinata, le balconate e la statua rotante sul tetto che ha un proseguimento dentro l' edificio, si tratta di due sagome di un uomo che girano spinte dal vento sono state un gran successo.

Abbiamo iniziato al caffè, e lì per la prima volta Orso non ha saputo scegliere. Gli ho preso un brownie con salsa di vaniglia fredda che gli è piaciuto e che mi ha permesso di prendermi una bisque de crevette a me, di cui si è mangiato il panino bianco con burro che la accompagnava. Poi è andato in bagno:

"Mamma, tra il bagno dei maschi e il bagno delle femmine c' è un buco".
"Lo so, e ti ci puoi pure lavare le mani, vero? Così ti vedi le mani ma non la faccia con chi sta dall' altro lato".
"E tu come lo sai?"
"Ci sono venuta una volta con papà"

senza aggiungere che quella volta il maschio, entrato in bagno, aveva osservato il lavandino dicendosi: ma guarda un po', pure l' urinale strano che hanno qui deve essere di design, e poi ci siamo fatti un sacco di risate all' idea dell' equivoco, perchè con il bagno opposto vuoto non è impensabile fare un uso improprio del lavamani prima di accorgerti che dall' altro lato ci sono delle signore. Ma a Orso non gliel' ho potuto dire.

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Di novità ci è piaciuto moltissimo il tavolo meccano, che uno può svitarsi per allungarlo o accorciarlo, o farci qualcos' altro. Si tratta di un progetto di Melle Koot e altre foto le trovate qui.



e il divano portalibri perchè potremmo e vorremmo rifarcelo noi nel bovindo.
Insieme alla poltrona pendant, con la ruota da carriola davanti per spostarla facilmente..

E Orso si è innamorato dei lingotti del ristorante e ha voluto fotografarli, mentre a me piacevano le lampade formate da tante bottigliette di campari che stavano sopra ai tavoli.

Ma la cosa fenomenale di tutto il negozio resta l' edificio e chiederò delle foto perchè mi sembra proprio bellissimo. e se capitate a Groningen non ve lo dovete perdere, in fondo è facilissimo, sta proprio dove finisce l' autostrada prima di entrare in città. E il palazzone di fronte è l' edificio della GasUnie, altro bel progetto locale (del Groningermuseum di Mendini, finanziato dalla stessa GasUnie e tanto criticato all' inizio, mentre ora è la maggiore attrazione locale, ve ne ho già accennato altrove e ve ne parler`ø meglio al prossimo giro),

Comunque se dovete riarredare casa, farvi fare un progetto esterni o interni su misura, o semplicemente affittare un locale lavoro-riunioni a groningen (si, ci si può fare anche questo, infatti a un certo momento siamo finiti sopra a tutto, in questa zona -acquario con dentro gente che lavorava), cercate qui: http://www.vosinterieur.nl/default.aspx

sabato 30 luglio 2011

Il diploma di nuoto

Il capo chiama mentre sto gidando, così passo il telefono a Orso, anche perchè so che è con lui che vuole parlare. Al telefono ancora non l' ho beccato, ma gli ho mandato la foto con il diploma.

"Ciao Barbara sta guidando e non può parlare, sono io Orso".

"...."
"SI..."SI".
Che tono entusiasta ed energico, con quel si.
"Si".
"...."
"Si".
"..."
"Ciao".

" Sai mamma, rispondere al telefono è facile, basta che dici si e alla fine dici ciao".

Dovevamo essere in campagna con il capo questo weekend per ammirare figlio2 che prende, finalmente, il diploma A di nuoto da privatista. Poi l' esame glielo hanno spostato a venerd`^mattina e cos`^giovedì, dopo un appuntamento sono salita direttamente sul treno, con due mutande e una maglietta di riserva, per andare ad assistere il bagnante e riprendermeli.

Ecco il video del momento supremo.


Alla fine eravamo tutti esausti.

martedì 26 luglio 2011

Cose che mi sono persa della modernità: i prodotti per la pulizia e l' igiene

Caruccissimi tutti, molti di voi a schiattare di caldo e noi qui con i calzettoni e la gola rauca, che almeno nelle settimane passate la luce e gli uccelletti mi svegliavano prestissimo e io mi dicevo: è l' estate. Invece stamattina mi ha svegliata alle sette il richiamo del corpo, mentre fuori c' era un buio novembrino che mi ribalta tutti i solstizi. Un momento adatto alle riflessioni casalinghite, ovvero, qualsiasi cosa pur di non sgombrare gli strati geologici di carte che mi occupano la tavolona da pranzo.

E tra una marmellata e un brodetto di pesce dei giorni scorsi, riflettevo che certi prodotti della modernità a casa mia proprio non ci sono entrati e se lo hanno fatto è perchè ce li ha portati il maschio, che ha una madre con più fiducia di me nel prodotto moderno.

Per esempio, e qui non vorrei si pensasse che sto facendo delle avance velate a raccontarvi certi intimi particolari familiari, a casa mia non sono mai esistiti i detergenti intimi. Lo chiedo a quelli di voi abbastanza vecchi da ricordarsi il momento in cui i media tutti ci hanno informati che esisteva Intima di Karinzia e ci hanno convinti che non se ne poteva più fare a meno. Il risultato, da una modesta indagine a campione della mia casa dello studente, è che ci siamo sbomballati la flora batterica e da allora sento solo parlare di gente con la candida e altre seccature, ma forse sono io che sono prevenuta. Comunque per brevi periodi ho usato il Lactacyd, che almeno aveva tutti i batterietti e l' acido lattico, e nessuno che sia riuscito a spiegarmi la differenza con Actymel, a parte l' aroma alla fragola. E anche l' Actymel. dopo una stagione in cui per amor di pace lo compravo ai figli da bere a scuola, lo abbiamo tranquillamente espulso dalla lista della spesa e finora a me non manca. E ne ho già fatto fuori due.

L' altro prodotto indispensabile di cui io ancora non mi accorgo, è l' ammorbidente. O come diceva la coinquilina studentesca Simona decenni fa (eravamo così giovani e verdi, snif) che lei non poteva fare a meno di usare l' Orsacchiotto per via "del bel profumo di pulito" disse così e secondo me era paro paro la citazione della pubblicità, se qualcuno ancora si stesse chiedendo come mai intere tribù improvvisamente scoprono un prodotto igienico-sanitario e non possono più farne a meno.

Ora, a usare un detersivo qualsiasi in lavatrice, un profumo qualsiasi il bucato se lo trova pure. E capisco che in zone dove l' acqua è dura, il bucato si aciuga un pochino stile cartavetro. Ad Amsterdam questo problema non c' è perchè la nostra acqua la prelevano di fiumi e la fanno passare tra i canneti dei bacini di depurazione nella riserva naturalistica delle dune vicino ad Haarlem e si capisce quindi che troppo dura non ce la fa ad esserlo, sembra quasi acqua distillata, però chi non ha le dune vicino casa mi si dice che un pochino di aceto nella vaschetta dell' ammorbidente fa lo stesso effetto e il buon profumo di pulito si raggiunge con l' aggiunte di gocce di olio essenziale del profumo che volete, a casa nostra arancia o mandarino, ma ci devo provare con il basilico.

Sul web si trovano autentiche enciclopedie del prodotto naturale e il detersivo per lavastoviglie fai da te. Io per un periodo ho tentato di lavarmi i capelli con il bicarbonato per poi sciacquarlo con l' aceto agli oli essenziali, ma pare l' aceto disturbasse la libido del maschio che mi dorme a fianco, e quindi ho lasciato perdere. Comunque l' aceto nello spruzzino del liquido finito dei vetri è una manosanta per la cucina, provare per credere. Da quando ho il piano in acciaio mia suocera mi riporta i prodotti specifici per acciaio più strabilianti, ma io ho raggiunto la pace dei sensi con il bicarbonato (che in polvere e diluito con l' acqua dello straccetto bagnatissimo è meglio del Cif, che messo con acqua bollente nelle pentole a bollire stacca tutte le bruciature delle mie frequeti distrazioni culinarie, che ci pulisco la qualunque e lo aggiungo al detersivo in lavatrice come potenziante).

Quello che invece mi ritrovo in casa, e anche se per amor di pace ho introdotto l' equivalente ecologico-biodegradabile-pure nature è il beccodanatra per il water. Niente, al maschio sembra indispensabile, mentre a mio avviso è ancora più indispensabile che i maschi piscino da seduti, specie quando il coefficiente Hp-Bw sia minore di 3 cm., ove Hp è l' altezza da terra del pisello erogante e Bw è l' altezza da terra del bordo del water, e insomma sedetevi per bene e spingetevelo in dentro con la mano, se la paura è che il pisello tocchi l' interno del bordo del water, che come sappiamo dalle pubblicità è un covo di batteri mostruosi e pelosi e ghignanti, come ci mostrano le ricostruzioni in tutte le pubblicità. Ma è come se parlassi ai sordi. Qui tocca sbrigarsi a tirar su due lire e finire di realizzare il bagno delle femmine, a cui metterò un comando di apertura con lettura dell' iride per impedire l' ingressa dell' anatra in questione.

Poi a livello bagni abbiamo un ulteriore problema, che è quello dello strato di alghette microscopiche che si formano sotto il pelo dell' acqua nel pozzetto. Ma le alghe non sono figlie della natura pure loro? A me sinceramente quel bordino scuro lì da meno fastidio dell' idea di rovesciare negli scarichi e quindi nella natura, chili di sostanze che poi portano alla crescita incontrollata di alghe che si nutrono di fosfati nei fossi e nei canali, che così consumano tutto l' ossigeno, fanno fuori i pesci e pure le papere quando nuotano in mezzo a quello strato verdiccio e gelatinoso, tocca spingere con il petto. E mi chiedo se questo circolo vizioso da papera di plastica a papera piumata valga la pena, solo per un water un pochino più lucido e splendente, ma non per questo più pulito.

Un altro paio di prodotti con lo spruzzino che giacciono nascosti nel fondo del pensile sono il prodotto per pulire il microonde, un' altra cosa con la puzza chimica e assolutamente inutile. Il microonde si pulisce molto più rapidamente mettendo una ciotola piena d' acqua con una fettina di limone o uno psruzzino di succo preso dal barattolino a palla giallo e facendogli fare un giro di un minuto. Il calore e il limone sciolgono tutto, basta passarci la solita pezzetta e passa la paura.

Idem il prodotto per il frigo, cosa c' è di male nella solita soluzione di acqua e biarbonato, che oltretutto assorbe tutti gli odorini schifosi? Tantevvero che un contenitorino cond entro un paio di cucchiai di bicrbonato non solo strarebbe bene fisso in frigo, ma toglie pure l' odore di fritto dalla casa tutte le volte, e a casa mia sono tante, in cui la voglia di casalinghite mi si estrinseca nella realizzazione del detto atavica: "la femmena de casa addà puzzà de fritte". E io friggo.

Insomma, se davvero esistesse e riuscissi a trovare il detersivo per piatti e lavastoviglie pur natur e che funzioni sarei una donna felice, per ora mi limito a prenderli, insieme a quello per i panni, dal negozio biologico che mi giura che non si biodegradano ma si disintegrano proprio senza ammorbare l' ambiente e io ci voglio credere volentieri.

L' unica conessione alla modernità che facciamo, per insistenza del capo, sono le salviettine pulenti usa e getta, una mano santa per quando i maschi e il coefficiente mandano a ramengo le mie istruzioni di pisciar seduti e almeno riparate i danni sul momento. Quelle di cui invece facciamo a meno sono quelle da usare sul proprio corpo, per evitare che qualcuno si sbagli, ma soprattutto perchè ci è sembrato più comodo e utile installare un bidet con cassetto asciugamanini e cesto biancheria sporca accanto.

E infine, le eroine della nostra pulizia di casa, ovvero le pezzette: in microfibra, in cotone, di stracci e lenzuoli vecchi, qualunque macchia o crosta da pulire la metto in ammollo con sopra la pezzetta imbevuta di acqua bollente e ripasso, con o senza aceto, Soprattutto per i fornelli è favolosa.

Insomma, non cedete alle tentazioni promesse dal fast-cleaning dei prodotti superflui, fidatevi dello slow-cleaning, a patto di non inciampare nella pezzetta che sta facendo il suo lavoro.

Non so voi, ma noi abbiamo un sistema immunitario in questa casa che ai batteri e ai virus basta che gli fa "buh" che li fa scappare via di corsa subito.

Il che tutto sommato ha anche i suoi svantaggi, perchè in una giornata così buia e autunnale in pieno luglio come stamattina, che dire, a me una bottarella di influenza per mettermi a letto mica mi faceva schifo.

Aggiornamento

Ecco, non ho fatto a tempo a ricordarmi di metterci pure i salvaslip che Panzallaria mi fa partecipe della reclame della Nuvenia, tute culo e niente testa (e quella pubblicità dovrebbe farmi venir voglia di comprare il loro prodotto? A me vengono in mente solo le parodie che ne faceva Angela Finocchiaro ala TV delle ragazze). Andate, leggete e protestate all IAP, che la sineddoche è una bella cosa ma qui mi sembra fatta male.

lunedì 25 luglio 2011

Prima gita delle vacanze: al porto





Con l' amica Marta che vedo troppo poco da quando non abitiamo più vicine abbiamo deciso sabato che saremmo andate con i bambini al mercato del pesce, così che i padri avrebbero potuto restare a casa a lavorare. all' ultimo momento Ennio si è rifiutato, ha detto che si sarebbe rimesso a letto e noialtri 5 siamo partiti per Wieringer, dove da pasqua a ottobre il sabato si tiene il mercato del pesce fresco.

Sono 80 km. all' andata e 80 al ritorno e Orso che è partito con un giornalino si è addormentato e ha detto che sarebbe rimasto a dormire in macchina mentre noi andavamo, io con il patema che alle 12 chiude ed erano già le 11.30 e magari il pesce era finito tutto. Invece no, ce n' era un sacco perchè da quando si è sparsa la voce questo mercato sta crescendo e anche loro comprano più pesce per soddisfare tutti.

"Che dici, poi andiamo in spiaggia, magari porto degli asciugamani' faceva Marta al telefono.
"Prendi direttamente i K-Way che ci sarà un mucchio di vento" come infatti fu. Meno male che il mercato si tiene nel capannone dell' asta ittica, dove tutto il pesce va direttamente a Parigi nei ristoranti e in Olanda manco mette piede a terra, se il pesce avesse i piedi.

Andare al porto con i bambini è sempre bellissimo, specialmente se alla fine ci si può sparare un pesce e patatine fritte.


E a Orso la pennica deve aver fatto bene (il primo giorno di vacanza, venerdì, il cielo come in foto, lo hanno passato a leggere sul divano e dietro pressanti richieste a spennellare di olio la nostra nuova panchina, fatta con un pallet, travi usate del balcone che è stato sotituito e alcune tavole del pavimento avanzate. Il che vuol dire che erano usausti dalla scuola, come tutti gli amici preferiti a cui la madre ha proposto: andiamo a trovare Ennio e Orso e invece di urlare e precipitarsi alle scarpe, hanno risposto: no, siamo stanchi).


Il pesce lo abbiamo trovato, con un euro in più al chilo ce lo siamo fatti pulire splendidamente, i calamari dal signore in foto, i pesci patti sogliolosi da una signora che osservavo con attenzione mentre con un unico gesto trasformava un fianco in filetto.
" Si, ma non stia adesso a guardare me che l' ho fatto di mestiere per 15 anni", mi fa per non scoraggiarmi.

Poi fuori un mercato che lo scorso anno non c' era, con le bancarelle dove affumicavano le anguille, il coro dei capitani che stava mettendo su le casse
"Ma chi è il capitano?"
"Lo siamo tutti o lo siamo stati" rispondeva un vecchietto in uniforme che sembrava il cugino basso di Capitan Findus.

E poi insomma le travi, le reti, le bitte, le navi. Vento becco e freddo cane.

E al ritorno siamo andati per mulini, ma ve lo racconto domani.

venerdì 22 luglio 2011

Fai-da-te estivo con ricette


È un' estate un pochino autunnale ma per fortuna da qualche giorno non ci sono più quegli scrosci continui e deprimenti e si può rimettere mano a tante cose. Intanto mi sono data alle marmellate.



Marmellata di Rabarbaro
Quelle che vedete sopra sono le coste di rabarbaro di mia suocera, quelle del negozio sono molto più rosse. Per un kg. di rabarbaro lavato ho aggiunto un 500 gr di zucchero di canna demerara, una pera che stava per dirmi che se non mi spicciavo era ora di buttarla, due mele bio, sbucciate, e mezzo limone bio con buccia e tutto.

Ho portato a ebollizione, ci ho girato dentro il minipimer e hoi fatto 5 barattoli. Eccoli.



Gelatina e confettura di Lavanda
Ho riempito un bicchiere di fiorellini di lavandula e l' ho messa a bollire in acqua. L' ho filtrata e metà ne ho fatta con il solito zucchero di canna e il succo di un' arancia, fatto addensare e imbarattolato così com' è.
L' altra metà ho commesso il grave errore di usarla con lo zucchero da marmellate, che ha un saporino limonoso di suo che da solo non mi piace. Allora ho preso quelle 5-6 pesche piatte che mi stavano appassendo sulla fruttiera, solo lavate e snocciolate, la buccia l' ho lasciata, ci ho aggiunto una mela, ho passato tutto al solito minipimer e via.

I barattoli li sterilizzo nel forno prima e gli faccio fare un giretto a meno di 100 gradi anche dopo.

Della panchina ricavata da un pallet e delle fioriere ricavate dai resti del pavimento dei bambini in jatoba e dal tavolato del balcone che santisuoceri hanno rinnovato con il capo, ve ne parlo un' altra volta.

E le cicliege? aspettate a rifarle, ne ho comprato una cassetta al prezzo di un chilo due settimane fa, lavate con un po di bicarbonato, fatte asciugare sul panno, inutile esporle al sole che non c' è e ne ho riempito un barattolone da conserva insieme al solito zucchero di canna, rotolando il barattolo per coprire tutte le ciliegie e adesso sta su un davanzale rivolto a sud, se il tempo decide di migliorare. Vi dirò come è andata a finire.

giovedì 21 luglio 2011

#donnexdonne: Lavori da donna e l' imprenditoria femminile


A questa iniziativa sono stata invitata da Monica di Ponti Tibetani. Fatevi un giro in rete e cercate i vari contributi.
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Io mi sono laureata a Magistero all' Aquila, prima che cambiasse nome, e penso che basti già solo il nome della facoltà per capire la quantità di studenti maschi che ci giravano, sia in termini assoluti che in percentuale.

Nella vita per pagare l' affitto ho fatto un sacco di lavori da femmina: ho insegnato, ho fatto l' inserviente di cucina nelle mense, la commessa, la guida turistica, la hostess alle fiere e da 20 anni faccio soprattutto la traduttrice e l' interprete. Lo faccio da imprenditrice, ma tant' è. E l' unica volta che mi definivo/definivano direttrice, lo ero di una scuola. Di lingue. Basta come stereotipi? Basta.

(La badante, la volontaria, la mamma che partecipa alle attività a scuola lo faccio gratis quindi tengo un attimo fuori dal discorso queste funzioni accessorie).

Per dire che una volta che mi hanno mandata a un incontro di informazioni per imprenditori olandesi che ci tenevano ad andare oltre confine organizzato dal ministero degli affari esteri, e mi sono presentata a qualcuno con quella che era la mia funzione lì, consulente, questo ha risposto con una risata: "Ah, ah, consulente Avon?". Magari voleva essere simpatico, io spero che con quella testa nel frattempo sia fallito. E lavori per un capo donna di quelli incarogniti. Ma la legge del contrappasso funziona solo in Dante.

Anche quando mi sono diplomata sommelier l' ho fatto in un periodo in cui le donne in classe con me erano quasi più degli uomini e siccome il vino non lo vendo, ma lo comunica, rieccoci che sto di nuovo nella comunicazione come tipica funzione femminile.

Ora, io mi vorrei concentrare su due di queste figure professionali, l' imprenditrice e la traduttrice/interprete.

Nel mio periodo imprenditorio ho frequentato tutta una serie di gruppi professionali: e le donne imoprenditrici di piccole e medie imprese, e Black Woman che era sulle straniere imprenditrici, e l' associazione di categoria interpreti e traduttori (in cui rivesto la funzione di Commissione feste e se vi sembra che sia un lavoretto di tutto riposo pensate un attimo voi a organizzare un 45mo e 50 lustro per intero per 1600 soci, del 50mo devo aver parlato in precedenza nel blog), e il network dei trainer di lingue e l' associazione di categoria insegnanti di lingue vive (azzo, pure quello ho fatto), e parecchie altre cosette.

Per finire pure un paio d' anni di consiglio genitori all' asilo, e non si trattava di fare i lavoretti di Natale o comprare i fiori alle maestre, per quanto abbiamo fatto pure quello. Nel periodo in cui eravamo menbri del consiglio madri, che quello eravamo, ci siamo praticamente dovute sedere sulla sedia della direzione a cui il management aveva tagliato le gambe e quindi, e per fortuna eravamo qualificate, far venire le ispezioni ASL, indirizzare la formazione delle maestre, fare il sondaggio qualità tra i genitori, (io in particolare seguivo la spesa per consigliare prodotti alternativi e più sani ove possibile - tipo buttar fuori come succo di frutta il Wicky che è un concentrato di glucosio e coloranti, senza mezzo grammo di furtta, e inserire quelli veri, anche da succhi concentrati, ma senza troppi additivi, robe così), rimettere a posto la comunicazione con i genitori che se ne volevano andare a mazzetti ma non potevano, consolare le maestre in malattia, con l' esaurimento, che se ne andavano, e fare persino una newsletter. Il tutto nei ritagli di tempo e con il terrore che quel nido, per quanto disastroso, chiudesse visto che era l' epoca delle liste di attesa di due anni e se chiudeva davvero ci ritrovavamo col culo a terra tutti quanti, ma d' altro canto andava migliorato e di corsa prima che tutte le maestre se ne andassero con l' esaurimento nervoso e il posto chiudesse lo stesso, e prima che qualche bambino facesse una brutta fine. E se possibile anche acquistare un po' di giocattoli adatti ai 3- e 4- enni che si annoiavano a morte.

Ovviamente non pagato, ovviamente per una ditta privata (ex-pubblica, poi semipubblica, poi fallita e riaperta un paio di volte) ovviamente con(tro) il testa di cavolo sessantenne e ignorante con moglie a casa che dirigeva la regione e creava tutti quei casini, e ce ne siamo liberati il giorno che l' hanno promosso ad altre funzioni e finalmente hanno permesso a quel paio di persone competenti - donne - che lui bloccava su tutto, di fare il proprio lavoro e farlo bene.

Posso dirlo? Di buone prassi al femminile ne ho viste a caterva negli anni. Donne con o senza figli, qualificate, che lavorano duro, che si fanno un culo tanto e che hanno sempre tempo per consigliare una collega in panne, tirar su uno stagista imbranato, ritirare d' emergenza dall' asilo il figlio della vicina che sta lavorando a 300 km. di distanza ma il bambino ha la febbre, fare una minestra per l' amica o collega o vicina che sta in crisi di tempo tanto la sta facendo anche per se, che ci vuole prendere la pentola grande e farne il doppio, cercare la casa di riposo per il suocero demente, donne che tengono su da sole un ufficio quando tutti i colleghi figliomuniti sono in ferie scolastiche obbligatorie (ma meglio non farle vedere un bambino in quei periodi o li fa al forno), donne mobbizzate che vanno avanti per la propria strada ma a che prezzo, donne mobbizzate che rinunciano e si rifanno una vita altrove ma anche no.

E vi posso dire una cosa, questo riesce molto, ma molto bene tutte le volte che parliamo di donne con una certa autonomia di gestione del proprio lavoro. Magari in casa sono incastrate nei ruoli e negli schemi, magari hanno hobby o non ne hanno più, magari hanno passioni che permettono loro di tenersi il lavoro col mobbing, il marito fedifrago e i figli in crisi adolescenziale senza morire troppo, ma da qualche parte hanno una grossa dose di autonomia che permette loro di tenere su tutto.

Certe volte non è quasi neanche più necessario che siano autonome finanziariamente, basta che lo siano di testa. Chi l' ha detto che le giornate hanno 24 ore? Un uomo, sicuramente. Le giornate delle donne con vite piene sono flessibili.

L' imprenditoria femminile, o la libera professione, o la partita IVA sono certe volte l' unica soluzione per sfuggire agli schemi rigidi del lavoro fisso che invece di usarla questa forza e flessibilità femminile le tarpa le ali.

E vi lascio con un nanetto del convegno Black Women anni fa, in cui una tizia supermanager della Rabobank (o era un' altra banca, boh?) dovendo presentare le finaliste del concorso imprenditrice dell' anno, osservava, a mò di incoraggiamento, che quello che l' aveva colpita nel leggere le domande per il concorso era come le donne spesso non spieghino le ali. Fanno un business plan senza pensare ai milioni, alla crescita, si danno obiettivi piccoli. Osate di più, diceva, le aziende fanno così.

Porella, lei lo diceva in buona fede, ma il pubblico l' ascoltava basita con un' aria da: ma da dove viene questa qui? Non l' hai capito che una donna che si mette in proprio raramente lo fa per diventare la più grossa del settore, in genere lo fa per diventare la migliore, per lavorare meno e meglio e usare il tempo che avanza per tutte quelle cose che la grande azienda non deve fare (vedi lista sopra, compreso il suocero anziano e bisognoso) per creare un modello di buone pratiche, per fare rete. E durante la pausa pranzo si scuoteva la testa sconsolate dicendo: e, vabbè, però è pure vero che lavora per una banca. Che le banche, diceva il mio cliente banchiere, servono per far crescere le imprese. Le donne imprenditrici che conosco io dalle banche si tengono alla larga preferendo la crescita organica.

Lo abbiamo visto dove ha portato questa mentalità di crescita a oltranza, le banche sono finite un paio di anni dopo con il culo a terra e le hanno salvate i nostri soldi, delle nostre tasse, delle nostre piccole imprese tirate su con fiducia, cautela e competenza.

Le buone prassi femminili? Per me sono proprio queste: inventarsi lavori nuovi, puntare a essere le migliori, fare rete. Non mi interessa se poi vinciamo o meno il premio Black Woman dell' anno, tanto basta guardarsi i rapporti internazionali per capire che oggi in Italia le donne sono come i negri nei campi di cotone: manodopera alla mercè dei favori padronali, non un interlocutore con diritti da esercitare. E questi diritti e la forza interlocutoria tocca allora prenderseli da sole, visto che non ci sarà nessuno a regalarteli.

martedì 19 luglio 2011

La festa della scuola

Io non so se dipende da me, ma se non altro ammetto quando mi sbaglio. Perchè a me l' annuncio della festa della scuola mi aveva messo a girare gli ingranaggi perchè era una roba del tipo:
carissimi, per la festa della scuola facciamo un tema Paesi del mondo con i seguenti paesi (11, mica un paio). Per ogni paese ci vorranno delle attività, due o tre, e poi abbiamo bisogno di volontari per decorare e per pulire e la cosa dura dalle 13 alle 15 per i bambini de dalle 15 i genitori sono i benvenuti per vedere, ammirare e chiacchierare e alle 16.30 chiudiamo. Se non vi presentate numerosi non se ne fa nulla, ma pensateci bene che grosso dispiacere per i nostri bambini che la festa non si fa.

Mi state ricattando. No, ditemelo, e i genitori che lavorano e nella nostra scuola ce ne sono a pacchi, che fanno, si prendono la mezza giornata di ferie (o quella intera, come un certo capo di mia conoscenza e meno male che io sono libera professionista. di cosa non si capisce bene, ma libera). Ma uno o due paesi no, vero? O fare appello al budget (e io so che c' è) e pagare una di quelle agenzia specializzate in questo tipo di cose (ci sono, ci sono) e noi solo fare gli ospiti a un orario comodo no, vero?

C' era il tema Italia e per quanto io abbia giurato mesi che fa che basta, per quest' anno ho già donato e si faccia avanti qualcunaltro, mica potevo lasciare l' Italia a qualche olandese che mi imbastardiva tutto e mi toccava incazzarmi sui pregiudizi e le stronzate e rispondere, a domanda, perchè me l' avrebbero chiesto senz' altro: ma che bello, che originale, quanto l' avete fatto bene e intanto rodermi il fegato su come l' avrei fatto molto meglio io senza stressare nessuno.



No, eh, certe volte i propri difetti vanno dirottati in modo positivo, e così il mio carattere di merda mi ha fatto scrivere alle organizzatrici, che conosco e amo e abbiamo i figli in classe insieme:
Care e belle, l' orgoglio nazionale mi impone di occuparmi dell' Italia pirsunalmente di pirsuna, quindi mettetemi in mano la cosa, mi dite budget e spazio e io mi arrangio. E non solo mi sono arrangiata, ho scritto ala mailing list genitori delle classi dei figli chiedendo aiuto per un workshop di pasta a mano e ho trovato Nel, che mi piace assai e certe volte cerco di andare a fare yoga con lei che mi frebbe tanto bene.

E già che c' ero, e c' ero, mi sono accolltata pure l' organizzazione, spesa, realizzazione e servizio spuntini e aperitivi per 150 persone.

È stata una festa bellissima, si è presentata una caterva di gente ad aiutare e visitare, con il budget hanno affittato un baracchino dei gelati in una specia di apecar risistemata con la fila di bambini davanti e l' ometto siculo dentro che ingelatava, e un paio di aggeggi gonfiabili su cui saltare, messi in palestra sotto l' occhio vigile di Guido (si pronuncia Hiiìdo), e il capo che gestiva cavi e saltava e faceva il bungee jumping e genitori sparsi ovunque a fare la qualunque. Tye and Dye, il the marocchino, i tatuaggi all' hennè, il workshop di sushi, quello di smooothies, disegnare su un cartone gigntesco e appunto noi, le pstare della situazione.

Con il fatto che si faceva in orario da lavoro il bidello Marcel ha aiutato un sacco, le maestre collaboravano, la maestra Irma ha suonato la chitarra e ci siamo divertiti da pazzi. Enonostante l' orario antelucano per la serie: degustazione vini italiani, 12 bottiglie o anche 14 mi hanno fatto fuori. E meno male che la metà dei genitori non beve alcol per questioni religiose.

L' ho ammesso, sono una stronza malfidata. E l' anno prossimo lo rifacciamo.

(sgrunt, ho delle foto bellissime e queste stronze da stamattina non si vogliono caricare).

lunedì 18 luglio 2011

Piove

No, io lo so che ce ne sono di problemi seri al mondo, ma qui piove, non vuole smettere, è buio come a ottobre e giovedì è l' ultimo giorno di scuola.

E noi andiamo in vacanza solo dal 20 agosto.

Mi sono attaccata ai fiori di Bach, il Rescue Remedy (tanto per dirvi come sto messa male), che tanto per ho preso in quelli che credevo fossero confetti, e invece hanno proprio la forma di caramella, tant' evvero che un certo figuro, nonostante lo abbia nascosto in 3 posti diversi, che dire, è scomparso. Spero gli abbia fatto bene.

Per me ho preso l' Impatiens che ce n' è un gran bisogno.

Però i corsi di vino e il workshop sui pomodori e le verdure in vasetto del 13 agosto continua a riempirsi sempre più.

E quasi quasi rifaccio una cena di pesce con deguistazione di vini. Il 30 luglio.

Se vi interessa stay tuned, oppure scrivetemi a barbara(chiocciola)madrelingua.com, io la vado ad annunciare su facebook.

Eadesso vado a fare le crepes che doveva fare Ennio e inventarmi qualcosa con il rabararo di santasuocera, mi sa che mi tengo una gelatina, la torta proprio non ce la posso fare.

sabato 16 luglio 2011

Citazioni citabili


I bambini in questi giorni stanno guardando una serie di docu-fiction scolastica che si intotola: tredici anni durante la guerra. In ogni puntata si segue un tredicenne di famiglie diverse, il che permette di spiegare i protagonisti della guerra: ho visto quella sugli NSB'ers, i collaborazionisti, mentre la ragazzina che fa da presentatrice raccontava delle vendette ala fine, le donne che venivano rapate a zero, mostrando anche spezzoni storici di filmati. Dopo i collaborazionisti si è passati agli ebrei.

La cosa ha creato a Orso una preoccupazione:
"Io non voglio essere ebreo"
"Ma no, il problema non è se sei ebreo, è che quelli odiavano gli ebrei".
diciamo che suo fratello maggiore ha colto esattamente il nocciolo della questione. Adesso devo solo ogni tanto ricordargli che i tedeschi non sono più i nostri nemici.
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Finalmente dopo mesi in cui non avevamo mai tempo per informarci su quale sia un buon skateboard per due bambini senza spendere miliardi ma anche senza comprare la prima ciofeca che trovi, perchè questo era il regalo promesso da oma che però non intendendosene aveva lasciato l' esecuzione nelle nostre mani. Mai scelte mani peggiori.

La settimana scorsa durante un' incursione al megamarket del fai da te all' ingresso c' era un' offerta di skateboard a 11 euro e li abbiamo presi al volo per toglierci il pensiero. Sono andata una volta con gli Sgnorpols alla pista vicino casa, ma dopo averci messo le ore a conviuncerli a vestirsi e uscire e mettersi le protezioni e il casco (perchè sono capaci di passare un' ora a sfiancarti per fasrti fare una cosa che vogliono quando non hai tempo per poi mettercene due ad uscire dic asa quando per disperazione hai ceduto? misteri della genitorialità). E si lamentavano e si toglievano le protezioni e il casco gli faceva caldo e non avevano voglia, insomma, ci stiamo stati 7 minuti e mezzo e poi a casa.

Ieri dopo cena Ennio chiede di andarci da solo (miraaaaaculooo) e noi che siamo distrutti da una giornata di miniera per il successo della festa della scuola insistiamo solo che si metta le protezioni. Almeno i parapolsi e il casco. Cerca di svicolare sul casco.
" No Ennio," fa con fermezza il padre," il casco te lo devi assolutamente mettere perchè se cadi e ti spacchi la testa siamo in guai grossi, visto che con tua madre abbiamo già venduto il tuo cervello agli zombie".

Si è messo il casco.

venerdì 15 luglio 2011

Aggiornamento del venerdì


Cocchi, io ci continuo a pensare al' intelligenza, eh, quindi lasciatemi pure ancora i vostri preziosissimi commenti un paio di post prima di questo. Ma oggi c' è la festa della scuiola, quella roba ambiziosissima, complicatissima (tema: i paesi del mondo e per ognuno ci vogliono almeno 2-3 genitori per le attività, 11 ne hanno scelti, no ne bastava uno come sempre?) e inoltre non la fanno pi`¨dopo le 5 ma tra le 13 e le 15 e dalle 15 alle 17 benvenuti i genitori che non stanno a lavorare, a parte quelli che come me, dalle 8.30 vanno a fare la spesa, fare il buffet e non è che qualcuno ha una friggitrice da prestarci?

Domani e dopodomani ho estorto il Wiki-lab, due giorni di prove serratissime per mettere insieme il programma teatrale 2011-2012, doveva essere un ritiro spirituale nei boschi con i miei compari, ma vuoi che ci riusciremo mai? Così nei ritagli di tempo invece di concentrarmi tocca prendere e portare i figli alle varie feste di compleanno che per fortuna hanno questo weekend (a proposito, i regali) mentre il capo e i sanrisuoceri cercano di venire a capo delle perdite misteriose sotto la doccia, non sigillata perfettamente e da una settimana siamo doccioscarsi, ci laviamo in cucina o in piscina e palestra a scuola i maschi, io devo prendere accordi con qualche amica, i capelli nel lavandino della cucina e meno male che abbiamo un bidet.

Insomma, se non mi vedete ne sentite no se preocupe, sono via ed affaccendata ma offline.

E buon weekend a tutti.

giovedì 14 luglio 2011

Orsaggini (dell' arte, della scuola, dello sport e della buona cucina)


Orso sarà pure che a scuola fa opposizione passiva e non combina niente e l' altro giorno che la maestra ha tenuto duro ci ha messo dalle 9 alle 14.30 per fare un compitino di calcolo che al massimo in 5 minuti era pronto. Sembra che cazzeggi continuamente ma non perde una battuta e ai test di fine anno, che in quanto test sono molto più schematici e meno ragionati dei compiti che svolgono normalmente a scuola, ha preso un A (9-10) in lingua e un B (7-8) in calcolo. Per uno che non fa un tubo da novembre, una bella prestazione.

Ho provato a tranquillizzare le maestre dicendo loro che sul cognitivo meglio che non ci preoccupiamo, capace che non faccia niente per i prossimi 5 anni stando sottosopra e con un sacco sopra la testa (cosa che le ha fatte ridere) e che comunque faccia i test di uscita al massimo. Lo so perchè io a scuola ero uguale. La scuola mi piaceva perchè vedevo gente e facevo cose, anche se ero o mi sentivo isolata, ma per il resto, che noia santo dio, a fare cose che non mi interessavano nè mi appassionavano. Ma perchè non mi davano un po' dei libri dietro ai vetri sottochiave, così io non disturbavo e almeno mi divertivo. Mah.

Quello che pare a Orso venga bene è o scrivere storie a partire da un disegno, da questo punto di vista è sicuramente molto più affabulatore del fratello, che ha invece una certa incapacità a mettere insieme dei pezzi in una storia coerente, sempre avuta.


Infatti dovrò rimettermi un pochino a fargli fare qualcosa di creativo, domenica scorsa al mercatino di quartiere ha prodotto in un gruppo attrezzatissimo, pure gli impermeabili a mo di camice avevano, questo bellissimo lucertolone arancione e una farfalla viola coperta di glitter, che i glitter e gli sbrilluccichi ai bambini piacciono tanto, per fortuna non ne ho in casa.

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A lui piace definirsi inventore, ora non è che le sue invenzioni fin qui siano lontanamente paragonabili a quei bambini che su internet trovano istruzioni per costruire radio, aspirapolveri e simili, am gli piace pasticciare con le cose, i chiodi, gli elastici, le vecchie viti, il lego. Dovremmo comprargli uno knax.


Cucinare invece gli piace molto di più e comincia a venirgli sempre meglio. L' altra mattina mentre nella fretta ero di sopra a tentare di prenotare la macchina per portarli a scuola, ennio che urlava allarme incendio e delitto, corri, corri mamma, Orso sta facendo cose che non può fare, poi sono scesa e l' ho trovato in piedi su una sedia che si era fatto un uovo occhio di bue.

E il giorno dopo gli ho proposto io di farselo, sotto mia supervisione, spiegandogli quanto olio mettere in oadella, che è caldo quando comincia a correre sul fondo. Solo la finezza di movimenti di spaccare l' uovo ancora non gli viene ("ma quando avrai rotto almeno 50 uova, Orso, ti viene da sè" " io ne ho rotte solo tre finora, mamma").

Ho sfrantecato non so quante amiche e amici in questa settimana e ieri Silviotta, che è veramente un santa donna, mi ha chiamata perchè glielo aveva detto Laura che mi sto preoccupando per lui, e voleva sapere come sto. Mi ha fatto bene perlarne, sto relativizzando la cosa e riflettendo. E Antonella mi ha suggerito di allargare una cosa che cerco sempre di fare in piccolo, ma è difficile senza organizzarsi:
"Portatelo via una settimana in territorio neutro e fate cose che vi piacciono".

L' ho proposta al capo, che ha paura che poi possa essere Ennio a sentirsi escluso. e allora facciamo a turno, una volta me ne vado io con un figlio e lui si occupa dell' altro e una volta va lui con Orso a fare cose da maschi, mentre io e Ennio ci lanciamo da qualcosa di eccitante e potenzialmente pericoloso.

Io direi che il capo se lo può portare in canoa a guardare il mondo e le papere dall' acqua, io avrei una gran voglia di andarci a fare un corso di ceramica, o a dipingere.

Lunedi che c' era il sole al supermercato ho visto una mamma con un treenne che andavano a fare la spesa e per un attimo ho avuto il rimorso di una vita più lenta, quella nella quale andare al supermercato con il bambino è veramente l' attività di metà mattinata che ti impegna almeno per un paio d' ora perchè te la prendi comoda e gli dai il tempo che ci vuole. Mai fatto, sempre di corsa con i minuti contati e se ci riesco senza figli, meglio. Li guardavo e mi dicevo: non è mai troppo tardi per ricominicare a darseli certi ritmi.

Ma è anche questione di carattere e questo non fa parte del mio. Preferisco litigarci per farli uscire, mettersi le scarpe e le giacche e fare pipì e pettinarsi e santoddio, dovrebbe essere una cosa bella per voi e allora perchè vi comportate come se vi stessi portando al patibolo o al mercato degli schiavi, che io in fondo sto bene pure sparapanzata sul divano, se proprio ho quelle 3 ore libere, e poi correre ovunque e vedere e fare cose e andare in città, o al museo o quantaltro.

La settimana prossima è l' ultima settimana di scuola, ho deciso che se il tempo è bello ci prendiamo il bus 38 e poi il 37 e andiamo alla piscinona all' aperto del Flevopark a fare gran pic nic, e se è brutto mi faccio un pass per i musei e cominciamo a fare cultura seriamente. Che anche il Van Gogh fra un po' chiude per restauried è meglio andarci prima, anche se il mio vero obiettivo è quello di portarmeli al Kroller Muller, che i Van Gogh lì a me piacciono molto di più (comprensibile, Madame Kroller Muller era una collezionista che se li sceglieva lei e li pagava i quadri, il Van Gogh è il dono della famiglia allo stato e per forza di cose ci stanno anche gli invenduti che si sono ritrovati in casa).

lunedì 11 luglio 2011

Lo stupido è la misura di tutte le cose (call for comments)

Intanto vi lascio il titolo di un post che mi sta premendo da tutti i lati per uscire, ma le idee si ammucchiano e il periodo è pienuccio. Il tema è in che modo possiamo valutare intelligenza e stupidità e tutte le posizioni intermedie e al di sopra e al disotto di ciò nel nostro quotidiano e con la gente che incontriamo. Intanto che cerco il tempo di scriverlo come si deve il post, mi piacerebbe chiedervi tra i commenti vostri aneddoti, esperienze, idee, opinioni e parazbole sul tema. Si accettano anche commenti anonimi, se volete:-).

Ecco, per esempio per me dire di qualcuno che non è stupido, anzi, se ci va bene, dire persino che non è affatto stupido è un complimento, nelle intenzioni sarebbe quasi come dire che è intelligente. Solo che non lo dico che è intelligente, anzi, sento la necessità di girarci intorno. Penso a mio padre, che era uno di quelli non affatto stuoido ai limiti della genialità, mio padre è davvero geniale a modo suo. Ma è intelligente? (era, in realtà).

Intanto che ci penso, vi lascio con questo titolo come temino delle vacanze, ditemi la vostra.

domenica 10 luglio 2011

Pittare, dipingere e discorsi da ubriachi


I santinonni sono qui da mercoledì ad aiutarci a fare dei lavori di casa, ovvero ridipingere gli infissi che non hanno fatto lo scorso anno.

Sono arrivati muniti di impalcatura prestata dallo zio zitello, io cucino, mi occupo dei bambini e per il resto mi defilo il più possibile grazie al cielo ho avuto due giorni di interpretariato medico in cabina, una pacchia.

I figli, vai a sapere se è una congiunzione astrale, la loro presenza o cosa, sono ancora pi`¨in fibrillazione e indisciplinati del solito, che veramente mia suocera li guarda a cena e fa: ma da noi non sono mai così.

Oggi per fortuna c' era vicino casa un' attività di quartiere con mercatino dell' usato (da piangere, lo dico subito, a parte chi aveva del cibo), e un paio di tavoloni di attività creative, che erano quelle per cui Orso ci è venuto.

Ennio ieri e oggi aveva un weekend di prove con il coro per chiudere la stagione, fare il regalo alla dorettrice che poi va in maternità e preparare l' opera che canteranno il 19 agosto al Grachtenfestival.

Ieri festa al parco della mia amica polacca, festa carinissima, vicino al nido delle cicogne, e fatta in comunqe con altri due compleannardi, tutti born the 6th of July, con lei che compiva 40 anni e gli altri due 50 e 60, quindi avevamo un dress code che richiedeva vestiti anni ' 40, ' 50 o ' 60 e la maggior parte di noi si è sbagliata e ha puntato sul flowerpower, che però spesso era più anni '70, come ha fatto nostare l' amica indologa, che questi accademici si sa che con i riferimenti ci vanno precisi.

Il bello di queste feste in comitiva è che per i 2/3 gli invitati si conoscono, poi ci sono sempre quelli che non conosci perchè amici del festeggiato che no conosci, quindi sono saltate fuori alcune conversazioni che non vi voglio negare:
"Che ti si porti il diavolo, X, ma come ti è venuto in mente di regalarmi del fumo?" fa la neosessantenne che è pure una signora tanto distinta.
"Ma come, a casa tua qualche volta c' era quel bel profumo?"
"Ma sarà stato mio figlio".

Oppure:
"Ma Z allora sta partorendo o no?"
" C' è silenzio radio persino su Facebook, mi sa che ci siamo".
"Si, perchè poi ci siamo viste pure alla festa di Y",
" Già, che non sapeva se invitare per la festa in barca Z che in teoria tre giorni dopo doveva partorire, allora nel dubbio gliel' ha chiesto, e lei si è offesa che non la voleva invitare, e lei per il nervoso si è messa a bere e io che sono arrivata tardi me la sono trovata che piangeva e mi chiedeva: ma almeno tu mi vuoni bene? perchè tutte le mie amiche si offendono con me".
"Che poi pure io una volta mi sono offesa con te".
"Ma si, guarda, a me capita spesso, lo sapete che non lo faccio apposta, ma proprio mi esce di dire certe cose, però poi voi due mi avete perdonata e io la vedo come una specie di selezione naturale".

Mentre il festeggiato cinquantenne che accoglieva tutti con il segno delle dita dicendo: Make love, a tutto spiano, che l' ha detto alla connazionale di marito siculo (era una festa di polacchi, l' ho detto?) e io lo sfottevo:
" Giovanni, ma questo così dice a tua moglie? Fai il marito siculo, menagli" ma poi l' ha detto anche a lui e cosa fai, meni a uno che ti invita a fare l' amore?

Io si, gli avrei menato, eprchè alla fine delle feste quasi tutti sono alticci trane me che sono sommelier, e quindi non solo mi ha appioppato una pippa tremenda, ma mi ha pure detto che ho un accento che fa schifo e lì non mi sembrava il caso di incazzarmici, ma mi sa che si vedeva, perchè gli ubriachi hanno questa sensibilità di capire quando uno si sta trattenendo dal menargli, e tentano di rimediare, ma essendo ubriachi gli viene un po' così e io dovevo fare la pipì, e mi ero appena sfogata con un paio di amiche su tutto il discorso di orso e amica festeggiata mi ricordava che in fondo tutta la sacra famiglia di mio marito sono cos`^, che lei stessa in tutti questi anni il capo le avrà rivolto la parola quelle 8-10 volte e eli lo conosce e apprezza, ma che il resto dei presenti alle mie e sue fetse mica ci sono poi riusciti spesso e io insistevo, si, è vero, è quello che mi dico anch' io, ma con orso c' è di più e a quel punto arriva suo marito:
" Chi, Orso? Ti informo che sta al giardinetto con Lucas a giocare ai pirati e ci hanno mandato tutti via perchè siamo degli inutili marinai di acqua dolce", il che, se vogliamo, per uno che negli ultimi tre giorni era in odore di ADHD per i fatti o di comportamenti nello spettro dell' autismo per la teoria, ecco, che dire, era incoraggiante.

Infatti mi sarei potuta sforzare di più per recuperare i figli con energia e riportarmeli e non perdere il tram, e tornare in tempo per cucinare, non che l' ha dovuto fare il capo, ma sono tornata tardi, mi sono mangiata un cetriolo e due bicchieri di vino e mi sono ritirata nei miei appartamenti, sfinita da questi due che lo so che l' ADHD per fortuna non ce l' anno, ma anche cos^`ogni uscita insieme è una dura prova per la povera madre che qualcuno cerca di sommergere di sensi di colpa da ingratitudine, ma io non ci casco.

Non ci casco ma mi costa uno sforzo enorme comunque.

Ma a parte questo, a me piace moltissimo quando i santisuoceri vengono ad aiutarci, prima di tutto perchè mia suocera è un bulldozer e ci costringe a superare le nostre capacità per non parlare della voglia che manco la mamma tigre cinese e alla fine abbiamo (cioè, hanno) fatto moltissimo e i risultati si vedono. poi perchè ci facciamo queste belle cenette insieme che sembra quasi di essere in vacanza. E infine, perchè in fondo, lo dice anche il capo, è forse è l' ultima volta, che hanno pure un' età anche loro e non avremo più il coraggio di chiedergli una roba del genere.

Domani chiudiamo i lavori, i bambini tornano a scuola, martedì un pranzo con le amiche per sfogarmi delle infinite emozioni della settimana mi tocca pure, no?

venerdì 8 luglio 2011

Il follow-up del mumble

Grazie e tutti per le vostre parole affettuose, incoraggianti e utili. Ne sono fuori.

Un po' perchè stamattina ho cominciato a lavorare solo alle 10 con la macchina per andarci, quindi ho potuto perdere un po' di tempo a scuola a chiacchierare con un paio di genitori che conosco. Il papà di J. l' amichetto timidissimo, che mi ha detto che dal prossimo anno scolastico sono fuori dallo ' zainetto'. Lo zainetto è il contributo finanziario affidato alle famiglie con bambini che hanno bisogno di sostegno, da spendere in assistenza di tutti i tipi. Ci paghi la logopedia, la fisioterapia, lo psicologo, l' insegnante di sostegno, ma anche la babysitter o l' aiuto domestico per quei genitori che hanno figli che necessitano di un' assistenza talmente intensiva da dover rinunciare a un lavoro e una vita per dargli un attimo di respiro, a volte per il trasporto se il bambino deve frequentare una scuola speciale in culo al mondo e non ci sono trasporti alternativi, a volte i soldi vanno alla scuola che con l' aiuto degli esperti e specialisti ne stabiliscono la destinazione insieme ai genitori.

J. è stato il primo bambino con cui la nostra scuola ha fatto l' esperienza di tutta la procedura per richiederlo e impiegarlo e adesso non ne ha più bisogno, ma è verissimo che questo bambino è davvero fiorito, anche se a 5 anni hanno deciso di farlo stare un anno in più con i piccoli, in modo da farlo sviluppare un pochino di più e non costringerlo da subito a tenere un passo troppo veloce per lui fino a che non è stato in grado di fare da se.

Poi ho parlato con la mamma delle bimbe, che anche lei ha una situazione simile con la seconda, che forse ha una leggerissima forma di autismo o comunque chiusura in se, è estremamente intelligente e curiosa, ha molte amiche ma nella sua classe per pura sfiga ci stanno soprattutto bambini non dico nella media, ma proprio sotto, e lei in qualche modo non trova un aggancio e ne ha abbastanza. Al liceo le passerà, ma tocca farcela arrivare. Loro hanno scelto appositamente di non farla testare per non darle un' etichetta. Io con lo stesso ragionamento ho raggiunto la conclusione opposta. Se un esperto mette nero su bianco cosa c' è con questo bambino, è più facile convincere la scuola a darti retta. Perchè tanto noi genitori lo sappiamo già, anche se a volte no lo vogliamo sapere, come sono fatti i nostri figli e di cosa hanno bisogno, solo che a scuola sono anche dei professionisti e pensano di saperlo anche loro. Un giudizio sopra le parti mette tutti d' accordo o almeno ti da una base su come prendere questo bimbo e aiutarlo.

Una mia amica ieri mi h riferito una frase della maestra di Orso: non ci sono bambini difficili, basta averne il libretto delle istruzioni. Il libretto di orso lo abbiamo letto di sopra e di sotto per concludere che è scritto in una lingua che non conosciamo tutta, e tocca farlo tradurre quindi.

L' ordine, la calma, la regolarità, la prevedibilità saranno indubbiamente utilissimi, ma non è la loro mancanza a creare il problema. Vanno considerati quindi dei palliativi, dei cerotti per l' anima, ma non una soluzione.

Poi sono entrata in macchina, mi sono letta la pagella appena consegnata che mi ha tolto qualsiasi dubbio se ne avevo, e non ne avevo già più, e ho deciso di passare da casa e darla al capo perchè la leggesse anche lui. Entro, gli dico che secondo me noi testeremo e faremo tutta la procedura e tutto il necessario, di pensarci sopra ma che io ho deciso. Gli indico al volo le parti del giudizio che danno da pensare.

Inizia con il miserere comportamentale, prosegue con i giudizi cognitivi e sui risultati nelle varie materie. Mi colpiscono due cose: dal giudizio precedente Orso si è chiuso più in se stesso, è incapace o rifiuta di lavorare in gruppo, sta sempre per conto suo, non partecipa, non segue, è apatico. Di contro in matematica è migliorato e ha voti ottimi e in lettura, che era il punto dolente, sta al risultato dei bambini di due anni più grandi. In due mesi da insufficiente in lettura è salito al livello del fratello. Il tutto senza seguire le lezioni, facendo l' apatico eccetera.

Devo aggiungere altro? Prima che anche il rendimento scolastico inizi a calare per totale mancanza di motivazione, interesse e compartecipazione NOI DOBBIAMO AFFERRARE PER LA COLLOTTOLA QUESTO BAMBINO E TIRARLO SU.

Io non voglio un figlio genio, anche se ce l' ho, voglio un figlio felice e in grado di funzionare insieme agli altri e anche quello ce l' ho ma tocca dargli una mano. Perchè lui si sente Calimero, quello rifiutato perchè è piccolo e nero e io so che molto di questo è tutta una sua proiezione. Tocca rimetterlo in contatto con la realtà così smette di incazzarsi a ogni più sospinto.

Ieri solo uscire da scuola e arrivare a casa è stato un disastro, lui voleva giocare con un bambino che però doveva andare dal fisioterapeuta e suo padre propone di portarlo con loro il giorno dopo. Incazzato, mamma guarda e buttava la borsa per terra, la prendeva a calci, un disastro, per scendere dalla macchina crisi isteriche. Io lo ignoro perchè non ne posso più (voleva andare a comprare le patatine ma io dovevo rientrare con la macchina).

Chiedo al capo di portarselo dietro a comprare le cose necessarie ai lavori e lo tento dicendogli di comprargli anche dei chiodi. Cosa che il capo ha fatto e poi ha passato il resto del pomeriggio a martellare chiodi su un paio di pezzi di legno con cui lui fa le sue invenzioni (la settimana scorsa in mancanza di chiodi è riuscito a martellarli delle viti di 10 cm. nel legno, devo aggiungere altro?)

A cena fa tremila capricci, lo minacciamo della qualunque, continua, a un certo punto ne ho abbastanza e gli comunico che andrà a dormire senza tisana (camomilla) e senza film, visto che non ha mangiato ed è pure riuscito ad estorcere il dessert. Piange disperato per tutte le scale, urla mentre fa pipì e io decido che faremo la doccia insieme per darci una rilassata, lo spoglio, lo lavo, lo asciugo, gli faccio annusare la mia crema per il corpo, dice di no ma annusa e mi dice che c' è del limone dentro (arancio e zenzero, ci ha azzeccato).

Gli propongo di mettersi il pigiama e scendere a bere il te se farà il buono, accetta con quella pronuncia blesa da bambino piccolo che mi fa sempre sciogliere quando la sua cocciutaggine lo porta a piangere ed ammettere che no, lui in fondo è disposto a collaborare se proprio lo mettiamo all' angolo (ma perchè dobbiamo arrivare alle lacrime, santo cielo):
" Orso, ci vogliamo mettere il pigiama e poi andiamo a bere il te con gli altri e diciamo che ci possiamo guardare un film?"
"Tsgiii".

Lo amo. È così indifeso nelle sue minacce, si morde le mani, minaccia di ammazzarsi per farmi dispetto e prima della doccia era arrivato a dire:
"Non leggerò mai più un libro in italiano, mi sentii? Neanche Topolino. E non voglio neanche più andare in vacanza al mare".

È il mio bambino bello e faticoso, ma io l' energia ce l' ho e se non ce l' ho da qualche parte la cercherò e la troverò. Tutte queste manipolazioni meglio che le butti fuori di se invece che contro di se.

Stamattina ero sdraiata accanto a lui mentre si svegliava.

"Orso, ma Topolino ti va di leggerlo, vero? E andiamo anche in Italia al mare?"

Certo che ci andiamo.

giovedì 7 luglio 2011

Mumble e mumble

Tutta questa cosa la devo assorbire e soprattutto trovare un po' di tempo per parlarne con calma con il capo e Santasuocera, ma se il blog non serve a metter giù delle idee per chiarirsele, che cavolo ce l' ho a fare? E quindi, con tutte le mani avanti i se e i non ci preoccupiamo e in fondo non ci sorprende e ce la facciamo insieme, adesso butto fuori.

Ieri colloquio con la terapeuta, Orso andrebbe in effetti testato perchè è evidente che ha dei percorsi tutti suoi e la vita troppo movimentata gli confonde le idee. Ci interessa avere un' etichetta? A noi certamente no, sappiamo più o meno cosa gli dobbiamo offrire, io l' ho sempre saputo ma quando se ne è parlato mesi fa ero io a non essere in grado di organizzarci la vita in quel modo. Diciamo che ho avuto tempo per darmi una rasserenata pure io e tirare alcune fila della mia vita.

Insomma, non è che alla sua età serva mandarlo in terapia, quello che ha fatto finora serviva a capire come pensa, come vive e come sente le cose e questo ha aiutato molto anche noi.

Quindi linee corte, coerenza, liste e rassicurazioni, fargli i suoi piccoli confini su tutto così non si perde fino a che la maggior parte delle cose della vita smettono di sembrargli troppo grandi e troppo da perdercisi dentro e diventano degli automatismi.

Non ci sorprende tutto questo perchè suo fratello in fondo ha lo stesso, ma essendo un altro tipo di persona ha imparato a risolversi. Perchè un fratello del capo da bambino era anche taaaaanto problematico e incazzoso per impotenza, ma in fondo è una persona meravigliosa che nella vita è riuscito benissimo. Perchè mio padre, lo dico sempre, quanto potenziale avrebbe tirato fuori se fosse cresciuto in un altro ambiente e allora lo faccio io con mio figlio anche per lui.

Con la scuola abbiamo la fortuna che il prossimo anno lo rifà con le due maestre che ha avuto quest' anno, che lo conoscono e vogliono aiutarlo e un pochino un' idea ce l' hanno, per cui insieme alla scuola penseremo a come intervenire. Diciamo che lui va stimolato a uscire da se stesso, quindi, cito "se gli interessano i missili sarà utile quello che deve imparare per non restare indietro con il programma glielo si presenti attraverso uno studio dei missili". E se la scuola ha bisogno dell' etichetta per motivare l' attenzione extra che toccherà dargli, noi ci procureremo l' etichetta, cosa che secondo me ci aiuta molto anche a capire meglio come funziona. cosa che mi chiedevo già qui.

La cosa positiva è che è un bambino curioso e intelligente, dal punto di vista cognitivo non c' è il minimo problema, ma è così coerente nei suoi comportamenti e nei suoi inciampi, a casa, al coro, a nuoto, ovunque, che adesso gli daremo più retta.

Intanto il prossimo anno va a judo che gli piace e magari gli fa pure bene, e poi lo rimetto a fare qualcosa di creativo che devo ancora trovare.

Sarà una fatica enorme da unire a tutto il resto della fatica del vivere, ma cosa vuoi che sia?

La cosa buona è che ho smesso da un po' di sentirmi in colpa per tutto, la vita è quello che è e io non posso darmi le colpe della qualunque. Io ho oggettivamente dei figli meravigliosi e faticosissimi, ci ho messo anni a capirlo perchè era più facile sentirmi inadeguata io, ma è vero che richiedono un mucchio di energia positiva e forza fisica e mentale e se non ce l' ho è ora che me le cominci a procurare.

Mi sa che quest' estate avviamo il nuovo corso, vediamo se funziona e cominceremo a divertirci.

martedì 5 luglio 2011

La notte della rete, diretta streming dalle 17.30


Online video chat by Ustream

La Rai è quello che è, i media liberi in Italia sono quello che sono, Internet, una rarità. Però Internet, evidentemente, da fastidio perchè non è soggetto a nomine di controllo dall' alto e ci possiamo scrivere e leggere quello che vogliamo. Bene, limitiamo Internet, così il popolo resta bue e ignorante. Questo il piano.

Per evitare che ciò accada un nutrito gruppo di cittadini, associazioni in difesa del web, blogger, politici, giornalisti, artisti ed esperti si è dato appuntamento oggi, alle 17:30, a Roma, per manifestare il proprio dissenso e spiegare a tutti che razza di scempio sta per essere perpetrato.
Chiunque abbia un blog o un sito web potrà trasmettere l’evento in diretta streaming, semplicemente copiando e incollando il codice qua sotto:


Online video chat by Ustream

Occhiali nuovi

Ieri per puro caso, una delle amiche che vedi quasi quotidianamente, si ferma, mi guarda e fa:
"Ma hai gli occhiali nuovi?"

Ce li ho da due settimane, ma giusto gli amici quotidiani, quelli che ti vedono di continuo, non ci hanno mai fatto caso fino a che non gliel' ho detto io. E trattandosi di una montaturina discreta, nevvero, trasparente, praticamente invisibile, di quelle che manco ti accorgi che hai un paio di occhiali, direi che può voler dire una sola cosa: che questo modello mi sta così bene che sembra faccia parte della mia faccia da sempre.

Adesso tocca dirlo al contattologo.

lunedì 4 luglio 2011

Le foto della famosa cena di pesce

Bella la cena di pesce per amici ed ex-corsisti (ma esiste ancora un confine tra le due categorie? Mi sa di no).


Intanto è stata l' occasione d'oro per sistemare come si deve il giardino davanti, costruire alcune fioriere con le tavole storte e avanzate del pavimento in merbau, che dopo 11 anni sono ancora splendide. Per scavare uno strato di terra (con cui ho riempito le fioriere) da quello che diventerà il vialetto tra casa e baracca nel giardino di dietro, vialetto per il quale utilizzerò tutti i mattoncini avanzati dalla fioriera davanti, che veramente, ci rinuncio, la fioriera in mattoncini non è stata questo enorme successo e intendo fra un paio d' anni cambiarla in baracchibna biciclette con tetto che fungerà da casa accanto all' albero, perchè l' albero è dei vicini, tanto si è bello che capito che sotto quell' albero non può fiorire nulla, tranne le clematidi che ci si sono arrampicate sopra.



Anche l' occasione per svuotare il divano, risistemare la cucina - soggiorno e sgombrare l' eternamente ingombro piano d' appoggio del retrocucina e fare un altro paio di lavoretti.


Il capo, sempre santo e benedetto, ha accettato questa invasione di casa, portandosi i figli a mangiare la pizza altrove e mettendoli a letto al rientro, mentre noi mangiavamo e sbevazzavamo. Mi chiedo se, continuando a ogni attività a mettere tutto in perfetto ordine, se possa essere un metodo per rifargli trasformare casa in scuola.


Anche i vini sono stati molto riusciti, tranne per l' involtino di zucchina grigliata con ripieno di ricotta e salmone al profumo d' aneto, in un piatto solo, peraltro ottimo e buonissimo pure il giorno dopo da freddo, un po' tutti gli ingredienti ' difficili' da abbinare con un vino, figuriamoci se tutti insieme. Il Pinot Grigio in realtà ce la poteva fare, ma era per oltre nel menu, e quindi dopo gli aperitivi in giardino, ho semplicemente detto al gruppone che con il primo piatto si dovevano accontentare di acqua fresca e che il verdicchio di Matelica lo avremmo aperto con gli scampi e mazzancolle (dio ce ne scampi e gamberetti, diceva mio fratello). Hanno recalcitrato un po', ma poi accettato.


Si sono sacrificati sospirando, poi per rifarsi hanno spazzolato alla fine grappa, nocino e tarallucci, all' anice e ripieni e stamattina abbiamo iniziato all' alba a postare le foto su Facebook, anzi, io ho cominciato ieri mentre Antonella tirava su la pasta ai moscardini affogati nel trebbiano d' Abruzzo con crema di peperoni gialli, rosmarino e pecorino a scaglie.

Insomma, abbiamo deciso di rifarlo per chi non c' era, nello specifico quei due senza babysitter ma con nonni in arrivo e gli altri due che adesso sono a Santa Fe a spassarsela.


L' unica cosa su cui dubito è il menu: facciamo di carne, o ripetiamo il pesce e mi cimento io in un brodetto, che è cosa mia visto che sono cresciuta a Tortoreto dietro la zona pescatori e Antonella mi lascia volentieri le pentole? Ecco, per esempio un brodetto di pesce in bianco profumato allo zafferano, che ne dite? E una pasta al battuto di pesce?

O in alternativa, porchetta con tutte le verdure dell' estate. Ditemi che ve ne sembra.

venerdì 1 luglio 2011

Perchè facciamo un favore all' amministratore della Ma-Vib scrivendogli. E gratis

Come tanti amici che mi hanno segnalato la questione anch' io ho scritto all' amministratore d' azienda che dichiara di licenziare le donne così stanno a casa con i figli. Il poveretto avrà sicuramente immaginato che una motivazione del genere può contare su una certa simpatia, che in fondo chi può essere contro a un maggior quality time per i genitori di figli, che i figli sò piezz' e core, nevvero?

Allora, io fingo che questa persona sia in buona fede e fingo anche che sia solo l' ignoranza a farlo parlare così. Vogliamo aiutarlo tutti quanti a capire il concetto? Vi va di scrivergli? L' indirizzo è info@mavib.com.

Qui sotto la mia lettera, da un paio d' anni grazie all' esempio di Donne Pensanti mi sono accorta che scrivere è un concretissimo atto sociale e che ha davvero dei risultati con i diretti interessati. Abbiamo denunciato per esempio pubblicità sessiste e offensive agli organi competenti e queste sono state ritirate. Abbiamo boicottato i prodotti di certe aziende informandole, e così queste hanno capito che non è vero che ai loro clienti piace essere considerati dei lobotomizzati. Gli abbiamo insegnato l' importanza delle conversazioni con e del rispetto per i clienti, se vogliono vendere. In genere gli toccherebbe pagare dei consulenti per capirlo, noi gli abbiamo regalato un po' del nostro tempo per spiegarglielo gratis.

Uno dice: a che serve, ma serve veramente, e io rispondo si, serve comunque di più che schiacciare mi piace su Facebook per esempio, perchè quello lo vedono solo i nostri amici che sanno già come la pensiamo, invece a gente che decide del destino di altri o che ha una funzione esemplare, facciamo solo un piacere a fargli sapere che no, la maggioranza della gente non la pensa come lui, sua mamma e sua sorella e le sue amichette, no, ci sono anche persone che non sono d' accordo con lui e non per questioni di chiacchiere, semplicemente perchè in questo paese c' è una Costitutzione, c' è una legge, che non ammette ignoranza e almeno alle leggi cerchiamo di dar retta. Gli facciamo un favore, ecco, sennò capace che si inguaia da solo, se qualcuno decide di denunciarlo.

Insomma, non gli scriviamo perchè potrebbe essere brutto e antipatico, no, gli scriviamo perchè è incostitutuzionale quello che dice e fa. (Poi se vogliamo è tutta la settimana che lavoro con un consiglio Aziendale Europeo, quindi licenziamenti e simili li ho molto freschi in mente).

Questa la mia mail:
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Egregio Amministratore Ma- Vib,

Mi rendo conto che data la crisi a livello mondiale le aziende fanno sempre più fatica e che licenziamenti e cassa integrazione sono a volte l' unica alternativa alla chiusura. Non posso a nessun titolo entrare nel merito della vostra decisione di procedere ai licenziamenti. Però in Italia oltre alla legislazione in vigore esiste una Costituzione e come cittadini italiani abbiamo tutti il dovere di difenderla, per questo le scrivo personalmente.

Penso di farle cosa gradita segnalandole l'esistenza di questo articolo della Costituzione Italiana (1948)

Articolo 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

Come cittadina, persona e donna ritengo alquanto svilente che Lei si sia permesso di fare le affermazioni che leggiamo in questo articolo: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/30/news/c_la_crisi_licenziate_solo_le_donne_cos_stanno_a_casa_a_curare_i_figli-18421119/ e darò sostegno e eco in rete - grazie al passaparola e all'invito a scriverle - alle lavoratrici e ai lavoratori che manifestano contro un'iniziativa vile e discriminatoria.

A parte che amministrare un' azienda senza avere le benchè minime conoscenze legislative sul nostro paese non è una questione personale di ignoranza, ma è incompetenza. Le aziende li licenziano gli amministratori incompetenti? Così, tanto per sapere.

Buon lavoro,

Barbara Summa
madre e lavoratrice