venerdì 30 settembre 2011

Ma che cos' è questo Wikilove?

Polly Op 't Pisello lavora da casa, indossa preferibilmente vestitini, beve caffè MagikaMokka, ha una ricchissima vita sociale su Facebook, Twitter, Google+, Hyves, Speeddate.com e fa tutto il suo shopping online, così non perde tempo a stare in bici, trascinarsi borse e buste sui mezzi o incastrarsi nel traffico.

Polly Op 't Pisello è il mio personaggio, scritto recitato suonato e cantato da moi myself in Wikilove, il nostro spettacolo in olandese e inglese con sui stasera inauguriamo la stagione teatrale dell' Astarotheatro.

Le fanno compagnia Giuliano Assangio, tycoon del net che dopo un passato di attivismo ha fondato e si è arricchito con Speeddate.com, il social media per chi cerca amore, romanticismo, sesso e dintorni online, e da Francaccia con il suo marito ideale. Il tutto musicalmente accompagnato dal nostro ineffabile Maestro Bocconi e presentato da Madame Marina, che è appunto la presentatrice.

Vino e focaccia per chi regge fino alla fine. La focaccia l' ho messa a lievitare ieri e adesso vado a controllarla.

Perchè quando si è autogestiti lo si è anche nelle focacce, non solo nel teatro.



Wikilove,

ore 20.30
Sint Janstraat 37, Amsterdam.

Si replica il 29 ottobre, same place, same time.

giovedì 29 settembre 2011

Salutino al volo

Ci sono, ci sono, ma è un autunno così bello, sto ingranando con tutti i vari orari pomeridiani che quest' anno sono particolarmente incasinati, ho persino ripreso ad andare in palestra, ieri a teatro al try-out bellissimo del mio amico Alexander Broussard, che il 29 ottobre sarà pure ad Amsterdam e vi avverto per tempo, oggi la generale di Wikilove, domani sera lo spettacolo, lvoretti qua e la e il mal di testa quando mi scordo di bere il caffè ala mattina, insomma, portate pazienza, mi estrinseco su Facebook e i blog altrui. Vi lascio con alcune fotine recenti su quelo che succede in questa casa.


Figlio 2 viene motivato a comportarsi bene al coro che seguirà fra 5 minuti. Giochi e tortina del fornaio francese sono due delle armi improprie adoperate allo scopo.


La sottoscritta riflette profondamente su come ricominicare i corsi di vini, ne ha una gran voglia, è l' organizzazione pre- e post- che la stronca.


La regina degli arrosticini approfitta delle ultie serate d' autunno.


Figlio 1 allo zoo si immedesima nel macaco.


L' amica efficiente ha attaccato questi stickers sul mobiletto in cucina per ricordare ai figli quando gli tocca apparecchiare, sparecchiare e fare servizietti. Giuro che appena ho tre secondi lo copio

domenica 25 settembre 2011

A mollo nel Wad



Ieri ho scoperto il trucco di Gesù che camminava sulle, acque, lo deve aver fatto nel Wad. Il wad è il tratto di mare tra la terraferma a nord dei Paesi Bassi e le isole frisoni. È una zona soggetta alle maree, dove nel corso dei secoli, costruendo prima delle dighe di pali e fascine, che si riempivano del limo trascinato dalle maree, che si innalzava e ci cominicavano a crescere alghe ed erbe acquatiche e lo strato si faceva sempre più alto ecc, pezzo pezzo hanno bonificato interi pascoli. Il tutto dopo la diga alta di protezione definitiva, una diga su cui adesso pascolano le pecore.


Se non vi distraete con il sorriso del maschio, lo vedete tutto sullo sfondo, il paesaggio in questione.

Chi è del Nord o ha studiato a Groningen una passeggiata durante la bassa marea per camminare con una guida dalla terraferma all' isola l' ha sicuramente fatta. Io no, e sapevo solo che bisogna prenotare per tempo, che si marcia nel fango e che l' acqua potrebbe pure arrivarti alle ascelle e che con la mia fortuna mi sarei ritrovata ad avere le megamestruazioni giusto quel giorno lì.

Quindi quando a febbraio è arrivato l' invito a partecipare alla riunione dei 15 anni del primissimo lavoro serio del capo, quello per cui siamo ritornati a Groningen per un annetto (prima che lui lavorasse 80 ore alla settimana e io non trovassi ulla e andassi in depressione dormendo 18 ore al giorno per cui a un certo punto gli ho detto: bimbo, comincia a cercarti un lavoro ad Amsterdam che si torna lì e il resto è storia, ma se avessi trovato un cencio di lavoro qualsiasi, persino la commessa supplente nel negozio di taglie forti non ho potuto fare perchè volevano la disponibilità totale tutta la settimana per lavorare 8 ore e a quella sinceramente ho detto di no, mica posso passare le giornate a casa in attesa che si ammali una collega. Ed è un peccato, perchè se avessi rimediato la qualsiasi io a Groningen ci stavo bene, avevamo una casettina adorabile in Oosterpoort e quasi tutti i colleghi del maschio all' epoca erano ex-colleghi della facoltà di lettere e mi piacevano loro, e le loro mogli e fidanzate, era come un prolungamento di vita studentesca) ecco, quando l' ho sentita ho detto: si di corsa.

Quando ho sentito che come attività si poteva scegliere tra la passeggiata sul Wad e un corso di cucina, ho scelto il corso di cucina per i motivi sopraesposti, era febbraio, faceva un freddo cane, non potevo assolutamente immaginarmi con l' acqua fino alle ascelle a camminare per 12 km. E tutta la pioggia e il freddissimo di quest' estate non mi ha incoraggiata a cambiare idea.

Poi il corso di cucina non si è fatto per sfighe del cuoco, i posti per la passeggiata erano finiti, io mi sono detta che avrei accompagnato il capo alla partenza, mi sarei offerta una grassa gita da sola con pranzo e shopping e mostra fotografica a Groningen e li avrei raggiunti la sera per cena in questo posto bellissimo qui.

Però arrivati lì e riviste un mucchio di persone che conoscevo e strafocandoci di cappuccini in questo giardino bellissimo, e al sole, e faceva caldo, e l' ex capo del maschio che non è cambiato un grammo in questi 15 nni, sempre caruccio, simpatico ed entusiasta che mi fa: ma perchè non vieni anche tu che mancano due persone e io mi sono detta: se non lo faccio ora, non lo faccio mai più. E in macchina, premonizione, mi ero lasciata un paio di scarpe alla caviglia allacciate che tra le mie infinite scsrpe sono ;le uniche che avrei scelto per andare a fare una cosa del genere, e il capo del capo ha detto che in barca aveva un mucchio di vestiti asciutti di scorta, perchè al ritorno in barca si che fa freddo, e il capo con quel caldo ha deciso che mi poteva cedere un suo strato di pantaloni lunghi, maglietta e giacca antispifferi e io nel negozietto della magione ho comprato due pere e una mela e un sacchetto di semi, che una bottiglia d' acqua in più e una banana le avevamo in macchina, e senza zaino e così alla bruttocane sono partita.

Sono partita male perchè i primi due kilometri sono i più duri, si cammina nel fango e si affonda e a ogni passo portare su il piede senza perdere l' equilibrio e affondare l' altro sono una pratica che mi riusciva solo china in avanti, così che entro il primo minuto avevo un mal di schiena spaventoso all' altezza dei reni (c' è da aggiungere che proprio due giorni prima avevo iniziato in palestra il corso di Swiss Ball che è una cosa meravigliosa, ma la mia schiena e caviglie erano già provate dallo sforzo di abituarsi a lavorare in equilibrio su un piede solo?)

Ero l' ultima, la guida a un certo punto mi ha preso sottobraccio per aiutarmi e mi ha ceduto il bastone per tenermi meglio in equilibrio. Dopo la prima sota come da consiglio sono partita per prima così non mi scoraggiavo dallo stare per ultima e farmi fretta e sono finita penultima accanto a un collega del capo che mi ha raccontato tutto del suo divorzio, per fortuna nelf rattempo ha una morosa ucraina e sta studiando russo e giovedì scorso ha finito con i processi del divorzio e affido figli.

Presa dalle disgrazie di costui ho dovuto aspettare che me lo dicesse lui che il capo dietro di noi si era infortunato, perchè a quel punto l' acqua era salita e sopra al fango c' era della sabbia più solida e si camminava molto, ma molto meglio, non mi chinavo più in avanti e la mia schiena era rinata. A quel punto il poveretto si scassa il ginocchio e parlando di articolazioni m,i sono resa conto che le mie caviglie avevano smesso di storcersi nel fango al momento giusto.

"Lo vogliamo bendare" faccio io disposta a sacrificare la mia sciarpa bellissima per la giornatina di shopping in città che mi ero portata, una robina in seta doppiata velluto, ma per l' amore della mia vita ero pronta ad affondarla nel fango.

Ma la guida decide che non si fida, perchè è vero che la parte difficile è finita, ma non sai mai cosa trovi dopo e abbiamo una finestra di tre ore prima che la marea si alzi e seppellisca i banchi di sabbia su cui camminiamo e su cui in lontananza le foche stanno sdraiate al sole. Le ho viste solo a distanza le foche, ma le ho viste. Niente, il capo deve tornare indietro adesso che siamo ancora vicini alla terraferma.

La mia prima dichiarazione piena di amore è che va bene, io continuo. Poi ci ripenso, è da irresponsabile mandarlo via così da solo, e con la morte non cuore, non tanto per le foche e la parte bella della camminata, che si concluderà con un bagno vestiti per toglierci di dosso sudore e fango e mal di schiena, ma perchè per rientrare ci tocca rifare del tutto la prima parte di percorso, quella più dura, quella che ho bestemmiato il mal di schiena tutto il tempo e che sta lì, con le nostre impronte ancora visibili ma già piene da un sottile strato d' acqua perchè la marea appunto non sta lì ad aspettare a noi.

Io mi carico lo zaino con i vestiti del capo e l' acqua, per alleggerire lui, ma anche la mia schiena.

Ci abbiamo messo il doppio del tempo per rientrare, toglierci i vestiti più infangati per rispetto al tassista che ci veniva a riprendere. E intanto abbiamo scoperto che anche la guida, che fa tutt' altro mestiere ma che come un sacco di gente che abita in zona come hobby va quelle 5-6 volte a stagione a guidare i gruppi, ha studiato storia nella stessa facoltà di lettere negli anni del capo.

E poi visto che siamo rientrati prima, abbiamo pranzato al sole e poi siamo andati a trovare un suo amico d' infanzia che abita in zona, e ci hanno raccontato che anche il maestro del figlio a scuola fa la guida per il Wad e in quinta si porta tutti i bambini in gita, per un tratto fangoso molto più breve e con rientro a piedi e non in barca, ma sufficiente per la parte finale migliore della gita: la rincorsa con scivolata di pancia sul fango prima di rientrare. Che è una cosa che me la avrebbero dovuta dire la mattina e l' avrei fatta pure io.

A cena abbiamo aspettato quasi due ore in più perchè la barca ha dovuto aspettare la marea per aggirare un banco di sabbia.

Sono felice di averlo fatto e che mi è andata bene con il tempo, sono ancora più felice per un pomeriggio a sorpresa sola soletta con il capo che ci siamo detti tante cose importanti, sulle scelte, e la vita ("In fondo siamo restati in Olanda per me e siamo andati a vivere ad Amsterdam per te") e lo stress della grande città in confronto alla vita bucolica nel paesino sulla diga degli amici, ma lo stress del lavoro che a nord non c' è e della casa piccolissima perchè con uno stipendio solo quello è e noi i libri non avremmo mai potuto metterli in quella casa e ci saremmo tirati scemi a inciamparci addosso tutto il tempo.

In fondo abbiamo fatto la parte più dura di tutti, ma abbiamo saltato quella più bella. Però adesso ho scoperto il percorso del maestro fatto apposta per i bambini e ci torniamo con i nostri al prossimo giro.

mercoledì 21 settembre 2011

Orso e le ragazze

Oggi tornavamo dal coro e abbiamo attraversato l' Amstel.
'Mamma, guarda, ci sono le canoe".
"Non sono le canoe, è il circolo canottieri cjhe si sta allenando, anzi, se ti piace quando sei grande puoi venire qui da solo e allenarti anche tu".
"Ma perchè lo fanno?"
"Per fare sport, perchè è divertente stare insieme, perchè gli piace remare, vedi il mondo dall' acqua, ti fai i muscoli e alle ragazze piacciono i muscoli".
"Alle ragazze piacciono i muscoli? Mhhmm".
"Come mai ti interessa questa cosa delle ragazze a cui piacciono i muscoli?"
Silenzio.

Intanto superiamo la stazione Amstel e al semaforo giro a destra.
"Ti ricordi quella cosa che ho detto l' anno scorso a te e a papà delle ragazze della mia classe?"

Mi sa che la so, ma cerco di capire se è come penso.
"Quale dici di preciso?"
"Ti dico l' iniziale, cominica per zeta".
"Cioè che sei sempre innamorato di Z?"
"Siamo amici, lei non è pi¨`innamorata di me, ma è mia amica".
"Orso, come mai e a te dispiace?"
Il discorso si perde.

No, cioè, veramente, questo bambino è anni luce troppo più avanti di noi. E manco posso dire anvedi la stronza, perchè oggettivamente a me Z. piace un sacco. E poi lo so che lei non ha mai smesso di essere innamorata di Ennio, ma era troppo amica di Orso e non voleva dispiacergli e ci ha provato ad innamorarsi anche di lui.

No, veramente questa bambina è ancora più avanti.

poi io che mi chiedo perchè nessuno mi chiede di scrivere le sceneggiature per le telenovele.

Analyse this e il concetto di racchia e non-racchia

Avvertenza: questo è un altro post compulsivo di Mammamsterdam di cui forse si poteva fare a meno

Alle citazioni citabili di cui nessuno di noi può fare a meno nella vita se ne è aggiunta una di cui proprio sentivamo la mancanza: le racchie devono stare a casa, di cui aggiungo una pratica traduzione dialettale: s' ì brutte statte a la case.

Ci stavo pensando bene: ma come la definiamo una racchia? Secondo me anche qui vale: Racchiness is in the eye of the beholder.

O meglio, visto che proprio stamattina si disquisiva delle coppie di opposti, ma una non racchia, cosa fa per non esserlo (non racchia, intendo).

Sembra facile, ma provateci voi. Per facilitare l' impresa ho predisposto una piccola check list di me medesima, voi se volete rifarla ci metterete le vostre risposte. Mi limito ai punti salienti, o facciamo notte, le chiamrò le UMT, unità minime di trasformazione. Per bonus tempo intendo il tempo che si risparmia non facendo una cosa inutile, tempo che si può usare benissimo per cazzeggiare su Facebook, per esempio o stare per blog.

Guardatevi allo specchio e ditevi: sono racchia? No, ma lo sono stata perchè ho incontrato i beholder sbagliati.
Sono bella? Si.
Ho i capelli appena lavati? No (bonus tempo: 10 minuti)
Ho i capelli asciugati col phon? No (bonus tempo, 15 minuti)
Ho i capelli stirati e modellati? No (bonus tempo 30 minuti)
Ho i capelli acconciati? Mai, solo ai matrimoni e quando sono troppo sporchi, non ho tempo di lavarmeli e incombe un evento social-mondano (bonus: non pervenuto).
Cara grazia se mi lavo regolarmente e giusto perchè a fare l' interprete in cabina si respirano per otto ore di seguito i soliti due metriquadri di aria condivisa con la collega. Insomma, per dovere d' ufficio meglio non puzzare.

E siamo ancora ai capelli e all' igiene. Rimango per contiguità in tema di bulbi piliferi:
Quanto spesso ti depili e come: ceretta 1-2 volte l' anno, Silkepil in versione strappo quando ho due minuti, versione rasoio quando non li ho o mi sento meno masochista del solito (solo in caso di necessità). E se vi scegliete come noi per le vacanze spiagge solitarie e poco tempo, si salta pure la ceretta e si guadagna mezzo pomeriggio in più di spiaggia, che con le carenze di vitamina D che mi procura il vivere a nord, buttatela via, la vitamina D.

Sono truccata? No, ma lo farò a breve, prima di uscire.
Qual è l' unità minima di trucco che usi per produrre l' effetto curato nel tuo aspetto?
Ecco, per me è il rossetto rosso rosso mat consigliato lo scorso anno dalla Spora, l' ho trovato, ci ho speso € 30 ma ancora lo uso e l' effetto è talmente eclatante che faccio a meno di qualsiasi altro cosmetico, risparmiando.

Per Chiara, che oltretutto dopo una carriera nell' e-marketing è passata al sogno della sua infanzia, la scuola per visagista, l' UMT fondamentale è la base: se hai una base levigata quello che ci aggiungi o meno dopo va sempre bene.

Per altre amiche è il mascara e la matita, basta quello e via. Per altre ancora, ma secondo me questo è psicologico, tocca fare una passatina di tutto, poco ma buono e ti senti subioto una bonazza. Insomma, ognuno esperimenta e verso i 30 anni ha trovato quello che le funziona.

Questo discorso vale anche per una cosa fondamentale, perchè il fashion-vittimismo e l' autocompiacimento estetico può prendere tante strade e c' è chi non scende mai dai tacchi e chi non ci sale mai e chi indossa solo vestitini e chi solo gonne lunghe (che, permettetemelo, risolve di botto il discorso ceretta) ma una delle scelte fondamentali della maturità estetica raggiunta da una donna è quando impara a scegliersi il reggiseno.

Perchè è il reggiseno la pietra angolare che tiene su tutto. E su come sceglierlo farò un giorno o l' altro un post, se non l' ho già fatto.

Quello che mi da da pensare è che le maîtresses a penser del solo se sei bona hai successo possono essere identificate da una serie di elementi unificatori, il che mi suggerisce che ci deve essere una morale in tutto questo e ve la espongo alla fine.

Innanzitutto, non sembra, ma per essere bella in quel modo lì che dicono loro ci vuole un mucchio di lavoro, se stiamo a guardare i canoni del sistema. Non tanto la materia prima, che pure ci si può lavorare e parecchio, ma proprio la manutenzione.

Tocca sterminare i follicoli, non c' è verso. E mica quelle cerette di buona creanza che faccio io quando proprio devo, no, qui si va di brasiliana e basta, dal mento in giù il pelo va stanato e sterminato con i mezzi che ti pare. Delle giornate dall' estetista o sotto il laser, o se sei bruna, sotto la luce proiettata a fasci. non so se capita anche a voi, strappare peli a me fa un gran male.

Gli altri follicoli, invece, quelli sulla testa, vanno rinforzati, moltiplicati e asserviti e anche lì ci può voler tanto, ma tanto tempo. O come diceva Pinuccia all' epoca delle foto della Noemi con la mamma, che Pinuccia signore mie si che cià occhio per queste cose: "tsk tsk, quelle pieghe lì non te le fa mica il parrucchiere sotto casa, sai quanto avranno speso" (il che dimostra che sul follicolo come sono poco ferrata, signore mie, io non vedrei la differenza).

La tetta, naturale o rinforzata va comunque a prescindere strizzata in reggiseni rigorosamente di due misure più piccole, che nelle combinazioni più infelici fanno la cosiddetta monotetta carenata, una specie di blocco a punta stondata strizzato verso l' alto che ricorda di profilo il muso della cernia.

Il labbrone a gommone lo salto che ne hanno parlato meglio di me tanti altri, sempre utile se si frequentano yacht di lusso.

La parte del corpo che queste bellezze trascurano potentemente è la schiena, ma tanto pare che la maggior parte del tempo ci si stia sdraiate sopra e quindi magari non si vede, però con quei tacchi improbabili (e per chi invece voglia coltivarsi il tacco 12 probabile e senza morire, rimando sempre alla Spora) e le borsone firmate che ti inclinano di lato, l' osteopata di fiducia sarebbe più importante della manicure di fiducia.

Che adesso ci arriviamo, c' è ancora il capitolo manicure e pedicure, che la bella di professione per una scheggiatina allo smalto si rovina la reputazione, cosa credete? Soprattutto se gli smalti sono in colori eclatanti che come sulle calze nere, la smagliatura se c' è si vede subito.

Oltre all' osteopata prima o poi e facciamo le corna ci sarà lavoro anche gran lavoro per l' oncologo, perchè a essere perennemente straabbronzate e lampadate, con tutte queste vacanze in barca e nei posti caldi la tentazione dell' ustione incombe. Perchè giusto le fotomodelle che con il loro aspetto ci lavorano seriamente, vanno di fattore 60 e fondotinta, quando gli tocca stare immobile sotto l' obiettivo per ore ai Caraibi. Ma quella è una professione seria.

La cosa seria sono i vestiti e ci vorrebbe qui una discussione di genere sul fatto perchè tutto quello che passa per bello ed elegante fondamentalmente è tutta roba che immobilizza le donne. Fateci caso: se vuoi scappare, correre, fuggire se necessario, non è che il tailleur con la giacchina a spalle strette che per forza che mangi come si deve il gomito non lo puoi assolutamente staccare dalla costola manco se volessi, la gona stretta e i tacchi facilitino la questione. Il doppiopetto antracite in lana fredda e le scarpe fatte a mano stringate invece non solo evitano che ti prenda una pleurite in quelle sale riunioni con l' aria condizionata stile Polo, ma se si infilza l' aereo dei terroristi nel palazzone da uffici in cui lavori non perdi le scarpe scappando. Le foto dell' 11 settembre le avete viste, chi stava a piedi nudi in mezzo ai vetri? (Scusate il paragone veramente di pessimo gusto, ma lo dico in senso buono).

Cosa ci sembra bello quindi? Una donna immobilizzata come una concubina cinese nei vestiti e un uomo che con la massima souplesse salta dal laptop al dorso del mammuth, quando questo gli si presenta davanti inaspettatamente.

Insomma, io trovo che con le mie unghie tenute saggiamente corte e chiare che si facilità non solo la manutenzione ma pure la manualità, il pelo coltivato quel tanto che non diventi vizio, il rossetto d' ordinanza e il capello stropicciato post-gravidico che come dice Miss Sheree, la mia acconciatrice trendy preferita, "i tuoi capelli sono cambiati da così a così da quando ti conosco" e di mezzo ci sono passati due figli, io mi trovo bellissima, veramente. Ci vuole altro per tenermi a casa oimpedirmi di avere successo. E il bonus m,aggiore di tutto ciò non è che mi avanza un mucchio di tempo per fare cose davvero interessanti, il punto è che non devo stare ad annuire alle stronzate di gente noiosa e soprattutto quando faccio sesso mi diverto, anche se si suda, i capelli si scompigliano, le unghie si spezzano e il trucco cola.

Solo per quest' ultimo punto bisognerebbe davvero far intervenire il Telefono Azzurro, queste ragazzine vanno incontro a una vita deprivata emotivamente e sensorialmente e nessuno che glielo dica.

lunedì 19 settembre 2011

Cronache dal weekend: il mio assistente



Sabato e domenica sono andata a dare una mano a una fiera. Fortissimo, che si teneva in un forte, e mi sono portata dietro Orso perchè il sabato a casa era un po' intrecciato: calcio di Ennio portando altri 2 bambini, poi alle 13 Ennio alle prove dell' opera del coro e alla sera spettacolo. Per un padre come multitasking era già parecchio, considerato che il pover' uomo aveva anche del lavoro da finire nel weekend, per cui mi sonof regata la macchina e il figlio e in notevole ritardo siamo partiti.


All' arrivo, mentre io parcheggiata sul terreno della fiera con tutti gli altri stand già allestiti, le doppie frecce e tutto il resto, cercavo di fare mente locale, scaricare la macchina, capire cosa fare e dove andare, Orso si è dato da fare e mi scende con addosso il gilè fluorescente e il triangolo.

Monta il triangolo, lo mette in bella vista di fronte allo stand in allestimento e da lì si capisce che stiamo lavorando. Ha fatto tutto lui.

"Ma che idea geniale che hai avuto a mettere il gilè a tuo figlio, così sicuramente non lo perdi di vista", mi fanno.
No, quello delle idee geniali è lui. Insomma, si è fatto tanti giretti, aspettando me per quelli più lontani e magari nei posti pericolosi,

su mie istruzioni ha aiutato durante lo sketch teatrale Spaghetti Etiquetti e ha pure fatto foto e film. Ha mangiato gli spaghetti miei e di Antonella, si è preso una mela, chiedendo permesso, dal cesto di frutta e verdura decorativo e verso il pomeriggio si è sdraiato su una panchina a pancia in giù a leggere. Lì erano arrivate altre tre ragazzine tra gli 8 e gli 11 anni che si annoiavano e gli giravano intorno, lo inseguivano, lo provocavano, gli facevano cucù. Per cui a un certo punto me lo sono vista sulla panca, sempre di pancia che fingeva di leggere Topolino, ma reggeva in una mano un ramo raccolto nel parco e teneva d' occhio quando le tre sarebbero spuntate da dietro l' angolo.

"Mamma, io devo difendermi".

Ci ho provato, come per suo fratello, a spiegargli che quando le femmine ti fanno così magari vogliono solo conoscerti e giocare con te, e anche se vedevo che lui ci si divertiva, non ha colto il messaggio. Ci arriverà pure lui quando avrà figli mi sa.

Per il gelato, l' ho mandato a vedere quanto costasse, a prendermi il portamonete nascosto nello zaino ed è arrivato con in mano i soldi del gelato già contati, mentre mi restituiva il portamonete.

Il giorno dopo voleva tornare ma temevo sarebbe stata una giornata davvero troppo lunga per lui. Io il sabato sono morta di freddo, domenica mi sono organizzata meglio ma invece degli spaghetti etichetti ho preferito mettere su la Fabbrica delle poesie, e producevo poesiole su misura e a richiesta partendo da alcune parole suggerite dai clienti. Gratis in italiano, €4 al metro in olandese.

"Non datemi cose troppo scontate, metteteci un aggettivo sorprendente" dicevo.
"Cos' è un aggettivo" mi faceva una signora, " una di quelle cose come Gli, le?"
Io sospiravo.

Mi sono capitati un gruppetto benedicente di Born again christian ("Perchè quando poi rinasci alla fede, ti rendi conto che senza Gesù non sei niente" faceva uno al signore accanto a lui) che mi hanno dato come parole: Gesù salva, e per quanto la tentazione di copiare paro paro Purificami o Signore o meglio O Gesù d' amore acceso fosse forte, me ne guardavo bene. Scrivevo da un rotolone appeso che tagliavo su misura alla fine e impacchettavo con un cordoncino bianco e rosso.

E ho scoperto un sangiovese di Stefania Mazzetti proposto da una coppia deliziosa, Karin e il marito, che veramente mi ha riconciliata con il Sangiovese. lo vendono su www.puro-gusto.nl. e se vi mancano specialità biologiche online vi consiglio anche www.ficupala.com di una ragazza deliziosa, Roberta Romano, che pure lei ho conosciuto lì.

Ecco, la mia fregatura è che non ho niente da vendere, ma datemi una fiera e io mi diverto tanto. Scritturatemi per La bottega dei versi e della prosa, per dimostrazioni di cucina o degustazioni guidate, pagatemi le spese e fatemi felice, così il capo non brontola che perdo i weekend a fare le cose gratis. Ho pure un assistente bravissimo.


La cosa più carina che ha fatto, è anche quella su cui ho dovuto deluderlo: si è presentato con dei lombrichi che voleva portare a casa perchè arricchissero la terra del nostro giardino, ho dovuto spiegargli che per i lombrichi era meglio farli stare a casa loro.

E voialtri, come è stato il vostro weekend?

venerdì 16 settembre 2011

Annunci per il weekend: Fortissimo e The Golden Vanity

Questo fine settimana mi troverete a Fort Altena per l' evento italiano Fortissimo. Settembre è tradizionalmente dedicato ai forti della Linea di difesa d' acqua, Ve la ricordate la storia degli olandesi che quando dovevano difendersi di brutto minacciavano di spaccare le dighe e allagare il paese? Ecco, questa linea di difesa era punteggiata da forti costruiti su modello italiano. Da cui l' idea di associare al mese dei forti a Fort Altena (accento sulla prima A) con attività italiane. Lo scorso weekend Antonella Barbella, la mia amica e vicina di casa originaria di Lanciano, ha tenuto dei workshop di cucina, questo weekend ci sarà una fiera e io terr`ø le mie lezioni teatrali della serie Spaghetti etiquetti, che era originariamente un idea di Sebstiano Gentile, poi variamente reinterpretata (e talvolta sputtanata) da Quelli di Astaroth senza esclusioni.

Per arrivarci: Fort Altena
Tol 8a
4251 PX Werkendam

Invece sabato sera, dalle 20 alle 21.30 ci troverete in massa al concerto del Nieuw Amsterdams Kinderkoor dove si ripeteranno due opere di Benjamin Britten da e per bambini: The Golden Vanity (featuring: Ennio il Diga di Mammamsterdam)

Podium Mozaiek,
Bos en Lommerweg 191 (angolo con Admiraal de Ruyterweg)
Amsterdam
adulti € 17, bambini € 12 e sostenete così il coro che non gode di sussidi e aiuti vari ma fa comunque un gran bel lavoro nella formazione di canto classico per bambini.

mercoledì 14 settembre 2011

Come (non) ho conosciuto Bianca


Abbiamo una prima offerta da Bianca per i pernottamenti e passaggi in macchina per la gita sulla Statale 17 verso l' Aquila il 22 e 23 ottobre, se cercate dove dormire vi invito a controllare regolarmente quella pagina per vedere cosa si aggiunge mano a mano.

Però a questo punto vi devo raccontare come ci conosciamo con Bianca. che devo ancora vedere di persona, come un mucchio di gente che (non) conosco e (non) frequento personalmente, ma in tempi di blog e social network quale sarà mai il problema, mica ci vogliamo formalizzare per così poco?

Bianca, lo dico per quelli di voi, e mi sa che sono molti - che amano leggere Paolo Rumiz, è questa Bianca qui e la sua locanda è pure lei questa.

Insomma, un paio di venerdì santi fa mi ritrovo all' Aquila per la prima volta dopo il terremoto, e mi ci serviva, come scusa, la trasmissione di Fahrenheit in Piazza Duomo con gli scrittori del terremoto, tra cui moi-même. Senza scusa io all' Aquila ancora non avevo veramente avuto la pancia di rientrarci.

Ho fatto di tutto per perdere autobus da Pescara, dove avevo dormito, all' Aquila. e quando sono arrivata alla stazione dei pullman, con tutta una topografia da reinventarmi, perchè dalla stazione a Piazza Duomo prima ci si andava con le scale mobili scavate nella roccia, capitemi a me, già comunque una cosa nuova perchè ai miei tempi gli autobus li prendevo in Piazza della Fontana Luminosa e quelle scale mobili lì le avrò fatte due volte nella mia vita. Oppure, sarei passata per Porta Bazzano e Costa Masciarelli, ma adesso erano serrate con i soldati in mitra di guardia (quei soldati, anzi, una era una ragazza giovane giovane, davanti a cui cercavo di non piangere l' estate dopo, quando con i miei figli guardavamo attraverso le transenne e gli dicevo: "Guarda, lì ci siamo passati l' altra volta con Lucrezia, ve lo ricordate?").

Insomma, come dio vuole sono arrivata sola sola in piazza, chiedendo un paio di indicazioni quando incrociavo qualcuno e poi per fortuna ho trovato Orfeo e Maura che mi hanno fatto le coccole, ho visto Marcello che era passato a salutarmi dopo una grassa ventina d' anni che ci sentivamo per mail e telefono, ma vederci vederci propriamente ancora non eravamo riusciti a vederci (e lì mi sono posta una delle domande spartiacque della vita: ma com' è che quando rivedi gli amici di gioventù dopo 20 anni, loro hanno le tempie grige e le rughette attorno agli occhi che fanno tanto charmeur mentre noi abbiamo le zampe di gallina e le meches, e bene che vada ci siamo immatronite? No, ditemelo com' è prima di parlarmi di parità. Fermo restando che tutta l' altra caterva di amici di gioventù che incontrerò nei mesi successivi dopo vent' anni, in genere si sono imbolsiti o sono direttamente diventati calvi, per cui una si dice che in fondo dio c' è e smette di farsi i patemi, chiudo questa parentesi).

Quando è ora salgo sul palco, facciamo quello che dobbiamo fare e devo dire che è stato un bell' incontro, anche se a un certo punto ho commesso l' errore, parlandone, di voltarmi verso le finestre del bar in cui ho allattato Ennio mentre ci stavamo sbracando di bomboloni e cappuccini con Vic che finalmente dopo anni rivedevo da sola per un tete a tete tra amiche, nel lounge fighissimo in pelle bianca al primo piano del bar - che in una vita precedente era il negozio storico di stoffe in cui ho preso le tende della cucina che da allora non tessono più, era una di quelle stoffe che il proprietario imbiancato di capelli a suo tempo mi aveva fatto tagliare dal 'ragazzo', un ragazzo che aveva bellamente superato i sessant' anni, ma per capirci, che tipo di negozio c' era prima del bar infighettito - che però anche il bar ormai era diventato una mia pietra miliare aquilana, ci ho allattato, che diamine, ho segnato il territorio, che se non fosse stato per le bifore che davano sulla chiesa non sembrava manco L' Aquila, un bar quasi milanese, volendo.

E mentre parlavo con il gran capo di tutti i libri italiani di Fahrenheit ho commesso l' errore di guardare quella bifora lì, perdere un paio di battute e ho fatto appena a tempo a mettermi i provvidenziali occhiali da sole che mi ero portata apposta, e per fortuna che avevo sul groppone una serie di produzioni teatrali, tutte con la battuta che mi taglia le gambe e passo mesi di prove a cercare di dirla senza piangere e alla fine ci riesco pure, solo che poi alla prima la dico sempre con quest' increspatura invisibile nella voce, che solo io e i miei compari sappiamo bene cos' è, ma che il pubblico in genere, perlomeno quelli sensibili e non troppo distratti, intendo, si piegano secondo il verso di quell' increspatura e alla fine piangono loro. che mi sa che poi il senso di quelle battute lì nell' economia dell' universo sia proprio quello di stappare certi tappi e ognuno conosce i suoi.

Insomma, scendo stropicciata emotivamenre dal palco dopo aver detto due cose molto poco rai, una era la voce del verbo "farsi seghe mentali" e l' altra la mia geniale invenzione delle mutande come topos letterario (l' amante virtuale che mi ascoltava da qualche centinaio di km. di distanza in quel momento si è detto: è proprio lei), e mi viene incontro un signore dell' età circa di mio padre, che mi fa (abbiate paziena, a Bianca ci sto per arrivare):
"Io sono di Villa" e intende Villa Santa Lucia degli Abruzzi, un paesino sopra Ofena sulla via della montagna. Dove mio padre ventenne insegnava alle medie e ci arrivava in moto con la Rumi (e lì gli avevano coniato la frase: arriva Rumi con il Sumi) oppure, in inverno quando c' era neve, a piedi tagliando per la mulattiera.
"E io sono la figlia di Ennio Summa", rispondo, perchè noi dei clan, come gli ottentotti e gli aborigeni australiani, ci presentiamo citando il paese di provenienza e i nostri antenati per 12 generazioni addietro.
"Lo so", mi fa, "mi ha fatto la scuola".

Poi un paio di settimane fa ho incontrato a Campo Imperatore Francesco Barbone l' idraulico di Villa, che ci ha offerto gli arrosticini e anche lui era stato a scuola da mio padre, e gli ho detto di quel signore che adesso abitava all' Aquila.
"Ma si, quello è Luigi, stava due anni avanti a me, lui con tuo padre ci è entrato in terza, io invece in prima". Che nei clan ci si scambiano le notizie di quelli che incontri altrove.

E dopo quel signore mi si avvicina un' altra signora, ma una di quelle che io tendo a chiamare ragazze, finchè non mi ricordo che da fuori sono una signora pure io, che mi dice essere originaria di Caporciano e che sua cugina ha letto il mio libro, le è piaciuto tanto e le piacerebbe, se voglio, salutarmi per telefono, perchè adesso sta a Roma. E mi passa per telefono una signora, che come le rispondo si mette a piangere. E siccome il mio di pianto me lo sono già fatta, adesso possiamo parlare.

Ecco, questa signora è Bianca che allora mi aveva raccontato di questa sua locanda a Balsorano, che per lei era stata una di quelle avventure che fai una volta nella vita quando ti rendi conto che ti vuoi riavvicinare a casa, e se proprio a casa non puoi cerchi un compromesos a metà strada e la metà strada tra Roma e Caporciano è stata appunto Balsorano, ma che adesso dopo il terremoto aveva perso ogni fiducia in un checchessia futuro, e le radici e insomma, che ve lo dico a fare, io ci ho scritto un libro per tappare il buco di quello stesso preciso senso di perdita. La capivo e stavo a sentire (che uno non ci crederebbe conoscendomi, ma a volta ascolto pure io).

Che l' ho pensato molte volte e non so quante l' ho detto e a chi, mi sa al capo no e tnto vale che se lo legga qui, ma qui lo dico: se io dopo il terremoto avessi avuto ancora casa a Ofena il mio primo istinto sarebbe stato di andarci a vivere un anno con i bambini e mandarli a scuola a Capestrano. Ecco. Alla faccia del mutuo.

Insomma, Bianca mi diceva di come si fosse sentita mancare tutto sotto i piedi fino a che non ha letto il mio libro che l' aveva riconsolata e mi aveva voluto salutare per quello.

Questa è stata l' unica vlta che con Bianca ci ho parlato per telefono e data l' occasione e il tempo che è passato magari quello che mi ricordo io non è quello che si ricorda lei. Il suo invito ad andarla a trovare alla locanda con i maschi vari ancora non riesco a realizzarlo, ma ci siamo poi cercate su facebook, scritte, e alla fine eccoci qua e magari il 23 ottobre finalmente ci guardiamo in faccia.

Perchè sappiatelo, il bello delle transumanze è che ci si mette in strada tutti insieme e si finisce sempre per incrociarsi. Per tutto questo che ho detto qui, capirete che non si poteva fare diversamente, questo viaggio all' Aquila io lo dovevo fare. E sono contenta che in molti lo vogliate fare con noi.

Poi a Maura a un certo punto, quando questo tipo di frase tra gli abruzzesi che incrociavo e che avevano letto Statale 17 cominciava a diventare stranamente ricorrente, glil' ho pure chiesto, sennò che ce l' hai a fare una editor?

"Maura, ma che cavolo ho scritto che tutti dicono di riconoscere, indipendentemente dall' età, da quello che fanno ecc? Perchè mica l' ho ancora capito?"
"Gli hai ricordato chi siete e da dove venite".

Ah, era quello. È vero, noi veniamo dalle pecore, lo dico sempre io.

martedì 13 settembre 2011

Viaggio all' Aquila lungo la Statale 17: istruzioni generali



Avevo lanciato l' idea di una gita sociale all' Aquila e sto ricevendo molto aiuto, incoraggiamento e feedback da tante persone. Per sapere come è iniziata la cosa,ti ricordo come è nata questa iniziativa.

Ho postato un evento su Facebook e immediatamente ho ricevuto un mucchio di reazioni positive, consigli utili e conferme di partecipazione. Vorrei continuare così, quindi vi chiedo di visitare la Pagina Facebook che ho appena fatto e già che ci siete, se vi piace, dirlo con il bottone fattapposta. Fatto? Grazie.


Poi potete diffondere il tutto su Twitter alla voce #viaggio all' Aquila-SS17. E su Google+, LinkedIn dove vi pare, qualsiasi sia il vostro social network preferito, rimandando a questa pagina, o comunque all' etichetta: Viaggio all' Aquila. Monica Massola sta preparando dei banner carinissimi che vi posterò appena li spedisce, intanto ce n' è uno qui, e potete servirvene per linkarli a questa pagina e diffondere anche loro.

Monica ha inoltre avuto l' idea di usare come motto la scritta su un muro dietro via delle Bone Novelle che ho fotografato lo scorso maggio all' Aquila. Come disse a suo tempo l' amica Vic, non sai se sentirti incoraggiata o metterti a piangere, quando lo leggi e sai dov' è e cosa significa.

Ecco, come dicevamo con Gianluca, un altro amico aquilano ritrovato: andare all' Aquila con lo spirito delle Sfighe-tour non serve, ma andarci con qualcuno che ti spiega cosa stai vedendo, è un' altra cosa. E date le circostanze, a me sembra un gesto di partecipazione civile, e di affettuosa solidarietà con gli aquilani che non hanno un briciolo di progettualità, e capirete che dopo oltre due anni non ci si può impostare la vita e il quotidiano senza progetti o almeno una prospettiva.

Poi potete cominciare ad organizzarvi con i vostri amici, coro, palestra, scuola, parrocchia, dopolavoro, gruppo podistico, cineclub, movimento politico, gruppo ricamatrici assorte, insomma, vedete se conoscete qualcun altro con cui condividere la macchina, pulmino o altri mezzi di vostro gradimento.

Se cercate o offrite pernottamenti, guardate qui, ci vorranno alcuni giorni per cominciare a postare del contenuto, ma sto facendo tutto nei ritagli di tempo e i ritagli di tempo sono quello che sono.

Se volete aiutare potreste offrirvi come coordinatori per la vostra zona: ho già due sante donne tra Pisa e Lucca che offrono/cercano passaggi, e una a Trento che ci sta pensando. Vi chiedo, se vi va di venire, di farmelo sapere indicandomi un recapito a cui chi viene dalla vostra zona possa raggiungervi così vi mettete d' accordo. Non posso dall' Olanda mettermi a fare l' agenzia viaggi, io posso solo coordinare e mettere insieme le vostre iniziative e dare il vostro recapito agli interessati.

Continuerò mano a mano ad aggiornare qui su Mammamsterdam e soprattutto sulla pagina Facebook, per evitare dispersioni vi chiedo di continuare a servirvi di questo blog, di quella pagina Facebook e dell' etichetta: #viaggio all' Aquila-SS17.

To be continued
E non state lì a farvi illusioni, fondamentalmente andiamo a strappare le erbacce. Ma in compagnia fa piacere anche questo.

Viaggio all' Aquila lungo la Statale 17: dove dormire


Entro pochi giorni vorrei pubblicare qui le informazioni che riceverò da affittacamere, B&B, alberghi e alloggi vari. Vorrei chiedere di fare un prezzo chiaro per questa impresa, e poi chi vuole contatta dove crede, e se qualche posto è pieno e me lo fate sapere ce lo scrivo accanto, così non perdiamo tempo. Se avete posto da dormire da offrire, per cortesia segnalatemelo tra i commenti oppure scrivendo a: barbara@madrelingua.com.

Tanto per chiarire: io non sollecito e non ricevo commissioni o pagamenti di alcun tipo da nessuno per questa iniziativa, come tutti mi pago le mie spese (e ci vengo dall' Olanda) Mi farebbe piacere che si mantenesse questo spirito, ma se qualche impresa, privato o ente ci tiene a sponsorizzare con qualsiasi mezzo l' iniziativa (per esempio dandole rilievo, facendola conoscere o mettendo a disposizione qualcosa di utile per i partecipanti - insomma, se qualcuno decide di offrire un bicchiere di vino, una porchetta, una ferratella, mica gli diciamo di no), parliamone.

Vi ricordo come è nata questa iniziativa

Locanda del Ponte, Balsorano
Non è vicinissimo ma per chi ci vuole aggiungere un giorno o una notte in più, e Bianca che è di Caporciano conosce benissimo la nostra zona (vi racconto in un altro posto come (non ancora) l' ho conosciuta).

Bianca Mollicone mi scrive:
"Barb, ti riassumo per ora:
Macchina: chi vuole venire da sud-ovest (da Napoli...), via SS. 82, porto gratis altre quattro persone con me il 22/10 ma mi offro come guida per i forestieri con macchina propria. A meno che non serva un pulmino. Poi vediamo.
S.Statali: penso sia meglio per noi raggiungervi la mattina nella Piana di Navelli direttamente
Dormire e prima colazione: Solo per volenterosi di questo evento, e su prenotazione, nella www.locandadelponte11.it, 15,00 € a notte. Certo la notte del 22 sarebbe meglio dormire nella Piana (e piacerebbe anche a me se non avessi troppi animali dipendenti, poi vedo che posso fa') e fermarsi a mangiare insieme nel cratere ... vedi tu".


Il Borgo di San Pio di Fontecchio è nato da un' idea di recupero di case rurali e nel borgo di Paola Lattanzi e i suoi fratelli, che piano piano, prima la casa della nonna, poi il granaio e da una cosa ne nasce un' altra, ha messo su questa bella iniziativa per l' ospitalità. Per la nostra iniziativa Paola ci offre un prezzo scontato di € 25 a perona, ha una decina di case per un totale di 40 posti, quindi se vi interessa contattatela:
Tel: +39 0862 61188
Cell: +39 338 631 8435
Email: prenotazioni@il-borgo.it

venerdì 9 settembre 2011

Sixteen years of bliss

Capo, fatti bello che ti porto a cena. I lilium rosa già stanno ammorbando casa. I figli, se Orso si spiccia a fare la cacca dopo che ha tirato tardi (e tirato scema me, ma avevo deciso di non arrabbiarmi) tutta la strada del ritorno dalla biblioteca alla stazione al traghetto ad Amsterdam nord, dopo che ho mandato da soli a piedi fratello e amico dal traghetto a casa dell' amico e se appunto esce vivo da quel bagno tocca portarlo dal suo amico, e siamo liberi dai figli.

Perchè capo, ma questo lo sai benissimo, me lo hai ricordato tu stamattina e io ho finto di essermelo dimenticata e cosa farei se non ci fossi tu a tenere le date, sono sedici anni che siamo uniti dal sacro vincolo del matrimonio, che è sacro di suo anche se tu sei ateo e per questo sono stata ben felice di sposarti in comune, anche se nonna che ci teneva ha fatto benedire le fedi da don Gaetano, che poi a te della benedizione delle fedi non importava niente perchè:
non ci credi, e uno;
era una fede di scorta, in attesa che arrivasse la tua uguale alla mia ma della tua misura, e quindi la benedizione se l' è presa qualcun altro, e io.

Che se vogliamo, potrebbe essere la similitudine del nostro matrimonio visto da una persona ordinata.

E adesso si può dire perchè non è più parroco ma il povero don Gaetano, che lo tenevano d' occhio e mandavano le lettere al vescovo se usciva dal seminato, è venuto a portarmele di nascosto a casa la mattina alle 7 per farmi gli auguri in quella stessa stanza dove tempo prima mi aveva battezzato, e scusandosi per non poter passare salutarmi, o al vescovo avrebbero scritto che il parroco approva le unioni civili e il cielo solo lo sa che sarebbe successo. Don Gaetano che era praticamente un parente ma per dovere d' ufficio non è potuto venirci a vedere mentre pomiciavamo nella sala consiliare intanto che scrivevano carte e verificavano documenti e io con il vestito a meringa e tu con il boccolo a banana che tua madre ti ha fatto la mattina con il ferro, e Silvia con la tastiera, che non sarà l' organo della chiesa a cui è abituata, ma il repertorio sacro-profano lo sta facendo tutto, e insomma, intanto che il comune scriveva, i testimoni testimoniavano, la gente entrava e noi ci annoiavamo abbiamo iniziato a baciarci e siamo andati avanti fino a notte inoltrata, che siamo l' unico matrimonio di cui ho memoria in cui nessuno si è azzardato a urlre: il bacio, il bacio! per paura che ricominciassimo. Ecco, questa forse è meglio sche don Gaetano non c' era.

Che poi per andare da casa a Tortoreto al ristorante, ti ho fatto la sorpresa dei risciò, il nostro quello a 4 che ha i pedali durissimo e noi dietro a salutare e sventolare il bouquet e i nostri testimoni cioè i tuoi pedalavano e bestemmiavano, e tutte le macchine ci seguivano, le bici scampanellavano e tutta la spiaggia di Tortoreto che rientrava per cena per ben 2,5 km. fino alla Rosa Nautica ci hanno applauditi. Oh, yeah.

Che mio padre non si è ubriacato, come gli avevo proibito, ma solo perchè ha avuto la bella idea di morire 6 mesi prima e il suo amico formale non so se me l' ha perdonata questa cosa di non aspettare un anno, ma io volevo una cosa bella e un giorno di festa per mamma e nonna e per noi, e poi diciamocelo, l' avevo organizzato con lui quella festa e l' abbiamo fatta così come sapeva lui.

E il suo amico Saverio che ci ha fatto il discorso augurante in comune, si è avvicinato, ha messo gli occhiali da sole, ha tirato un pizzino dal taschino e alla fine, hanno detto tutti, ha fatto praticamente un' orazione funebre a lui intrecciata al discorso benaugurante per noi e la cosa in cui è stato più bravo è che non si è messo a piangere e non gi ha tremato la voce, perchè stavano tutti lì lì tra riso e pianto, un equilibrio delicato, che ti credi, e se fosse successo finiva in lacrime. Insomma bravi.

Solo che una sposa a Ofena non c' era stata da parecchio al quell' epoca e in corridoio c' erano tutti, ma proprio tutti ,tra cui una signora che non conosco, in vestaglia da casa, venuta così come si trovava a vedere la sposa, coetanea di papà, e quella si che piangeva disperata con il viso tra le mani, e io ce l' avevo di sguincio nella linea di tiro delle porte aperte e mi dicevo, signora, la prego, non mi faccia questo, non mi faccia piangere mio padre il giorno del mio matrimonio, perchè lei non lo sa e non lo so neanch' io in questo momento, m ci metterò degli anni per piangerlo (infatti mi è successo anni dopo da un' omeopata che sapeva fare domande).

Insomma, capo ci pensi che se ci riproducevamo subito adesso il grande aveva 15 anni e ne avevamo almeno 5 se non 6? Proprio vero che dio vede e provvede.

Ehi capo 16 anni. Tu lo sai che con chiunque altro neanche 16 giorni reggevo. (E a dirla tutta i miei fidanzati più longevi facendo il totale stretto del tempo passato insieme, mi sa che solo uno ci arriva, forse, a 16 ore, il resto è ampiamento sotto).

Capo, tu lo sai vero, che anche se non avessimo insieme il mutuo più capestro del mondo di una casa fantastica, proprio quella dei miei sogni, ma comprata nel punto più alto del mercato che poi è crollato miseramente e dicono che non si rialzerà più, lo sai, vero che anche senza questa casa e questo mutuo io un altro paio di ottime ragioni per stare insieme a te ce le ho?

Massì che lo sai.

Senti, ho provato a mettere in ordine oggi pomeriggio. No dico sul serio, lo sai, il mio ordine che consiste nello spostare scatoloni, fare spazio, riordinare internamente e fuori non si vede un tubo perchè poi sono dovuta andare prendere i bambini e Orso, e la cacca e il conservatorio e l' amichetto, e a un certo punto mi ero cos`^stufata di aspettarlo e lui dietro a 100 metri si fermava che mi sono sdraiata per terra sul marciapiede davanti al selciato di quei palazzoni nuovi che stanno facendo a fianco della stazione e ho detto a Ennio: digli che mi sdraio per terra e mi lascio morire. E allora è venuto di corsa, mentre un paio di pendolari di corsa mi guardavano e l' amichetto mi sbirciava incerto dicendo: mi sa che mia madre non ci si metterebbe mai, lo trova sporco, con i cani e tutto e io l' ho rassicurato: si anch' io e a dirla tutta mi fa un po' schifo ma secondo me è l' unico sistema per farlo muovere, quod erat demonstrandum, con Orso non serve più arrabbiarsi.

E quello che non sai è che oggi pomeriggio c' è pure stato un crash del sistema dell' auto condivisa, ho dovuto prendere un taxi per recuperarli da scuola con mezz' ora di ritardo, perchè ovviamente anche l' help-desk era stracotto con il crash. Insomma, ho fatto ordine e magari non si vede troppo, ma il tavolo è sgombro ed esibisce il vasone di cristallo con i lilium, e quelle pietre bellissime che ho raccolto in spiaggia e devo capire dove metterle. E ho lavato pure i piatti che la lavastoviglie è rotta.

Insomma, capo, guarda, solo per te, intanto che tu arrivi e la santa amica mi ha mandato il suo di marito come radiotaxi a prendersi Orso e domani lo riportano alle sett' albe, ma sono grata anche di questo, guarda capo, ho aperto una bottiglia di sidro. Non me la sto scolando, solo un bicchiere, perchè io e te ci capiamo, meglio un bicchiere di sidro bevuta rilassata con la casa in silenzio che adesso cominciare a fare la manfrina di vestirmi figa, e truccarmi e forse pettinarmi. Saremo la coppia meno glamour del ristorante. Ma per, quello, come diceva Scarlet,

domani è un altro giorno.

Perchè noi oggi festeggiamo i 16 anni, e sinceramente non vorrei festeggiarli con nessun altro. Mi diverto abbastanza così con te, che mi fai ridere e mi fai incazzare come forse neanche mio padre ci riusciva.

Poi ditemi che non sono zen.

mercoledì 7 settembre 2011

Save the date:22-23 ottobre a L' Aquila lungo la Statale 17


Bene, intanto vi annuncio la data e le linee generali di quello che da un paio d' anni è un mio progetto. Una gita sociale tra amici dell' Aquila lungo la Statale 17. Non è gratis e non sarà una passeggiata, per cui meglio vi spieghi subito cosa ho vagamente in mente io, perchè scrivendolo me lo chiarisco e posso cominciare a farlo girare.

Premessa (si può saltare): una volta da giovane mi era capitato in mano un depliant per i militanti di sinistra che volevano fare l' esperienza di andare a Cuba, o in Nicaragua, posti così, a tagliare la canna da zucchero. Cioè, mi sono detta, ma questi stanno fuori, pagano un mucchio di soldi per sudare nei campi? vabbè il contatto con i locali, vabbè le discussioni sulle magnifiche sorti e progressive del trionfo del socialismo e abbasso al capitalismo, ma io, giovane e qualunquista com' ero, la cosa proprio non mi voleva entrare in testa. Perchè io ho cominciato a lavorare a 12 anni in un negozio estivo di souvenir e articoli da mare (si, lo so, ma ero alta e secondo me non ci ha fatto caso nessuno che non avevo ancora i 14 anni prescritti dalla legge e comunque non ero pagata), a viaggiare nei paesi del socialismo reale anche molto prima e insomma, avrei voluto averli io i soldi e il tempo per farmi dei bei viaggi, altro che canna da zucchero e Nicaragua, a Ibiza me ne andavo. A Ibiza poi non ci sono mai stata, ma è un dettaglio.

Il fatto è che a me portar gente in Abruzzo a scoprire questi posti meravigliosi e sconosciuti della transumanza è un mio vecchio vizio di famiglia, così semplicemente, salite in macchina e seguitemi che poi quando arriviamo da qualche parte vi racconto. Era lo spirito con cui avrei voluto fare il viaggio con Gabriele e Fausto quando siamo andati a fare le foto per il libro, ma quella volta è finita a scazzi e traumi vari che solo una settimana fa abbiamo definitivamente dissotterrato e riseppellito con gli onori militari, lasciando in piedi l' affetto reciproco e l' amore per questi posti. Siamo andati con Fausto a Campo Imperatore, ci siamo sdraiati al sole su quelle erbe secche e avare di alta montagna, che pungono le chiappe se hai addosso solo una gonna di lino e canottiera, abbiamo assorbito il sole e quel caldo secco che c' è solo lì con il rumore assordante del vento nelle orecchie e ci siamo riconciliati con tutto. Più di tre anni di ritardo, ma ognuno ha i suoi percorsi, come dice sempre Ruvy.

Fine della divagazione. Ricominciate da qui.
Dicevo, sono anni che mi sogno di guidare una gita Statale 17, ne abbiamo parlato con tanti lettori affezionati, amici, blogger di passaggio eccetera e adesso ho deciso che la faccio. Chi viene, metta il dito sotto.

Quando sabato 22 e domenica 23 ottobre, e se ci riesco e a loro viene comodo il 21 vorrei finalmente fare a Onna il famoso workshop di scrittura che ho promesso a Marco tanto tempo fa. Poi rientro che i figli hanno scuola.
Dove e Cosa facciamo Esattamente quello che ho detto: Ci vediamo a Popoli all' uscita dell' autostrada il sabato alle 10, e partiamo in macchina verso le svolte di Popoli, San Benedetto in Perillis, Navelli, Capestrano, Ofena, saliamo verso Villa Santa Lucia e Castel del Monte e se riesco a beccarla chiedo alla mia amica antropologa Adriana Gandolfi, che tutto sa sui transumanti e l' ultima famiglia di Castel del Monte, gli Aromatario, di raccontarlo pure a noi.

Poi saliamo a Campo Imperatore e ci fermiamo a mangiare dai macellai Giuliani, che hanno una baracca in mezzo alle praterie (il tutto se non farà già troppo freddo, ma siamo tosti) arrosticini, bruschette, pecorino e salsicce che ci arrostiamo noi sui loro bracieri.

Poi scendiamo a Santo Stefano di Sessanio, Calascio e la Rocca, passando per Caporciano e Bominaco e andiamo a dormire a Fontecchio, magari da Paola e il suo borgo, che le devo ancora chiedere quanti posti ha e se è libera, e se non lo è lei ne abbiamo di altri indirizzi ma ve lo dico quando mi sono organizzata. La mattina dopo andiamo all' Aquila e diamo una mano per alcune ore a strappare le erbacce dal centro o qualsiasi altro gesto utile e inutile che possiamo fare. Gli aquilani con cui ho parlato mi faranno sapere di cosa c' è bisogno.

Come ci andiamoNon ho tempo e non è il periodo ideale per farla a piedi o con i mezzi pubblici, quindi si va in macchina. Chi ha posti liberi me lo fa sapere, chi vorrebbe ma non ha mezzi pure e vediamo di mettere insieme le cose. Altrimenti si affitta un pulmino a 9 posti, ci ho portato a spasso gli olandesi, non ci posso portare voi? (Premetto che questi giri li ho fatti già fare agli olandesi e che di mio guido con prudenza).

Per cosa si spende? Per dormire, mangiare e la benzina. Dormire, come dicevo conosco un sacco di gente che affitta camere, appartamenti, B&B ecc. e che trovo giusto e utile far lavorare in un periodo meno turistico, dopo tutta la sfiga che c' è stata. Mangiare: pic nic, arrostate e per una cena del sabato vediamo cosa è meglio quando saprò chi viene e in quanti.

A che serve? Qui vi posso citare Giustino Parisse, del quotidiano il Centro, che è di Onna e con il terremoto non gli è stato risparmiato niente. Quando ci siamo incontrati a Onna per parlare del libro e di quello che c' era scritto e che conoscevamo tutti di prima mano, c' erano anche dei loro amici della protezione civile che erano tornati a trovarli e portare delle donazioni. Lì Giustino ha detto che gli aiuti materiali sono buoni e utili, ma che la cosa fondamentale per loro onnesi era rivedersi, sapere di avere degli amici che non ti hanno dimenticato e che vengono a trovarti e chiedere come stai.

Ecco, io vorrei chiedere a chi vuole se volete essere anche voi quegli amici lì. Per un giorno solo e per dopo, va bene anche così e meglio di un calcio in bocca. Per fare come dicevo un piccolo servizio civile di affetto per una città che in questo momento, parlo del centro storico, sta messa peggio di Pompei e nessuno che sia in grado di decidere cosa fare e perchè farlo. (Leggetevi il post di Giusi linkato sopra e capirete perchè anche strappare le erbacce, che poi tanto ricrescono, ha un suo perchè). Certo, i quartieri esterni piano piano si aggiustano, qualcuno rientra a casa. Ed è proprio questo il punto.

Qual' è il punto? Il punto, tanto per fare una citazione letteraria, è che in più di due anni non è successa una beata minchia. Che con tutti i soldi che si sono spesi e sprecati in nome del terremoto nulla è stato fatto per dare una parvenza di progetto futuro per la città. Cioè, ve lo dico in altre parole: abbiamo perso un passato, abbiamo perso un presente e il futuro è avvolto nella nebbia. Vi sembra strano che in questo momento anche i lottatori, quelli che da due anni parlano, dicono, fanno, vanno a prendere le botte davanti a Montecitorio siano esausti e non sappiano a che santo votarsi?

Il fatto che qualcosina inizi a muoversi non significa nulla per il destino del centro storico, non significa nulla per chi all' Aquila non ci è ancora potuto rientrare e non sa se faceva prima a cercarselo altrove un futuro (il fatto è che per molti questo non è assolutamente possibile). L' essere umano ha bisogno di progettualità per avere un motivo per alzarsi la mattina e questa non esiste. E in più cominciano a delinearsi le scissioni interne tra chi c' è e chi non c' è, chi è rientrato a casa e chi manco sa più cos' è casa, tra chi ha un lavoro e chi ha perso pure quello, tra chi se ne è andato e chi è rimasto e chi voleva rimanere e chi se ne era andato e poi però è tornato.

Io credo che in questo momento un piccolo gesto pratico di amicizia per L' Aquila e gli aquilani ci voglia. Una scusa, anche per chi sta fuori, per tornare e rivedersi. In fondo con le carriole era successo proprio questo: una domenica in cui avere la scusa per rientrare, in cui sai che ti si stringe il cuore a rivedere la tua città così, ma lo fai in compagnia e allora si alleggerisce il tutto. Io non so fare molte cose nella vita, solo due cose: so mettere insieme le persone che hanno qualcosa da dirsi e ho il dono della leggerezza. Voglio usarli per questo.

Siamo gli amici che vengono da fuori, che restano solo un giorno, ma che in quel giorno vogliono fare qualcosa di più del tour disastri & sfighe. Vogliamo capire, vogliamo rimboccarci le maniche, vogliamo girare per L' Aquila com' è e farci spiegare cosa stiamo vedendo esattamente. Vogliamo toccare con mano le bugie e mistificazioni e leggende urbane a uso carriera politica che abbiamo sentito in questi due anni. Vogliamo abbracciarci. E voglio che fin da adesso lo facciate sapere in giro e mi diciate se venite, se vi interessa, dove ne parlate.

Così io nel frattempo riesco a mettere insieme qualche filo sparso insieme, cominicare a pensare seriamente alla logistica, prenoto il volo, chiamo a raccolta gli amici di Teatrabile per parlarne con loro e sento cosa mi dice chi sulla Statale 17 ci sta adesso.

domenica 4 settembre 2011

Tornati


La cosa più bella di queste vacanze probabilmente è stata che sono state unplugged. Niente Internet, poca connessione telefonica, molti amici sottomano con cui incontrarci e fare cene, troppi amici che non sono riuscita a vedere anche se avrei voluto (" Più gente?" strabilia il capo quando glielo dico " Tu avresti voluto vedere ancora più gente di quella che abbiamo visto?")

Eh, si, mi sarebbe piaciuto. Mi sarebbe piaciuto passare da Graz all' andata e da Emily al ritorno e magari da Panz a Zocca. E farmi un bagno con Mamikazen, ma così, giusto di passaggio. Il blogger di rito però anche a questo giro ce l' ho fatta a conoscerlo di persona perchè è venuto ;lui a stanarmi a Ofena e si è messo a fare pomodori senza discutere, visto che li ha sempre fatti. E insieme abbiamo insegnato a farli all' Artista Borderline, che non lo posso chiamare così in pubblico, ma per capirci, che di nome non lo conosce nessuno.

Mi sarebbe piaciuto restare almeno 5 giorni intorno all' Aquila, rivedermi un po' di amici e parenti, farmi i miei giri. L' ho dovuto fare di corsa e risicando, ma anche così è andata bene, perchè una deviazione inaspettata a Campo imperatore, dal macellaio, mi ci ha fatto incrociare Francesco Barbone idraulico, amico ed ex-scolaro alle medie di mio padre, praticamente l' abbiamo avuto in casa da una vita ("Ma ti ricordi che quando dormivo da voi alla mattina tuo fratello, ma cosa aveva, 5 anni? Veniva nel mio letto a tirarmi la barba, e a nascondersi per non andare a scuola"). Si, me lo ricordo benissimo e già che ci siamo, non è che la prima volta che passi giù ti fai dare le chiavi da Maria Teresa e mi vieni a vedere perchè ogni volta che facciamo la doccia ci prendiamo la scossa anche se lo scaldabagno è staccato?

Cose così. I maschi hanno letto, nuotato, giocato a Hacienda, fatto le barchette nella bagnarola.

Mi sono sparata una riunione fiume di 3 ore e mezzo con i membri e tecnici dell' aggregato. che ci hanno spiegato subito che la nostra pratica è rognosa perchè siamo il nucleo più grosso di case danneggiate, tutte classe E e in centro storico. In compenso abbiamo nominato un presidente e scelto la ditta che farà i lavori condominiali, ce ne vuole una grossa con esperienza in consolidamenti, le attrezzature, il personale, non troppi subappalti e con un respiro finanziario abbastanza ampio da poter anticipare le spese vive e farsi pagare alla fine. Non ci torno il prossimo anno a casa (bene, vuol dire che è la volta che forse andiamo in Sicilia) ma è già qualcosa.

Ho fatto 75 kg. di pomodori ma già si è detto (tutte le foto qui sono di Fausto Rapinesi, per quyelle del capo tocca aspettare che archiviamo).

Per strada il primo giorno ho dormito, il San Gottardo pare ci sia stata una coda dovuta ad auto in fiamme, di cui non c' era traccia quando siamo passati noi, a parte le due ore di fila. Siamo arrivati a Mulheim dal nostro alberghetto Engels, che però era pieno di famiglie olandesi che come noi tornavano dall' Italia e ce ne hanno consigliato uno nel paesello vicino. In questo tutto era più nuovo e spazioso, la cucina un pelino meno elaborata, ma quando hai figli che si mangiano cotoletta e salsiccia con patatine, francamente la differenza non la vedi. Il secondo giorno ho dormito di meno in macchina, ho guidato di più (quanto mi piace in Germania quando capiti su un' autostrada praticamente deserta e prima ancora di rendertene conto il contakilometri sale a 170 e allora ti ricordi di essere una madre al volante e rallenti, però bello era bello.

E a casa faceva caldo e c' era il sole, tutta la pioggia di questa fine estate l' ha fatta la settimana scorsa. Abbiamo fatto tutto il bucvato dele vacanze e degli ospiti che c' erano in nostra assenza. Ho dato il bidone a Don Stalin perchè tra un bucato e l' altro dormivo e il telefonino l' avevo dimenticato in macchina.

Da domani si ricomincia.